Il budino è di pane e caffelatte

 

Che il valore del pane debba essere trasmesso da padre in figlio è un principio oramai assodato e diffuso. Adoperare gli avanzi del pane non è più un merito ma un’abitudine, fortunatamente. Tuttavia se il pane grattato, il pane bagnato, il ripieno con il pane, la torta di pane, le bruschette e molti altri modi di usare il pane avanzato, fanno oramai parte della cucina di ogni giorno, ci sono alcune ricette ancora quasi sconosciute e molto gustose. Il budino di pane ne è un esempio.
Questa ricetta è una delle sue varianti: perché non utilizzare anche il caffelatte rimasto? Doppio riciclo doppia valenza. Se poi per decorare usiamo delle piccole primule selvatiche, neonati sguardi della primavera in arrivo, ecco che il budino di pane diventerà un elegante dessert.
Ah, dimenticavo: le primule spolverate con zucchero a velo sono deliziose da mangiare.

 

 

200 g di pane raffermo, 400 g di latte e caffè o caffè d’orzo a piacere, 150 g di zucchero, 3 uova, 1 cucchiaino di cacao (facoltativo), fiori selvatici e zucchero a velo per decorare

Spezzettate il pane e copritelo con il latte bollito assieme allo zucchero. Quando il pane avrà assorbito tutto il latte, mescolate fino ad amalgamare e aggiungete le uova leggermente battute e il cacao, se previsto. Versate il composto in uno stampo da plum cake o in stampini da budino. Sistemate lo stampo o gli stampini in una teglia sopra ad un foglio spesso di carta da cucina o ad una gratella sottile (serve ad isolare il fondo dello stampo da cottura). Versate acqua molto calda nella teglia fino ad arrivare a 2 centimetri dall’altezza.  Cuocete il budino in forno statico a 180°C per 50 minuti (30 min. se gli stampi sono piccoli). Servite il budino con salsa al caramello, o confettura, o cioccolata fusa e decorate con zucchero a velo e fiori selvatici.

 

Felice giornata a tutti!

Pappa col pomodoro: la zuppa d’Estate

Non c’è zuppa…pardon: non c’è storia. La pappa col pomodoro è molto famosa, tanto quanto le brioche della Pompadour. Ma se su queste potremmo nutrire dubbi storici, non è plausibile nutrirli sulla pappa e sul fatto che un popolo affamato fa la rivoluzione. Lo gridava a squarciagola tale Giannino Stoppani, alias Giamburrasca che preso dalla fame definì la pappa col pomodoro un vero capolavoro.

Prima delle brioches della regina di Francia, ahimè decollata, esisteva la pappa col pomodoro, nata dall’intelligenza culinaria dei contadini affamati e arrivata quasi intatta – la ricetta originale è sempre rispettata, salvo rari e comodi casi – sino ai giorni nostri.

E’ un piatto davvero povero ma appunto molto arguto e saporito, ottimo per utilizzare gli avanzi del pane e per servirsi di quei pomodori un tantino troppo maturi.

Giamburrasca era il mio monello preferito dopo Tom Sayer e tanto mi ha fatto divertire. E come tutti i monelli aveva un talento particolare a far arrabbiare i suoi pochi ma onesti genitori. Pensandoci bene: chi non ha un Giamburrasca o più di uno in casa? E allora non è male proporre per le cene d’estate una buona pappa col pomodoro che è migliore tiepida o fredda. Un’avvertenza: il giamburrasca di turno l’amerà, e tanto, da chiedervela a squarciagola.pappa col pomodoroper 4 persone

800 g di pomodoro costoluto

200 g di pane toscano raffermo

1 cipolla

2 spicchi di aglio

2 rametti di basilico

1 cucchiaio abbondante di concentrato di pomodoro

1 pizzico di zucchero

1/2 bicchiere di olio

brodo vegetale

Un mazzetto di basilico

Peperoncino in polvere

Sale, pepe

Tagliamo il pane toscano a fette e disponiamole senza sovrapporle sulla placca da forno. Tostiamole per circa 5 minuti a 200°.  Spelliamo gli spicchi d’aglio eliminiamo il germoglio e tagliamo la cipolla.  Facciamo un soffritto con l’olio, l’aglio e la cipolla,  aggiungiamo i pomodori tagliati a pezzetti, il concentrato e lo zucchero. Copriamo e cuociamo per venti minuti, poi passiamo tutto al setaccio a mano.   Disponiamo le fette di pane in una casseruola, l’ideale sarebbe quella di coccio, uniamo la salsa di pomodoro e abbondante brodo vegetale.  Cuociamo coperto a fuoco basso per un’ora mescolando di tanto in tanto con una frusta, fino a che il pane non si sarà ammollato e il brodo non sarà evaporato.   Profumiamo la pappa con le foglie di basilico spezzettato e un po’ di peperoncino in polvere.  Mescoliamo regoliamo di sale e serviamo la pappa tiepida. E’ molto buona anche fredda.

Una felice giornata a tutti!

 

 

Finta frittata di peperoni

 

frittata di peperoni

Finta: probabilmente perchè non ci sono le uova.  Frittata: perchè ha la forma di una frittata, alla fine.  Quindi il nome dato a questo appetitoso piatto dalle mie figlie lo definisco azzeccato.  E’ una ricetta che ho rielaborato da un ricordo.
Avevo due amiche di famiglia di origini campane, due sorelle.  Cucinavano come solo chi ha dovuto lasciare la sua terra d’origine, con il filo dei sapori persi tra le mani. Facevano una pommarola che mai più ho assaggiato; timballi di maccheroni, sartù di riso e un’indimenticabile pastiera.  E poi preparavano  i peperoni con la mollica del pane. Arrivavano a casa nostra con questa meraviglia che custodivano dentro ad un contenitore, sempre lo stesso.  Era una sorta di mattonella di peperoni tagliati  a piccole falde, arrostite nel burro e cosparse di briciole di pane che noi ci litigavamo, puntualmente, poiché era sapientemente dosata e mai bastava. Io, ispirata soprattutto dal sapore e dalla consistenza, ne ho fatto questa specie di frittata. Buona preparazione.

Ingredienti per 4 persone: 4 peperoni, uno spicchio di aglio schiacciato con il palmo della mano, un cucchiaio di capperi (facoltativi), 4 cucchiai di pane grattugiato,4 cucchiai di olio di oliva, prezzemolo, sale e pepe nero
Occorrenti: teglia bassa, tagliere coltello, carta da forno o sacchetto da pane, cucchiaio
Tempo di preparazione: 10 minuti + la cottura dei peperoni per spellarli

peperoni

La prima cosa da fare è togliere la buccia ai peperoni.  Si può fare in due modi:  o mettendoli ad arrostire uno alla volta infilati su una forchetta sopra la fiamma del gas, o mettendoli in forno a 180° per almeno 30 min, rigirandoli 2/3 volte, dopo averli lavati senza asciugarli.  Si mettono poi in un sacchetto del pane ben chiuso o nella carta da forno e si aspetta 20 min. Trascorso il tempo la pelle si toglierà e quasi totalmente. Il peperone che si spella con più facilità è quello rosso, di seguito quello giallo; mentre il verde è più tenace. Probabilmente è una questione legata al pigmento.

peperoni nel cartoccio

Procedo mettendomi dei guanti usa e getta, per evitare di scottarmi. Una volta tolta la pelle sciacquate i peperoni sotto acqua corrente per togliere ogni residuo di buccia e di semi e stendeteli su carta da cucina. Se pensate di cucinarli il giorno dopo, conservateli coperti con pellicola e abbiate l’avvertenza di cambiare la carta da cucina: rilasciano abbastanza liquido.

peperoni senza la pelle

Tagliate i peperoni a listarelle o a piccole falde.  Scaldate bene olio e aglio dentro una larga padella e versate i peperoni. Unite il sale e mescolate. Rosolateli molto bene per 3 minuti i girandoli spesso e poi aggiungete il pane e mescolate. Rosolate il tutto ancora per 3 min, unite il pepe e i capperi se previsti. Schiacciate la frittata con il dorso del cucchiaio e girando la padella rovesciatela su un piatto largo,  oppure fatela scivolare sul piatto. Cospargete con prezzemolo. E’ ottima servita con pesce cotto sulla griglia o a vapore.

Buona giornata a tutti.

 

Panzanello

panzanelli
Il nome uno non se lo sceglie. Il nome te lo porti addosso: lo trascini come un masso o lo sollevi con una mano e lo fai volare a soffio. Per me è sempre buona la prima.
Come mi chiamo lo dico prima di tutto, così mi libero, mi tolgo il pensiero. Fosse mai che poi mi si venga a dire perché non me l’hai detto prima.
Salve. Io sono Astolfo e ho il frigo vuoto.
Per me fare la spesa richiede infinite riflessioni e culmina nella resa finale stazionando davanti al portello. Mi arrendo.
Di lavoro faccio il programmatore di computer, ma non ho programmi. Quasi mai.
È Venerdì. Danno un film tra i preferiti, non c’è la mamma, la pizza  d’asporto sa di scatola e mi voglio rilassare.
A dire il vero ci sarebbero buoni motivi per andare a fare la spesa: leggere l’etichetta della uova, contare quanti tipi di cioccolata ci sono… Lulù alla cassa. Lei non sa che mi chiamo Astolfo.
In un freddo Venerdì di un mese che non importa del mio  migliore anno, nasce quello che sarà la mia cena e non a caso, ma considerando il patrimonio di derivazione, scarso: latte, un tubetto di conserva, uova, pane duro, pomodori secchi.
Panzanello lo chiamerò. Panzanello come l’insalata che mi fa mia nonna in campagna. Il nome uno non se lo sceglie.

Per 6 tortini

Ingredienti: 100 g di pane raffermo (crosta e mollica),40 g di grana grattugiato o gruviera, o emmenthal, 1 uovo,  30 g di pomodori secchi, 2 cucchiai rasi di concentrato di pomodoro,  scaglie di formaggio (facoltative), origano, olio di semi di arachide
Occorrenti: ciotole,  elettrico,  spatola, forchetta, stampini monoporzione (ideali quelli da muffin)
Tempo di preparazione: 20 minuti + cottura
Grado di difficoltà: facile

Accendi il forno a 180°C Modalità statica, placca a Metà.  Spezza il pane, mettilo in una ciotola e coprilo con il latte. Lascialo inzuppare schiacciandolo con i rebbi di una forchetta poi strizzalo con le mani. Aggiungi al pane strizzato il tuorlo, il formaggio il concentrato di pomodoro, l’origano e i pomodori secchi tagliati sottilmente. Monta l’albume a neve e uniscilo al composto. Ungi leggermente gli stampini e riempili per circa 2/3 della loro capienza. Cospargili con le scaglie di grana se ti piace.  Metti nel forno pre-riscaldato a 180° in modalita statica, placca a metà e cuoci per 25 minuti. Servili tiepidi.

Buona serata!