Clafoutis di ciliegie

Miei cari lettori, grazie per avermi seguito durante tutto questo tempo che son stata via. oprattutto per non annoiarvi. Poche premesse e molte ricette, spero vi farà piacere. Non posso nascondere una certa emozione, una leggera frenesia da rentrée.

Ricomincio con un dolce buonissimo: il clafoutis di ciliegie.

Certo che può sorgere spontanea una domanda: torneranno le ciliegie, ora, o le ritroveremo a Settembre e al di là ormai di ogni aspettativa? In realtà le ho già vedute e ne ho approfittato, o sarebbe meglio dire che loro si sono approfittate di me, visto quanto fossero prezzolate e pretenziose. Ma tant’è, e questo dolce val bene una ciliegia pur “scontrosa” che sia.

Buona preparazione !

Per la pasta frolla senza uova

250 g di farina 00

125 g di burro

80 g di zucchero a velo

una presa di sale

2 cucchiai di latte

Lavora il burro con lo zucchero a velo e il sale, con un frustino. Aggiungi il latte e la farina. Impasta velocemente per formare una palla. Stendi ad altezza di 5 mm e metti in frigorifero. Lascia riposare per almeno un’ora. Fodera il fondo e i bordi di una tortiera di 20 m di diametro. Puoi conservare l’eccesso di pasta avvolgendolo in pellicola in frigorifero per 5 giorni. Ricopri la pasta con carta da forno e riempi la tortiera di riso o legumi secchi. Cuoci in forno statico per 15 minuti.

Nel frattempo preparerai il ripieno.

Mescola 180 g di zucchero con la buccia di un limone, 50 g di farina e 50 g di maizena. Unisci un pizzico di sale, le uova a i tuorli. Sbatti e completa con il latte e la panna.

Estrai la pasta dal forno e togli il riso o i fagioli. Potrai conservarli e usarli per molte altre volte. Attendi che raffreddi leggermente e versa il ripieno all’interno. Inserisci nel ripieno le ciliegie, almeno 300 g che avrai denocciolato. Continua poi la cottura per 40 minuti a 160°.

Felice giornata!

Chips croccanti di mais

La chip croccante di mais, qualche anno fa, si chiamava raspa e ora si chiama così: chip. Anche il tacos è una chip, ma si chiama da sempre tacos. La chip è una raspa, ma molto più sottile, più sottile anche del tacos. Spero, dunque, mi abbiate capito. E dite voi: ci mancherebbe!
Ciò premesso dire raspa è antico; dire chip è “del futuro” e ha il fascino dell’idea. Non sono d’accordo i cultori della polenta, per i quali le chips di mais, i tacos e tutto ciò che vorrebbe essere una raspa ma non lo è, non lo è. Quindi la chip, tradizionalmente parlando, è pari ad un eresia nella forma e nella sostanza, ed anche nel modo. Perché? Perché  tutto quello che si forma sul fondo del paiolo, cioè la raspa, si forma solo nel paiolo e non diversamente.   Ma i rispettabili cultori, non tengono conto che, ebbene sì, son cambiati i paioli e dunque la raspa (di per sé, ai tempi delle raspe, era  l’ attributo forte e classico di tutte le polente fatte “a modo”) o non c’è, o si attacca e non si stacca. Detto in soldoni: la raspa al giorno d’oggi non e più dentro, ma fuori.
La miglior raspa si otteneva, un tempo,  cuocendo la polenta nel pentolone di rame stagnato appeso nel camino. Una raspa, quasi come la migliore, nel paiolo di alluminio o di ghisa. Ora che i paioli non sono più i paioli di una volta (meglio così, tuttavia) accade spesso, non sempre ma spesso,  che, tra una mescolata e l’altra, la raspa sparisca improvvisamente risucchiata nel vortice vorace del composto che magicamente non si attacca più, ma stacca anche ciò che non dovrebbe.
In tal caso, se la raspa sparisce, ecco apparire la chip.
Quello che vado a proporre alla fine è un ottimo ripiego nel caso di non-raspa. E poi piace. Piace moltissimo anche a tutti i Torquemada della raspa: mia mamma, mia zia… anche a mio zio Giovanni sarebbe piaciuto moltissimo.
Non è in verità una ricetta, ma un modo; un vero sfizio; un vezzo che stupisce. E’ quel qualcosa in più che è bello sapere che c’è e come si fa.
Basta poco per farne abbastanza e far tutti contenti, anche senza la raspa.

Ingredienti  per 4 persone

2 cucchiai di polenta* colmi

2 fogli di carta da forno

semi di papavero (facoltativi)

Mentre state per fare la polenta prelevatene due cucchiai abbondanti e metteteli sul primo foglio di carta da forno che avrete adagiato sulla placca. Coprite con il secondo foglio. Stendete con il mattarello fino a rendere la polenta molto, molto sottile. Sollevate il secondo foglio di carta forno e cospargete con i semi di papavero, se lo desiderate. Infornate a 130° in modalità ventilata e placca del forno sistemata a metà altezza. Lasciate dorare uniformemente. Sfornate e lasciate leggermente raffreddare, quel tanto che basta per poter spezzare la raspa, ops… la chip con le mani, e servite.

*per la ricetta della polenta nelle sue versioni classica e precotta vi rimando a: https://mammachebuono.wordpress.com/2013/10/16/le-vie-della-polenta/

Grazie per avermi letto e felice giornata a tutti!

 

 

 

 

 

Torta Opéra

 

La torta Opera è molto elegante e prestigiosa, tanto quanto lo è il teatro dell’Opera di Parigi alla quale è stata dedicata. La sua  data di creazione è fonte di dibattimento così come il nome di chi l’ha inventata. Non è certo se fu un capo pasticcere o un’equipe di giovani  pasticceri che, preparando ogni giorno per i ballerini del teatro fragranti colazioni e corroboranti merende, ne inventarono una ad hoc, ideale per premiare lo sforzo e riequilibrare lo spirito dei loro coetanei.
Nella versione originale è una stratificazione di pasta biscotto bagnata al Grand Marnier o al caffè e farcita di crema al burro; tuttavia la fantasia degli interpreti si è sbizzarrita senza mai, comunque, snaturarne le peculiarità. La mia versione si ispira a quella del pasticcere Vincent Cassel.
La torta Opera non è di difficile esecuzione, ma il mio consiglio è di provarla più volte per avere la giusta dimestichezza con i tempi e modi. Il risultato è indiscutibilmente gradevole e, posso confermare, invitante anche al primo tentativo. Poi diventerà buonissima e bellissima.
Infine sconsiglio di darla ai bambini. Se volete una torta per tutta la famiglia sostituite a piacere la bagna al caffè con una bagna alla vaniglia, o con succo di pera, e la ganache al caffè con della panna montata o della crema pasticcera.
Buona preparazione!

Per il biscuit alla mandorla
65 g di farina di mandorla, 70 g di zucchero a velo, 2 uova intere, 3 albumi, 25 g di zucchero,25 g di farina, 20 g di cacao amaro in polvere, 2 g di burro
Per la ganache montata al cioccolato bianco e caffè
100 g di caffè forte, 140 g di cioccolato bianco, 220g di panna
Per il cremoso al cioccolato fondente
120 g di cioccolato fondente al 70%, 2 tuorli, 25 g di zucchero 100 g di latte intero, 120 g di panna
Per la bagna al caffè
280 g di caffè espresso caldo, 45 g di zucchero semolato
Glassa al cacao
12 g di gelatina in fogli, 100 g di acqua, 180 g di zucchero semolato, 75 g di cacao amaro in polvere, 9° g di panna

 

 

Ganache montata

Dopo aver preparato il caffè, spezzettate il cioccolato bianco e scioglietelo a bagnomaria o nel microonde. Versate sul cioccolato il cafè in tre volte, mescolando ogni volta con una spatola. Unite la panna ben fredda e fate cristallizzare in frigorifero per almeno tre ore coperto.

Biscuit alla mandorla

Montare le due uova intere con la farina di mandorle e lo zucchero a velo. Montare i tre albumi e unirvi poco per volta lo zucchero. Setacciate la farina con il cacao amaro e fate fondere il butto. Aggiungete al composto di uova e zucchero a velo  3 /4 cucchiai di albume montato. Aggiungere la farina e mescolate delicatamente. Terminate con la parte di albume rimasta. Infine versate il burro fuso a filo e mescolate. Versate il composto in una teglia bassa foderata con carta da forno, stendetelo uniformemente e cuocete a 220° per 8 minuti.

Cremoso al cioccolato fondente

Spezzettate il cioccolato fondente e scioglietelo a bagnomaria o nel microonde. In una ciotola mescolate i tuorli con lo zucchero, unite il latte e la panna e cuocete il tutto a fuoco molto lento fino a quando la crema non vela il cucchiaio. Togliete il composto dal fuoco e sbattetelo molto bene con una forchetta o meglio ancora con il frullatore ad immersione. Versate la crema in tre volte sul cioccolato fuso. Lavorate poi ancora con il frullatore ad immersione e mettete in frigorifero a cristallizzare per una notte.

Glassa al cacao

Ammollate la gelatina in acqua fredda. Mescolate in una casseruola l’acqua, il cacao, lo zucchero e la panna. Bollite per un minuto. Fuori dal fuoco unite la gelatina strizzate e mescolate con vigore. Mettete in frigorifero per una notte e scaldate al momento dell’ uso fino a renderla fluida.

Montiamo il dolce

Suddividete il biscuit in tre rettangoli. Sistemate il primo rettangolo su una placca foderata con carta da forno e inzuppatelo con la bagna la caffè, ormai fredda. Montate la ganache al cioccolato bianco e caffè e stendetene la metà sul primo rettangolo. Sovrapponete il secondo rettangolo a inzuppatelo. Stendete ancora la ganache. Aggiungete il terzo strato e inzuppatelo. Ricoprite tutto con il cremoso al cioccolato, lisciate e congelate per una notte.
Sformare il dolce ancora congelato e glassate. Tenetelo in frigorifero per sei ore fino a scongelarlo completamente.
Per glassare il dolce adagiatelo su una gratella messa sopra ad un recipiente più grande per raccogliere la glassa rimanente. La glassa una volta ricongelata può servire per decorare il dolce.  La tradizione vuole che sulla torta si scriva il suo nome, ma potete decorare a piacere.
Se volete ottenere un aspetto perfetto rifilate i bordi del dolce non appena inizia lo scongelamento.

 

Miei cari lettori, colgo il momento per augurarvi un anno fantastico.

 

 

Il biscotto un poco rustico

E’ un biscotto fragrante, nato per caso, nel primo pomeriggio freddino, perfetto per  il rientro dalle vacanze . E’ un biscotto un poco rustico per la colazione, che le vacanze finite rendono frettolosa.
Rientrati, di solito, si ritorna ai caffè in piedi, ai bambini che si rifiutano di mangiare al mattino, ai cappucini al bar. Tuttavia un biscotto un poco rustico, fatto in casa, simile a quelli delle fornerie antiche, potrebbe invogliare a riscoprire il piacere di una lenta colazione.
La ricetta è molto semplice: servono solo le nostre mani, un bicchiere e un cucchiaio di legno.
Buona esecuzione.

Ingredienti per 30 biscotti grandi

230 g di farina 00
100 g di zucchero semolato1 uovo
20 g di miele di acacia
40 g di panna a lunga conservazione
30 g di olio di semi di arachide
30 g di burro morbido
1/2 bacca di vaniglia
2 pizzichi di curcuma (facoltativo)
buccia di limone tritata fine
6 g di polvere lievitante
1 pizzico di sale

 

  1. Pesate tutti gli ingredienti. Battete leggermente l’uovo. Setacciate la farina con il lievito.
  2. In una ciotola mettete la farina, lo zucchero, il sale, il burro morbido, gli aromi e mescolate con una forchetta.
  3. Aggiungete gli ingredienti rimasti e impastate velocemente.
  4. Spianate leggermente l’impasto, avvolgetelo in pellicola e mettetelo in frigorifero per almeno 2 ore, meglio se per 1/2 giornata.
  5. Foderate una teglia con carta da forno.
  6. Stendete l’impasto su un piano leggermente infarinato con il mattarello infarinato.
  7. Formate il biscotti con un bicchiere non troppo largo o con un coppa-pasta.
  8. Trasferite i biscotti  sulla teglia e bucateli con il manico del cucchiaio di legno.
  9. Cuocete i biscotti in forno statico a 200 ° placca a metà tenendo il portello semi-aperto con il cucchiaio di legno per 13 minuti o fino a doratura.

Se il buco dovesse chiudersi in cottura, aprite il forno estraete la teglia e riformate il buchino con delicatezza.

Felice giornata!

 

 

Torta della nonna con i pinoli

È senza dubbio una delle torte classiche della tradizione italiana: una frolla semplice che racchiude la crema pasticciera e i pinoli tostati. Golosa e nutriente è adatta per la prima colazione e la merenda. I pinoli sono un esempio classico di foraging, ovvero la raccolta di prodotti direttamente dalla natura selvatica. Portate i bambini in una delle nostre belle pinete sul mare e mostrate loro che i pinoli sono i frutti della pigna; solitamente ne rimangono stupiti e affascinati.

Per 8 persone

Per la pasta frolla

300 g di farina, 150 g di burro, 130 g di zucchero, 1 uovo e un tuorlo leggermente battuti, un pizzico di sale, la scorza grattugiata di ½ limone

Per la farcia e la decorazione

300 g di latte intero, 4 tuorli, 80 g di zucchero, 15 g di amido di riso, 15 g di fecola di patate, ½ bacca di vaniglia, 1 pizzico di sale, 1 uovo battuto, 50 g di pinoli tostati, zucchero a velo per lo spolvero

 

Mescolate il burro ammorbidito con lo zucchero, il sale e la buccia del limone. Unite parte delle uova e parte della farina. Mescolate e terminate con l’altra parte di uova e farina. Formate velocemente una palla con l’impasto e lasciate riposare in frigorifero per almeno 1 ora. Bollite il latte con il sale e il contenuto della bacca di vaniglia. Lasciate infondere per 30 minuti, poi passate al colino fine. Mescolate i tuorli allo zucchero montando leggermente e aggiungete la fecola e l’amido di riso. Amalgamate e versate a filo il latte caldo. Cuocete fino ad addensare. Stendete 2/3 della frolla e rivestite la tortiera imburrata e infarinata. Sul fondo ponete una buona metà dei pinoli e versate la crema. Livellate e ricoprite con la parte di frolla rimasta, stesa. Premete bene per sigillare la pasta ai bordi e rifilate quella in eccesso. Pennellate la superfice con l’uovo e distribuite i pinoli rimasti. Cuocete in forno statico a 180° per 40 minuti.

Felice giornata a tutti!

La Tarte au sucre

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Francese, del Nord della Francia non gode della stessa fama della Francesi famose. Tuttavia, poiché in realtà è una pasta brioche è, ça va sans dire, tra le più francesi.  La tarte au sucre è semplice, straordinariamente semplice, ma molto elegante; golosa, nonostante l’aspetto vagamente rustico.  Sta forse appunto nella sua essenzialità, in quel suo non esporsi o nell’essere vicina, parlando di gusti, ad una fetta di pane imburrato che trova spazio una vasta gamma di abbinamenti. Buona preparazione.

Ingredienti per 8 persone

200 g di farina 00

100 g di burro

2 uova

20 g di zucchero

1 bicchiere di latte tiepido

10 g di lievito di birra fresco

2 g di sale

Per la copertura

125 g di zucchero di canna

1 uovo

3 cucchiai di latte

30 g di burro

Mescolate il lievito di birra al latte leggermente tiepido. Coprite e lasciate lievitare fino al raddoppio. In una ciotola unite la farina lo zucchero il sale e aggiungete le uova il latte e il burro ammorbidito. Versate il lievito e amalgamate molto bene . Impastate sul piano di lavoro fino a formate una palla. Coprite e fate lievitare per 3 ore. Schiacciate la pasta leggermente e trasferitela in uno stampo imburrato. Prima di infornarla lasciatela riposare ancora per 1 ora; poi pennellate la superficie con l’uovo mescolato al latte. Cospargete  con lo zucchero e terminate cospargendo il burro a fiocchetti. Cuocete a 180°statico o 150° ventilato per 25 minuti. Servite preferibilmente tiepida accompagnata a piacere.

Felice giornata a tutti!

 

Il mio Gulash di manzo con patate

gulash

Il gulash nasce come una zuppa brodosa di carne di manzo. Ciò non deve stupire: tramutarsi in spezzatino è una modalità ricorsiva per una zuppa. Basta pensare alla trippa: molti la gustano in brodo, altri la preferiscono in umido.
Storicamente parlando il Gulash nasce appunto come una zuppa di carne di manzo a pezzetti, cotta in un soffritto di strutto, con peperoni e patate. Era il rancio dei mandriani ungheresi che conducevano i bovini di razza podolica dalla pianura della Puszta fino ai mercati dell’Europa centro-orientale e il suo nome per intero “gulyàs-leves” significa appunto: zuppa del mandriano. Nato come piatto povero diventa poi famoso e si diffonde ovunque prestandosi a numerose varianti. La ricetta che vi propongo è notevolmente alleggerita. Ne risulta comunque un piatto robusto e piacevole, fatto apposta per i freddi intensi.  Buona preparazione.

 

Per 4 persone

600 g di spalla di manzo tagliata a pezzetti

400 g di patate

1 cipolla tritata sottile

1 spicchio di aglio tritato fine

1 carota tagliata a rondelle

3 cucchiai di concentrato di pomodoro

6 grani di pepe

3 cucchiai di paprica dolce

Brodo vegetale q.b

4 cucchiai di olio di semi o di oliva

Sale

Soffriggete la cipolla e la carota nell’olio fino a rosolarle, poi aggiungete l’aglio e i grani di pepe. Mettete la carne nel soffritto salatela e mescolate. Fuori dal fuoco profumate con la paprica e mescolate molto bene per insaporire. Rimettete sul fuoco, unite  1 bicchiere di brodo vegetale e cuocete coperto per 1 ora. Aggiungete il concentrato di pomodoro, sciolto in poco brodo e proseguite la cottura per 40 minuti, scoperto. Sbucciate le patate e tagliatele a pezzi, disponetele sulla preparazione mescolate, unite altro brodo se la preparazione si fosse troppo asciugata e regolate di sale.  Cuocete per altri 40 minuti scoperto, mescolando ogni tanto. Servite ben caldo con gnocchetti o polenta.

Felice giornata!

La torta di pane e frutta secca

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Come sanno tutti coloro che si godono il mattino presto, l’Autunno inoltrato possiede una luce del tutto particolare e questo è già motivo sufficiente per bersi un caffè davanti alla finestra. Soprattutto di Domenica regna il silenzio, l’aria è pulita e le montagne di fronte sono adesso sovrastate da una spessa coltre di nubi color latte da dove fa capolino un grazioso spicchio di luna. I lampioni sono ancora accesi, forse non è troppo presto per fare una camminata.
Ammirare il mondo nella sua schiettezza è un previlegio, è l’oro famoso del mattino. Cammino e penso, penso al lato positivo di quel qualcosa che non è andato come avrebbe potuto, quel lato che non sarà mai sufficientemente ampio, ma ci sarà.
Ed è la luce particolare di questo Novembre che si diffonde dolcemente, sono le nuvole che fanno il posto ad un cielo d’acciaio, i saluti di chi incontro, che mi fanno desiderare la semplicità, in mezzo a tutto ciò  che  non ha spiegazioni o non ne dà, a prescindere.
Ho bisogno di semplicità oggi; ho bisogno di dolcezza, subito. Ho bisogno di inventare una torta di pane.

Per 8 persone  (tortiera diam. 20/22 cm)

150 g di pane

150 g di zucchero bruno

2 albumi

3 tuorli

70 g di burro

170 g di latte

50 g di uvetta

100 g di nocciole

50 g di noci

1 bicchierino di marsala

un pizzico di sale

Spezzate il pane e irroratelo con il latte. Schiacciate con una forchetta affinché si bagni il più possibile. Sciacquate l’uvetta e mettetela ad ammollare nel marsala e poca acqua. Preferibilmente tostate la frutta secca per 10 minuti in forno a 150° e poi tritatela grossolanamente. Strizzate il pane e unitevi le lo zucchero, il burro morbido, i  tuorli e il sale. Mescolate e unite la frutta secca e l’uvetta strizzata. Infine aggiungete gli albumi montati a neve, delicatamente. Versate il composto in una tortiera imburrata e infarinata e cuocete a 180° per circa 45 minuti. Cospargete prima di servire con zucchero a velo e decorate a piacere.

Consigli: non solo pane per questa torta. Potete usare grissini, fette biscottate o biscotti. Sostituite la frutta secca e essiccata (uvetta) che ho usato con altra a piacere.

Felice giornata a tutti.