Temo presenze…

Devo essere estremamente sincera: nessuno ha il potere di spaventarmi quanto me stessa. Ciò nonostante mi ritrovo ad essere oggi, vigilia di Halloween, spaventata da altro: temo presenze, presenze assenze, ectoplasmiche entità che mi fanno i dispetti.
E’ da ieri sera che cerco disperatamente il mio stampino a foglia. Se qualcuno lo vedesse, sperduto per il mondo e “girovagante”, gli dica di tornare…da me.
Ho pregato Sant’Antonio, che con la barba bianca mi facesse trovare ciò che mi manca; ho guardato dappertutto, ma niente: la foglia non c’è. Non può essere stato che un fantasma, non oso pensare ad altri se non a lui.
C’è una presenza… un fantasma vendicativo che, in corso d’opera, mi ruba gli stampini.
“Caro fantasma: se mi ridai lo stampino a foglia, ti prometto che ti do un pezzo di torta…”.
“No, No! Che fai? Non mangiare i fantasmini! Cannibale!”

Torta faccia da mummia

mummia

Per il pan di spagna al cacao
Ingredienti:
2 uova intere, 3 tuorli, una presa di sale, 100 g di zucchero semolato, 80 g di farina 00, 20 g di fecola, 15 g di cacao amaro, 5 g di lievito
Per la farcitura: crema spalmabile al cioccolato a piacere
Per fare le fasce: un panetto pasta di mandorla o pasta di zucchero o cioccolato plastico bianco
Per i dettagli: pasta di zucchero bianca, ghiaccia, coloranti, riso soffiato, caramelle
Occorrenti: Ciotola, frustino elettrico o planetaria, spatola

Montare le uova con lo zucchero fino a raddoppiarle di volume, aggiungere i tuorli uno alla volta, fino ad ottenere un composto spumoso e che scenda nastro alzando la frusta. Con una spatola inserire un po’ per volta le polveri setacciate. Imburrare la tortiera e ricoprirla con della carta da forno. Infornare a 170° C in forno statico, placca a 2/3 per 35/40 minuti. Lasciare in fessura a forno spento per 5 minuti, poi raffreddare per venti minuti e sformare sulla gratella.
Per decorare: dopo aver tagliato la torta spalmare le basi di crema e chiudere. Con la pasta di mandorle colorata di rosso formare gli occhi. Stendere la pasta di mandorle e tagliarla con un taglia pasta. Appoggiare le fasce sulla torta a piacere. Mettere la torta su un piatto pieno di riso soffiato e caramelle di Halloween.

Signore e Signori: I FANTASMI!

fantasmini

Occorrenti: ciotole, frustino elettrico o planetaria, spatola, teglia rettangolare carta forno
Ingredienti: per il biscotto bianco morbido al cocco:6 albumi, 60 g di farina di cocco disidratato, 25 g di farina 00, 60 g di zucchero a velo, 15 g di panna, 75 g di zucchero semolato, burro per la teglia

Nella ciotola mescolare 2 albumi non montati, il cocco, la farina, lo zucchero a velo, la panna e una presa di sale. Montare i 4 albumi rimasti aggiungendo un po’ per volta lo zucchero semolato. Incorporare gli albumi montati al composto di cocco molto lentamente. Stendere l’impasto nella teglia dopo averla leggermente imburrata e rivestita di carta da forno. Cuocere in forno a 180 °C per 13 minuti. Lasciare in fessura 5 minuti prima di estrare la teglia dal forno.

Per formare i fantasmi: disegniamo il contorno di un fantasma su un cartoncino di buona densità. Appoggiamo lo stencil sulla pasta biscotto e intagliamo il fantasmino. Decorare con ghiaccia colorata e caramelle, a piacere.

Buon lavoro a tutti!

Dolcetto o scherzetto?

Mamma,che buono!

 

I  nostri “ ghiottoni” hanno preservato qualcosa, quindi  possiamo continuare i lavori, passare alla fase decorativa e organizzare insieme una festa di Halloween da brivido con streghe, mostri, zombie, vampiri e tutte le cose più paurose, che se le mangiamo di sicuro non ci faranno più paura.

Questo è quello che abbiamo preparato:

Per ricoprire la torta

1 panetto di marzapane (in vendita nei supermercati)
4 cucchiai di marmellata di albicocche
1 cucchiaino da tè di acqua
Colorante arancio, o giallo e rosso in gel

Scaldiamo la marmellata di albicocche con l’acqua, la passiamo al colino fine e  la spargiamo sulla torta con l’aiuto di una spatola o di un pennello da dolci, anche ai lati. Stendiamo la pasta di mandorle colorata con il mattarello sul piano da lavoro, sul quale avremo distribuito dello zucchero a velo setacciato, la avvolgiamo attorno al matterello, anch’esso cosparso di zucchero e ricopriamo…

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Il navone e l’amore incondizionato

Navone-o-Rutabaga

Navone

Mio diletto,
vi ringrazio per il gentile quanto inaspettato pensiero. Ho gradito ed apprezzato le parole dello scritto che lo ha accompagnato.  Ora, non vorrei darvi alcun dispiacere, sappiate che vi tengo sul mio cuore ogni giorno; ma se era vostra intenzione promettermi amore senza riserve, perché mi avete mandato delle rape bianche?  Vero è che il navone è assai raro, raro quanto l’amore incondizionato che volete dichiararmi, ma pure, non è così dissimile dalla rapa bianca,  simbolo dell’ infedeltà. Apprezzo molto il vostro gesto o, per meglio dire, mi hanno così ben predisposto le vostre parole, che non posso che esserne immensamente felice. Ma parimenti non posso esimermi  dal consigliarvi di chiedere spiegazioni al vostro fruttivendolo, così da attestare la vostra buona fede e placare ogni mio dubbio. Come potrei amare chi mi promette o mi dichiara infedeltà?
Sempre vostra e con tutto il mio cuore P

Non è WhatsApp; non è nemmeno messenger o un SMS. É una lettera. Sì, una lettera che segue un pensiero su un bigliettino, una rarità ai tempi del socialnetamore.
Nel mio dizionario segreto delle verdure il navone rappresenta l’amore senza riserve o incondizionato: una rarità, quanto è raro il navone, o cavolo navone, o rapa svedese, o rutabaga.
Non è stato facile trovare un corrispettivo per la lettera N. Immediato invece è stato attribuirgli il significato proprio. Il navone è quasi impossibile da trovare, tanto quanto è difficile trovare l’amore incondizionato e se si desidera averlo costantemente bisogna coltivarlo e curarlo: l’ analogia con l’amore totale è perfino imbarazzante. lo è altrettanto la somiglianza con la rapa bianca cui è attribuito tutt’altro e contradditorio significato.
Per gli innamorati e per il fruttivendolo tutto si sistemerà: questa è una storia a lieto fine. Ma chi cucinerà la rapa bianca invece del navone sarà perdonato?
Ebbene, solo chi assaggia potrà farlo.

Crema bianca di navone o di rapa bianca profumata al curry

minestra rapa bianca

Per 4 persone

Occorrenti: casseruole, scolapasta, tagliere, frullatore, frusta cucchiaio di legno
Ingredienti: 4 grosse rape  da circa 150 g cadauna, 400 g di besciamella, 2 dl di brodo vegetale
Tempo di preparazione: 30 minuti
Difficoltà: facile

Tagliare le cime della rape e metterle da parte*. Togliere con uno spelucchino la buccia alla rapa (la parte più scura).  Lessare le rape in acqua leggermente salata mescolata ad un bicchiere di latte per 25 minuti, quindi scolare. Mettere nel frullatore le rape, la besciamella e azionare. Aggiungere un po’ alla volta il brodo vegetale, fino ad ottenere la densità desiderata; regolare di sale.   Riscaldare se necessario. Servire la crema  con abbondante curry, una spolverata di pepe e crostini a piacere.

Besciamella: stessa quantità di burro e farina, moltiplicare per 10 per calcolare il latte necessario. Ad esempio per 50 g di burro saranno necessari 50 g di farina e 500 g di latte. Scaldare e sciogliere il burro. Fuori dal fuoco aggiungere la farina in un colpo e mescolare. Rimettere sul fuoco e tostare. Aggiungere il latte un po’ per volta e portare a cottura, frustando spesso.

*Non si butta niente del navone o della rapa: potete usarle per fare un’ottima frittata.

Felice giornata!

La spesa di ottobre: Come spenderemo quell’ora in più

Mamma,che buono!

Come spenderemo quell’ora in più?  Scatterà questa notte l’ora solare e il pomeriggio di  domani mi  sembrerà fatto di un tempo infinito.  La sensazione di scorrere lento del tempo durerà per un po’, poi tutto tornerà nella normalità delle giornate più buie e più fredde: siamo a tutti gli effetti entrati nella stagione Autunnale.
Leggo da fonti  autorevoli che la capacità di adattamento ai cambi dell’ora è messa a dura prova e che non è uguale per tutti: un cittadino su quattro è a rischio insonnia e per i bambini si prospettano notti  agitate. Inoltre, un’ora in meno di luce sommata al freddo, significa per i piccoli un’ora in meno di passeggiate e di gioco all’aria aperta.   Per questa settimana gli esperti consigliano di portare comunque i bambini al parco o a passeggio, ben coperti, perché il movimento li stanca, li predispone al sonno e li aiuta ad adattarsi ai nuovi ritmi.   E  quell’ora…

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Risospaghettocavolettogamberetto

risospaghetto1Non che io voglia lasciarvi orfani di una spiegazione: doverosa come la genitorialità  sull’ atto di nascita. Ma c’è solo da dire che ho aperto il frigorifero. Questa è la spiegazione non- spiegazione della ricetta, nata di corsa come un fungo; battezzata con un nome tutto d’un fiato, tra la fotografia da fare e Francesca affamata.
Acciuffatela!

Risospaghettocavolettogamberetto

Per una persona
Occorrenti: pentola, padella, scolapasta
Ingredienti: 200 g di gamberetti sgusciati, 80 g di tagliatelle o spaghetti di riso, 100 g di cavoletti di Bruxelles lessati, poco olio di oliva, 1 spicchio di aglio, mezzo peperoncino, 2 cucchiai di brandy, curry
Tempo di preparazione: 10 minuti dall’apertura del frigorifero

Sgusciare i gamberetti e tenere da parte il carapace. Lavare i gamberetti sotto l’acqua corrente e metterli a scolare appoggiandoli nel colapasta in cui avremo messo della carta da cucina. In una padella scaldare l’olio assieme all’aglio e al peperoncino. Versare i gamberetti, mescolare e dopo 1 minuto sfumare con il brandy. Aggiungere i cavoletti tagliati. Insaporire mescolando e spegnere il fuoco. Lessare la pasta di riso. Tenere da parte un po’ d’acqua di cottura. Scolare la pasta, versarla nel sugo, aggiungere l’acqua di cottura, abbondante curry e spadellare. STOP!

Nel bel mezzo di una bisque  

Con il carapace dei gamberi che avevate tenuto da parte, è possibile e doveroso preparare un’ottima salsa.
Preparare un soffritto con 2 cucchiai di verdure -sedano, carota, aglio, cipolla –  e 2/3 cucchiai di olio. Aggiungere mezzo peperoncino, 1 cucchiaino di estratto di pomodoro. Inserire i gusci, soffriggere e sfumare con il brandy. Coprire con acqua molto fredda cui avrete unito 10 g di maizena. Cuocere il tutto a fuoco lento per 25/30 minuti. Alla fine passare il tutto al setaccio.

Buona giornata!

Buono e sano: sformato di zucca e pizzoccheri, una ricetta di Giuliana Lomazzi

Apprezziamo la cucina della tradizione: sempre!
Onoriamo i suoi piatti corposi e succulenti: spesso!
Esageriamo: ogni tanto…
Alleggeriamoli e rivalutiamo le loro qualità nutritive. Ottima idea!

sformato di zucca e pizzoccheri 1

Sformato di pizzoccheri e zucca

La ricetta tradizionale dei pizzoccheri prevede di mescolarli con  formaggio d’alpeggio, burro di montagna e patate; in quantità tale da “non guardare in faccia nessuno”. Quindi, presa nella sua versione originale, è un vero peccato, se pur veniale: una gioia  per il palato, ma una colpa per la linea e la salute.
Si sa che la responsabilità non è del pizzocchero in sé, ma di tutto ciò che lo completa. Varrebbe la pena, allora, di rivalutarlo per le sue proprietà e proporlo in maniera diversa; senza vietarci di gustarlo, ogni tanto, nella sua versione canonica.
Così, come ha fatto per Mamma, che buono!,  Giuliana Lomazzi, che è una vera specialista in fatto di cucina e salute, trasformandolo in un piatto ricco di virtù: buono e sano.
Per 4 persone

Ingredienti:1/2 cavolo cappuccio bollito, 300 g di pizzoccheri, 1 ciuffetto di salvia, 500 g di zucca, latte di soia, 3 chiodi di garofano, curcuma, 4 grani di pepe nero, una presa di sale, olio di oliva extravergine a piacere, 200 g di emmentaler

Pulire la zucca e tagliarla. Mettere la zucca in una casseruola, coprirla con latte di soia e aggiungere sale e spezie. Lessare per circa 20 minuti. Passare il tutto nel mixer, aggiungendo il latte di cottura un po’ per volta, per ottenere un passato piuttosto denso.
In una pentola portare a bollore dell’acqua, salare leggermente e lessare per 15 minuti il cappuccio, quindi aggiungere i pizzoccheri. Scolare i pizzoccheri al dente con la schiumarola e tenere da parte il cappuccio per altre preparazioni.
In una pirofila alternare strati di pizzoccheri, passato di zucca e emmentaler a fettine sottili. Decorare la superficie con fili di pasta. Infornare a 180/190°C in modalità statica per 20 minuti, fino a doratura dell’esterno. Servire caldo o tiepido.

E ora Giuliana smonta ciò che ha costruito spiegandoci i perché della sua creazione:

Pizzoccheri: insieme al frumento, contengono saraceno, uno pseudocereale particolarmente gustoso e ben digeribile che regala buone dosi di proteine, minerali e vitamine.  Contiene inoltre triptofano, amico del relax e rutina un flavonoide prezioso per i vasi sanguigni.

Curcuma e pepe nero: la curcuma è un potente antiossidante, capace di prevenire i tumori. Inoltre è alleata del benessere psichico e sposata al pepe eleva al massimo i suoi benefici.

Emmentaler: si sa che i formaggi, soprattutto se grassi, non costituiscono il nec plus ultra  per la salute. Ma, se le mucche sono in alta montagna e mangiano le erbe ricche dei pascoli montani, tutto può cambiare: abbiamo un alimento che diventa importante per la nutrizione. Per coloro che non possono acquistare il formaggio in malga, l’emmentaler è un buon compromesso.

Cavoli e zucca: questi ortaggi di stagione, dalle molte proprietà, hanno dei sapori che si accostano alla perfezione. Sono entrambi provvisti di antiossidanti e capaci di prevenire i tumori. La zucca ha un alto tenore di caroteni; i cavoli sovrabbondano di vitamina C e K. Non dimentichiamo infine che sono carichi di sali minerali e regolarizzano le funzioni intestinali.

Pizzoccheri fatti in casa

pizzoccheri

Non ci danno l’obbligo della forma per cui possono essere tirati a mano con il mattarello e sono ideali per le ” prime volte” della pasta fatta in casa. Tagliateli a piacere con una rotella taglia – pasta della forma che preferite, lunghi quanto volete. L’unico dettaglio importante: impastateli con acqua calda – almeno 40°- e non si romperanno, perché gli amidi rilasciati dalla farina con il calore legano meglio l’impasto.

Per 4 persone

Occorrenti: ciotola, mattarello
Ingredienti: 200 g di farina 0, 150 g di  farina di grano saraceno, una presa di sale, 150 g di acqua alla temperatura di 40°C

Fare la fontana nella ciotola mescolando le farine, aggiungere il sale e l’acqua, poco alla volta. Impastare per circa 10 minuti, fino ad ottenere un impasto liscio. Mettere a riposare in frigorifero almeno un’ ora.
Spolverare il piano da lavoro con farina di grano saraceno. Cospargere di farina anche il mattarello. Tirare la pasta all’altezza di 3 mm circa. Lasciarla asciugare per almeno mezz’ora. Tagliare ad una larghezza di 2 cm e deporli su un vassoio infarinato con farina di grano saraceno.

Ringrazio Giuliana Lomazzi per il prezioso contributo e auguro a tutti una buona settimana.

Tutto quadra

Ci sono giorni in cui so perfettamente di essere tonda e  meglio sarebbe che mi inquadrassi.
Altri in cui sono talmente quadrata, che mi turbo.
Oggi, nella fattispecie delle mie geometrie quotidiane, è un giorno quadrato o inquadrato: vedo quadro, immagino quadro. Tolgo dalla mia credenza lo stampo quadrato.
Ma il ruolo della zucca in tutto questo? La zucca non ha colpe. La zucca subisce e si lascia inquadrare; pure lei, che non ha niente di quadrato. E i cioccolati? Non si lamentino, loro, che sono a quadrotti…Bella confusione!
Ho preso gli ingredienti. Le gocce di cioccolato fondente sono gocce: né  rotonde, né quadrate. Tutt’altra geometria.
Alla fine sono soddisfatta: tutto quadra. E domani?
Domani è un altro giorno: poso lo stampo quadrato e prendo quello rotondo. Buona preparazione.

Torta quadrata di zucca ai tre cioccolati

torta di zucca

Ingredienti per l’impasto: 125 g di burro, 150 g di zucchero di canna, una presa di sale, 3 uova, 300 g di polpa di zucca lessata e schiacciata, 250 g di farina, 10 g di lievito, gocce di cioccolato fondente

Ingredienti per la copertura: 200 g di cioccolato bianco, 200 g di cioccolato al latte
Occorrenti: frustino elettrico o robot da impasto, ciotole, frusta a mano, tortiera quadrata cm 20×20, spatola
Tempo di preparazione: 1 ora, escludendo la cottura della zucca
Grado di difficoltà: medio

Montiamo il burro a pomata con lo zucchero di canna e una presa di sale. Aggiungiamo una alla volte le uova ben fredde e la polpa di zucca, sempre mescolando. Setacciamo la farina e il lievito e li uniamo a mano con la spatola. Addizioniamo infine 2 buone manciate di gocce di cioccolato.
Versiamo l’impasto nella tortiera imburrata e inforniamo a 180°C, in modalità statica per 35 minuti.  Raffreddiamo.
Sciogliamo i due tipi di cioccolato e, dopo averne delimitato una diagonale,  glassiamo la torta con l’aiuto di una spatola. Lasciamo asciugare perfettamente.
A piacere, spolveriamo con cacao amaro.
Auguro a tutti voi un buon fine settimana.       

Le vie della polenta

Se nei tempi trascorsi, nemmeno da tanto, è servita a sfamare generazioni intere, ora non si adegua al nostro stile frettoloso, per l’unica ragione che contempla una lunga e paziente cottura: laboriosa, quindi.
Ma le vie delle polenta…no, non sono infinite. Però, posso indicarne almeno tre.
E non abbiate a perdervi per via se volete gustarla nella sua bontà, ché va mangiata calda, mai fredda; forse tiepida, non bollente.

La via della polenta istantanea

La via della cottura breve è sicuramente la più intrigante per i frettolosi: otto minuti – non un secondo di più- e la polenta è in tavola. Unico svantaggio non si formerà la “raspa”.
Raspa divina! Quella crosticina dorata, che si forma sul fondo e sulle pareti del paiolo per effetto della tostatura e che -a casa mia capita- , saremmo disposte a giocarci ai dadi…

Polenta con fagioli e salsiccia in umido

polenta fagioli e lucanica

per 6 persone

Occorrenti: colino, tegame, cucchiai di legno, tagliere, casseruola, forbici, frusta
Ingredienti: 350 g di fagioli borlotti in scatola (peso sgocciolato), 3 cucchiai di misto per soffritto surgelato, 600 g di pomodori pelati, 800 g di salsiccia a nastro, 4 cucchiai di olio di oliva, 1 spicchio di aglio, 2 rametti di rosmarino, 1 bicchiere di vino bianco, 2 pizzichi di sale, 1 manciata di pepe
325 g di farina per polenta istantanea, 1,5 lt di acqua, 2 cucchiaini di sale grosso
Tempo di preparazione: 25 minuti
Grado di difficoltà: facile

Tagliamo a tocchetti la salsiccia e bucherelliamola in più punti. Sciacquiamo i fagioli sotto l’acqua corrente e lasciamoli sgocciolare. Scaldiamo l’olio nel tagame e rosoliamo l’aglio per 30 secondi, lo togliamo e versiamo il misto per soffritto. Insaporiamo il soffritto, mescolando e aggiungiamo i tocchetti di salsiccia. Rosoliamo per due minuti e versiamo il vino, lasciandolo evaporare per 2 minuti. Aggiungiamo i pomodori a pezzi; saliamo. Laviamo un rametto di rosmarino, lo leghiamo e lo uniamo nel tegame. Abbassiamo e copriamo, ma lasciando uno spiraglio. Cuociamo fino a che il sugo non si è ristretto. Togliamo il rosmarino legato dal tegame e tagliamo dall’altro rametto qualche foglia in pezzettini, che lasceremo cadere direttamente nel tegame delle salsicce. Aggiungiamo i fagioli e mescoliamo. Lasciamo cuocere ancora per 5 minuti, mescolando un paio di volte. Regoliamo di sale, spolveriamo un po’ di pepe e spegniamo.

Versiamo nel paiolo l’acqua, aggiungiamo il sale grosso e portiamo quasi a bollore.  Uniamo la farina di mais mescolando velocemente con una frusta. Abbassiamo la fiamma al minimo e proseguiamo la cottura per 8 minuti o per il tempo indicato sulla confezione.

Suddividiamo la polenta nelle ciotole. Distribuiamo sopra il “toccio” di fagioli e salsiccia e serviamo subito.

La via della polenta pronta

Tutta la polenta in blocco, subito, all’insegna della praticità. E’ la polenta sottovuoto, che dobbiamo solo affettare, scaldare e trasformare in gustose fettine: raffinato accompagnamento di formaggi,  salumi e un alternativa al riso per fare gli arancini.

Arancini di polenta con caciotta

arancini di polenta

Per 4 persone

Occorrenti: ciotola,  cucchiaio, padella, schiumarola
Ingredienti: 500 g di polenta pronta, 150 g di pane grattugiato, 1 uovo, 50 g di grana, 50 g di caciotta, olio di semi di arachide per friggere, un rametto di rosmarino lavato e molto ben asciugato
Tempo di preparazione: 20 minuti
Grado di difficoltà: facile

Togliamo della polenta dal  blocco di polenta con il cucchiaio e, schiacciando e impastando con le mani, formiamo delle pallotte di 3/4 cm di diametro. Inseriamo in ogni pallotta un pezzettino di caciotta e lo ricopriamo di polenta, chiudendo molto bene.
Battiamo l’uovo, mescoliamo al pane il grana. Paniamo le pallotte di polenta passandole prima nell’uovo e poi nel pane. Friggiamo in olio di semi ben caldo. Preleviamo con la schiumarola. Serviamo accompagnando con sugo di pomodoro.

La via della polenta tradizionale

In assoluto è la mia preferita.
La prima necessità è procurarsi una buona farina. Ne esistono varie tipologie: gialla bramata, fioretto, integrale e bianca, più delicata e ottima per accompagnare il pesce.
La seconda necessità è quella di possedere un paiolo. Ricordo i paioli antichi, quelli da mettere sul fuoco o sulla stufa: erano di rame. Poi lo scomodo rame è stato soppiantato dal sicuramente più pratico ed eclettico alluminio. Un’ ottima soluzione è ora costituita dall’antiaderente, che può essere adatto anche ai piani di cottura a induzione.
Terza e, non meno importante, un buon cucchiaio di legno, così da poterla mescolare con buona energia, esercitando ad un tempo i muscoli delle braccia.
Esistono pure dei mescolatori elettrici, ottimi, ma solo in caso di grandi quantità.
E infine la quarta: il tagliere di legno, che possiamo sostituire con una zuppiera.
La cultura della polenta, che mi appartiene,  mi impone di trasmettervi questo “modo di casa mia” per gustare la polenta. Una “chicca” che ho in serbo per i golosi della polenta con il latte: in verità molto pochi.

Polenta e latte, con panna e raspa

polenta e latte

per 4 persone

Occorrenti: paiolo, frusta, cucchiai di legno, frustino elettrico
Ingredienti: 1,5 lt di acqua, 300 g di farina bramata, 2 cucchiaini di sale grosso, un pizzico di zucchero, due cucchiai di olio di oliva, 200 g di panna, latte freddo q.b
Grado di facilità: facile
Versiamo nel paiolo l’acqua. Portiamo quasi ad ebollizione e aggiungiamo il sale, lo zucchero e l’olio. Uniamo la farina a pioggia, mescolando con la frusta.
Cuociamo per almeno un ora, mescolando ogni tanto, su fiamma al minimo.
Montiamo la panna, non densa. Distribuiamo la polenta nelle tazze o nelle fondine. Versiamo sulla polenta del latte freddo di frigorifero. Aggiungiamo la panna e un po’ di raspa.
C’est tout.

P.S. Mentre preparavo questo post, ho avuto notizia che la polenta è stata definita cancerogena. Lascio a  voi  la scelta se evitare di mangiarla o meno.
Per ciò che mi riguarda, viste le “povere” argomentazioni a sostegno della sua pericolosità, continuerò a mangiarla.

Buona giornata!

Basta una goccia

Basta una goccia di pioggia per riflettere il cielo,
ed una sola di rugiada per specchiare il sole.
Basta una goccia di pianto a chiamarne altre,
ed una sola di sangue per leggere un uomo.
Basta una goccia a far traboccare il vaso,
ed una sola di pioggia per aprire l’ombrello.
Basta una sola goccia a far la differenza.
A me è servita per immaginare.

goccia

Goccia di couscous al cioccolato fondente e caramello


Per circa: 6 gocce
Occorrenti: bicchiere, casseruola, coppapasta a goccia, ciotola, cucchiaio o spatola, colino fine, frullatore a immersione
Ingredienti: 90 g di couscous, 175 g di cioccolato fondente, 30 g di burro, 1 cucchiaio raso di cacao, 2 cucchiai di zucchero semolato, 8 zollette di zucchero per il caramello, oppure 4 cucchiai rasi di zucchero e un cucchiaio di acqua, 200 g di lamponi
Tempo di preparazione: 20 minuti + sagomatura
Grado di difficoltà: facile

E’ un imperativo categorico: lasciamo scuocere il couscous. Portiamolo a scottura, facendolo bollire per 5 minuti in acqua bollente salata leggermente, poi lo scoliamo.
Trasferiamo il couscous in una ciotola e aggiungiamo il cioccolato fondente, il burro, lo zucchero e il cacao setacciato.  Mescoliamo e facciamo raffreddare.
Prepariamo il caramello: imbeviamo leggermente di acqua le zollette di zucchero, portiamo a caramellare fino al colore biondo miele scuro. Lontano dal fuoco aggiungiamo i 3/4 dei lamponi. Lasciamo cuocere per circa un minuto e fino a che i lamponi non abbiano rilasciato il loro succo, che andrà a mescolarsi con il caramello. Frulliamo con il mixer e passiamo poi il frullato attraverso un colino fine . Otterremo un composto uniforme e vellutato. Teniamone da parte un po’ per la decorazione e uniamo al restante i lamponi rimasti, mescolando una volta sola, affinché i lamponi rimangano interi.
Formiamo il piatto: a piacere coppiamo il couscous all’interno degli stampini e estraiamo con l’aiuto della parte concava di un cucchiaio. Decoriamo con il succo mescolato ai lamponi interi, tracciamo delle linee con quello tenuto da parte.
L’alternativa, se non possediamo un coppapasta a forma di goccia o coppapasta tondo, è quella di formare delle quenelle, trascinando il composto su due cucchiai. Decorare poi il piatto. Come ci piace.

La goccia è come un giocattolo, potrebbe essere quello in più: superfluo, non necessario.
Se non possedete una goccia potrete usare dei taglia-biscotti o addirittura usare due cucchiai per formare delle quenelle.
Gli attrezzi possono aiutare la nostra fantasia, ma quella viene sempre, assolutamente prima. Buona preparazione! E un sereno fine settimana.

Le pranzo idee della Domenica: Manzo all’olio alla bresciana

manzo all'olio alla bresciana

Assieme alla variegata famiglia dei casoncelli, rimane l’altra ricetta famosa della tradizione bresciana
Deriva dai famosi bolliti di Rovato, che venivano allestiti durante le “Sagre del bue grasso”, dove si premiavano i bovini da carne più “pesanti”. Gli allevatori, allettati dal premio ambito, si sforzavano nell’ allevare le bestie a uova e massaggi giornalieri.
Esistono, del manzo all’olio, alcune varianti, ma tutte si rifanno all’usanza di rimaneggiare il classico bollito e renderlo ben più moderno sostituendo all’acqua del buon olio degli olivi lacustri. Non un dito, non un bicchiere, no: la cottura del pezzo intero viene effettuata nell’olio in immersione completa.
A piacere l’olio può essere mescolato a del vino bianco; si possono aggiungere altre  verdure e variare gli insaporitori, così come il taglio della carne; ma la costante è, senza alternativa o rimedio, la lunga, lunghissima cottura: dalle tre alle quattro ore.
Questa cottura-lessatura in olio profondo, potrebbe lasciarci presagire un piatto molto indigesto. Invece è vero il contrario: il grasso ha solo la funzione di ammorbidire la carne; non passa nella carne, anzi è la carne che rilascia nell’olio il suo grasso, imbibendo dei suoi succhi saporiti l’intingolo, che risulta alla fine delizioso. Buona preparazione!

Per 6 persone

Occorrenti: pentola, spago da cucina, pellicola di alluminio, frullatore a immersione o setaccio a mano
Ingredienti: Kg 1,250 di polpa di manzo adatta (preferibilmente cappello del prete), olio di oliva (tanto quanto necessita l’immersione completa della carne),125 g di finocchio, 125 di sedano, 250 g di carota, 25 g di aglio, 50 g di acciughe sott’olio
Tempo di preparazione: 15 minuti + cottura

Legare la carne con spago da cucina. Inserirla nella pentola. Mondare le verdure, unirle alla carne e aggiungere le acciughe. Coprire con l’olio di oliva. E’ molto importante che la carne sia completamente immersa nell’olio. Meglio quindi usare per la cottura una pentola in quanto è lunga e stretta, come se preparassimo un bollito.  Iniziare la cottura a fuoco vivace. Appena accenna a bollire abbassare al minimo e cuocere almeno per tre ore coperto.
Trascorso il tempo, togliere la carne e chiuderla nella pellicola di alluminio. Fuori dal fuoco  inserire: 50 g di capperi dissalati sotto acqua corrente, 250 g di acqua, 1 cucchiaio abbondante di pan grattato e frullare con il frullatore a immersione o passare con il setaccio a mano.
Tagliare la carne a fette spesse. Mettere in un piatto e irrorare con la salsa. Servire ben caldo accompagnato da polenta o purè di patate.

Buona giornata!