Ci sono gli amici. E poi ci sono gli “amici della birra”, quelli che le regalano un significato che va al di là del semplice buon bere. E sicuramente è stato uno tra questi colui il quale ha scritto, su un muro sgraffignato che da Gussago porta verso la Mandolossa: Dio ci salva anche un po’ la birra però. Tutto vero. Non fotografato, ma vero; e chi abitasse da quelle parti può testimoniare. Il nostro amico della birra diffonde un chiaro messaggio: non è che Dio può sempre stare lì a controllarti, per cui ci ha regalato tutte quelle buone cose che possono sostituirlo nel momento topico. Proprio come la mamma, quando dice al suo bimbetto: gioca un po’ per conto con i tuoi giochi, adesso, che ho da fare.
Per quanto mi riguarda devo ad un “amico della birra” la mia prima e unica “storta”. Non potei lasciare nulla di scritto sui muri, soprattutto perché mi trovavo su un lungo pontile. Nemmeno ricordo se ho scritto “t’amo” sulla sabbia, in ogni caso non ci sono testimoni. Non fu una storta seguita da visioni mistico-estatiche o boutade ma, piuttosto, piena di nostalgia. Se in birra veritas è probabile che stessi vivendo tristezze. Ad ogni buon conto l’amico della birra, la gioventù, il mare, seppero consolarmi.
Devo a un vero amico la ricetta di questo risotto, che mi farebbe venir voglia di prolungare la scritta di Gussago, se non fosse che non scrivo sui muri. Buona preparazione!
Riduzione di birra scura: 3 dl di birra, 1 cucchiaio raso di zucchero muscovado, 1 buona presa di sale.