Il budino è di pane e caffelatte

 

Che il valore del pane debba essere trasmesso da padre in figlio è un principio oramai assodato e diffuso. Adoperare gli avanzi del pane non è più un merito ma un’abitudine, fortunatamente. Tuttavia se il pane grattato, il pane bagnato, il ripieno con il pane, la torta di pane, le bruschette e molti altri modi di usare il pane avanzato, fanno oramai parte della cucina di ogni giorno, ci sono alcune ricette ancora quasi sconosciute e molto gustose. Il budino di pane ne è un esempio.
Questa ricetta è una delle sue varianti: perché non utilizzare anche il caffelatte rimasto? Doppio riciclo doppia valenza. Se poi per decorare usiamo delle piccole primule selvatiche, neonati sguardi della primavera in arrivo, ecco che il budino di pane diventerà un elegante dessert.
Ah, dimenticavo: le primule spolverate con zucchero a velo sono deliziose da mangiare.

 

 

200 g di pane raffermo, 400 g di latte e caffè o caffè d’orzo a piacere, 150 g di zucchero, 3 uova, 1 cucchiaino di cacao (facoltativo), fiori selvatici e zucchero a velo per decorare

Spezzettate il pane e copritelo con il latte bollito assieme allo zucchero. Quando il pane avrà assorbito tutto il latte, mescolate fino ad amalgamare e aggiungete le uova leggermente battute e il cacao, se previsto. Versate il composto in uno stampo da plum cake o in stampini da budino. Sistemate lo stampo o gli stampini in una teglia sopra ad un foglio spesso di carta da cucina o ad una gratella sottile (serve ad isolare il fondo dello stampo da cottura). Versate acqua molto calda nella teglia fino ad arrivare a 2 centimetri dall’altezza.  Cuocete il budino in forno statico a 180°C per 50 minuti (30 min. se gli stampi sono piccoli). Servite il budino con salsa al caramello, o confettura, o cioccolata fusa e decorate con zucchero a velo e fiori selvatici.

 

Felice giornata a tutti!

La torta di pane e frutta secca

torta-di-pane

Come sanno tutti coloro che si godono il mattino presto, l’Autunno inoltrato possiede una luce del tutto particolare e questo è già motivo sufficiente per bersi un caffè davanti alla finestra. Soprattutto di Domenica regna il silenzio, l’aria è pulita e le montagne di fronte sono adesso sovrastate da una spessa coltre di nubi color latte da dove fa capolino un grazioso spicchio di luna. I lampioni sono ancora accesi, forse non è troppo presto per fare una camminata.
Ammirare il mondo nella sua schiettezza è un previlegio, è l’oro famoso del mattino. Cammino e penso, penso al lato positivo di quel qualcosa che non è andato come avrebbe potuto, quel lato che non sarà mai sufficientemente ampio, ma ci sarà.
Ed è la luce particolare di questo Novembre che si diffonde dolcemente, sono le nuvole che fanno il posto ad un cielo d’acciaio, i saluti di chi incontro, che mi fanno desiderare la semplicità, in mezzo a tutto ciò  che  non ha spiegazioni o non ne dà, a prescindere.
Ho bisogno di semplicità oggi; ho bisogno di dolcezza, subito. Ho bisogno di inventare una torta di pane.

Per 8 persone  (tortiera diam. 20/22 cm)

150 g di pane

150 g di zucchero bruno

2 albumi

3 tuorli

70 g di burro

170 g di latte

50 g di uvetta

100 g di nocciole

50 g di noci

1 bicchierino di marsala

un pizzico di sale

Spezzate il pane e irroratelo con il latte. Schiacciate con una forchetta affinché si bagni il più possibile. Sciacquate l’uvetta e mettetela ad ammollare nel marsala e poca acqua. Preferibilmente tostate la frutta secca per 10 minuti in forno a 150° e poi tritatela grossolanamente. Strizzate il pane e unitevi le lo zucchero, il burro morbido, i  tuorli e il sale. Mescolate e unite la frutta secca e l’uvetta strizzata. Infine aggiungete gli albumi montati a neve, delicatamente. Versate il composto in una tortiera imburrata e infarinata e cuocete a 180° per circa 45 minuti. Cospargete prima di servire con zucchero a velo e decorate a piacere.

Consigli: non solo pane per questa torta. Potete usare grissini, fette biscottate o biscotti. Sostituite la frutta secca e essiccata (uvetta) che ho usato con altra a piacere.

Felice giornata a tutti.

 

 

 

 

Meringa morbida con biscotto di cioccolato

E fu così che l’albume ebbe la sua seconda, se pur brevissima, vita. Anche il biscotto al cioccolato, dimenticato,  godette di un trattamento migliore che non fosse di finire chissà dove.  Perché quando uno rivolta le coperte del letto e vorrebbe girare così facilmente la sua vita, può venirgli da pensare  anche alle  vite degli altri. Perché ognuno, sì ognuno, ha diritto alla sua seconda possibilità.

Ed eccola qua:

meringa-morbida-con-biscotto

Meringa morbida con  biscotto di cioccolato

Per 20 meringhe

100 g di albume

200 g di zucchero

100 g di biscotti al cioccolato

Mettete l’albume e lo zucchero in una bacinella, che possa andare su un bagnomaria, o nella ciotola dell’impastatrice. Mescolate e ponete il recipiente sul bagnomaria. Scaldate l’albume e lo zucchero fino a 68°, se non avete il termometro per 5 minuti, mescolando ogni tanto con una frusta. Montate poi fino al raffreddamento. Sbriciolate i biscotti e uniteli delicatamente alla meringa. Con l’aiuto di due cucchiai formate le meringhe, grandi quanto una grossa noce, sulla teglia foderata con carta da forno. Cuocete a 100° in forno ventilato per circa 20 minuti.

Ragazze???
Dove sono le meringhe, che volevo assaggiarne una?
…Finite, Ma!


Felice giornata a tutti.

 

Pappa col pomodoro: la zuppa d’Estate

Non c’è zuppa…pardon: non c’è storia. La pappa col pomodoro è molto famosa, tanto quanto le brioche della Pompadour. Ma se su queste potremmo nutrire dubbi storici, non è plausibile nutrirli sulla pappa e sul fatto che un popolo affamato fa la rivoluzione. Lo gridava a squarciagola tale Giannino Stoppani, alias Giamburrasca che preso dalla fame definì la pappa col pomodoro un vero capolavoro.

Prima delle brioches della regina di Francia, ahimè decollata, esisteva la pappa col pomodoro, nata dall’intelligenza culinaria dei contadini affamati e arrivata quasi intatta – la ricetta originale è sempre rispettata, salvo rari e comodi casi – sino ai giorni nostri.

E’ un piatto davvero povero ma appunto molto arguto e saporito, ottimo per utilizzare gli avanzi del pane e per servirsi di quei pomodori un tantino troppo maturi.

Giamburrasca era il mio monello preferito dopo Tom Sayer e tanto mi ha fatto divertire. E come tutti i monelli aveva un talento particolare a far arrabbiare i suoi pochi ma onesti genitori. Pensandoci bene: chi non ha un Giamburrasca o più di uno in casa? E allora non è male proporre per le cene d’estate una buona pappa col pomodoro che è migliore tiepida o fredda. Un’avvertenza: il giamburrasca di turno l’amerà, e tanto, da chiedervela a squarciagola.pappa col pomodoroper 4 persone

800 g di pomodoro costoluto

200 g di pane toscano raffermo

1 cipolla

2 spicchi di aglio

2 rametti di basilico

1 cucchiaio abbondante di concentrato di pomodoro

1 pizzico di zucchero

1/2 bicchiere di olio

brodo vegetale

Un mazzetto di basilico

Peperoncino in polvere

Sale, pepe

Tagliamo il pane toscano a fette e disponiamole senza sovrapporle sulla placca da forno. Tostiamole per circa 5 minuti a 200°.  Spelliamo gli spicchi d’aglio eliminiamo il germoglio e tagliamo la cipolla.  Facciamo un soffritto con l’olio, l’aglio e la cipolla,  aggiungiamo i pomodori tagliati a pezzetti, il concentrato e lo zucchero. Copriamo e cuociamo per venti minuti, poi passiamo tutto al setaccio a mano.   Disponiamo le fette di pane in una casseruola, l’ideale sarebbe quella di coccio, uniamo la salsa di pomodoro e abbondante brodo vegetale.  Cuociamo coperto a fuoco basso per un’ora mescolando di tanto in tanto con una frusta, fino a che il pane non si sarà ammollato e il brodo non sarà evaporato.   Profumiamo la pappa con le foglie di basilico spezzettato e un po’ di peperoncino in polvere.  Mescoliamo regoliamo di sale e serviamo la pappa tiepida. E’ molto buona anche fredda.

Una felice giornata a tutti!

 

 

Flan all’ananas: la fine gloriosa di un tiramisù

Io sono un valoroso tiramisù. Sono o ero: ora nutro dei dubbi. Prima mi vogliono grande e grosso, come se non dovessi bastare mai. Poi, e qui sta l’inghippo, vogliono disfarsi di me: da tiramisù, divento mettilolà, dammeloqua… ed è tutto un fuori e dentro dal frigorifero. Sono grande e grosso, sì, ma un poco giuggiolone e tendente – l’avreste mai detto – al delicato e mi fan male gli sbalzi di temperatura!  Così, dopo avermi usato e poi cambiato nome centomila volte, arriva l’ultimo appellativo, quello senza alternative e ritegni: buttalovia. Ora: la vita è cosi e ti fa sempre fuori, ma questa è, in vero, una gran brutta fine: una brutta fine nell’umido dove è tutta una livella. Dove, se mi va bene, vengo improvvisamente investito da una manciata di spaghetti al pomodoro o devo aprirmi un varco tra gli ossi del pollo; cercare di fermare una doccia fredda di minestrone o una pioggia di riso come uno sposo appena sposato. Altro non oso narrare. Ma che faccenda! Calatevi, miei cari, nei miei ingredienti, pardon: panni. Non dimenticatevi del mio passato. Io ero un valoroso tiramisù, capace di rinvigorire le forze e smuovere anche gli appetiti più deboli. Non è che per questo mi merito forse una fine un po’ più gloriosa? flan all'ananas Ingredienti: 150 g di tiramisù alla frutta avanzato (in questo caso ananas), 100 g di panna fresca liquida, 2 uova, 100 g di polpa di frutta (la stessa del tiramisù), 2 cucchiai di maraschino per la frutta, marmellata a piacere per decorare Occorrenti: ciotola, mixer (frullatore), teglia da forno e carta da cucina per il bagnomaria Tempo di preparazione: 2 ore Preriscaldate il forno a 180°C. In un mixer frullare a bassa velocità l’avanzo del tiramisù con la polpa di frutta. Versare in una ciotola e aggiungere le uova. Infine unire la panna. Non ho aggiunto zucchero, ma se volete potrete aggiungerne 50 grammi. Mescolate molto bene. Versare il composto in stampini monoporzione e preparate il bagnomaria. Adagiate sul fondo del recipiente di cottura dei fogli di carta da cucina, che isoleranno il fondo dei dolcetti dal calore diretto, Appoggiate gli stampini all’interno e versate tanta acqua ben calda, quanta ne basta per arrivare ad un centimetro dal bordo del recipiente di cottura. Infornate nel forno al medio livello e cuocete per 20 minuti a 180°C, in seguito abbassate la temperatura di 20°C e proseguite la cottura per 20 minuti. Il dolce sarà cotto quando inserendo la lama di un coltello ne uscirà quasi del tutto pulita. Se avete un termometro da cucina vi sarà facile misurare la temperatura di cottura al cuore: 65°C. Estraete i flan forno senza toglierli dal bagnomaria e lasciateli intiepidire. Copriteli poi con pellicola e raffreddateli almeno per 6 ore in frigorifero. Durano cinque giorni se tenuti ben coperti. Il tiramisù avanzato si può utilizzare evitando, quindi, il pericolo delle contaminazioni batteriche, soprattutto se le uova non sono state pastorizzate ( non dura più di due giorni).  Si possono riutilizzare sia il tiramisù alla frutta che quello tradizionale sostituendo, in questo caso,  la polpa di frutta con altro mascarpone o crema spalmabile alle nocciole ed usando al posto del maraschino del cognac. Infine si decora con scaglie di cioccolata o una generosa spolverata di cacao. Il dolce è ancora più gradevole se consumato ben freddo. Felice giornata a tutti.

Meringhe nocciolotte al cucchiaio

Ora non sono tempi da forni e da fuochi: meglio un buon prosciutto e melone, una caprese e poco poco di insalata. Meglio sarebbe quanto di più simile ci sia ad un ristorantino fuori porta, romantico e pittoresco, poi. In fine, meglio sarebbe non cucinare.
Che dire: queste meringhe nocciolotte al cucchiaio  sono state pensate in un giorno di pioggia fina fina, dopo una torta alla crema pasticciera e albumi d’avanzo. E pioveva, pioveva così fitto, che ci si lamentava  invocando il caldo. Riguardo al tempo non s’è mai contenti, così come accade per i capelli che quando son ricci li vorremmo lisci e se son neri li vorremmo biondi. Per la chioma, tuttavia, potrebbe esserci un rimedio, invece il tempo io lo accolgo e prendo quel che c’è.
Ora, che il caldo è arrivato, che non è tempo da forno, non è in verità tempo da meringhe. Pensare che, già con qualche grado in più, si potrebbe tentare la “cottura su davanzale” picchiato al bel sole di Giugno.  Quindi, se preferite  accantonare la ricetta come si fa con i progetti accattivanti che si iniziano al momento giusto, attendete pure con comodo una pioggerella fina. Buona preparazione.

meringa con nocciole

Ingredienti:130 g di albumi, una presa di sale, 130 g+130 g+ 65 di zucchero semolato, 1 cucchiaio di succo di limone, 150 g di granella di nocciole tostate

In dotazione: placca da forno, carta da forno, frustino elettrico o  monta-uova (impastatrice), ciotola, 2 cucchiai, sacchetto robusto di plastica o carta, batticarne, teglia

Stendiamo le nocciole su una teglia e mettiamo le a tostare in forno per circa 10 minuti ad una temperatura di 150°C, mescolandole ogni tanto per garantire una tostatura uniforme. Raffreddiamole leggermente e mettiamole in un robusto sacchetto. Battiamole e riduciamole in granella non eccessivamente sottile.
Nella ciotola iniziamo a montare gli albumi e uniamo i primi 130 g di zucchero un po’ per volta. A questo punto versiamo gli altri 130 g di zucchero in due volte moderando la velocità. L’ultima parte di zucchero va unita in una volta sola preferibilmente a mano. Infine aggiungiamo parte della granella di nocciole e un cucchiaino di succo di limonbe filtrato.
Con l’aiuto dei cucchiai formiamo le nocciolotte grandi a piacere. Inforniamo in forno ventilato a 100 gradi per un ora tenendo lo sportello del forno in fessura. Le nocciolotte sono volutamente tenute più morbide di una meringa tradizionale. Gustatele con crema inglese o gelato alla vaniglia.

Si conservano per almeno dieci giorni chiuse in una scatola da biscotti.

Buonissima giornata a tutti!

Dal superfluo il necessario: come riutilizzare gli avanzi di un filetto di pesce

Pare già tutto chiarito nel titolo ma, desiderando essere più precisa, vi racconto. Acquisto dei buoni filetti di branzino congelati. Ci sarebbe di meglio, ovvio: il pesce pescato, fresco, strappato quasi a forza dalla cassettina del pescatore appena giunto al porto. Già.
Mi devo però accontentare, e va bene così. Prevedo il consumo di tutto il sacchetto e lo scongelo interamente. Una volta scongelato il pesce lo lavo sotto l’acqua corrente fredda e lo metto tra due fogli di carta da cucina per asciugarlo.
Desidero una cottura semplice e veloce. Prendo la bistecchiera, la metto a scaldare e nel frattempo verso direttamente nel piatto di portata: olio di oliva, poco sale, mezzo spicchio di aglio a fettine, un cucchiaio di prezzemolo tritato, poco succo di limone. Con una forchetta mescolo la mia citronette, che è pronta per accogliere i filetti. Metto un foglio di carta forno sul fondo della bistecchiera e adagio i filetti. Cuociono in pochissimo tempo, nemmeno due minuti per parte*. Li giro delicatamente con la paletta e, una volta cotti, li adagio sulla citronette cercando di distribuirla molto bene. Hanno veramente un ottimo aspetto. Ma…Squilla il telefono.
Vero quanto chiaro: la pizza con le amiche vale il miglior branzino, anche fosse pescato, di tutti i mari. Il pranzo per domani è già praticamente pronto.

Gnocchi di patate al branzino, pomodorini e olive

Gnocchetti di patate al branzino

Ingredienti per 2 persone: 300 g di gnocchetti di patate, almeno 100 g di avanzo di filetto ben pulito dalla pelle (se c’era), 1 cucchiaio di olio di oliva a testa, pepe nero, poco sale, poco zucchero, 8 pomodorini, olive nere denocciolate (a piacere), 1 spicchio di aglio pelato e schiacciato, prezzemolo o timo o basilico tagliati grossolanamente
Occorrenti: padella, coltello, tagliere
Tempo di preparazione: 15 minuti
Mettiamo a bollore l’acqua per lessare gli gnocchetti. Nel frattempo: laviamo e tagliamo i pomodorini in 2 o 4 parti. Versiamo l’olio e poniamo l’aglio in una padella. Scaldiamo e tuffiamo i pomodorini. Saliamo delicatamente, aggiungiamo lo zucchero e lasciamo rosolare a fuoco vivace. Tagliamo le olive nere a rondelle o a metà (possiamo lasciarle intere) e le mescoliamo ai pomodorini; uniamo il pepe e proseguiamo la cottura per un minuto. Tagliamo i filetti a pezzetti eli uniamo  al sugo di pomodorini e olive, a fuoco spento, assieme gli aromi scelti.
Quando l’acqua bolle versiamo gli gnocchetti e lasciamo che inizino a salire in superficie. Teniamo da parte un po’ d’acqua di cottura. Accendiamo il fuoco sotto il sugo e scoliamo gli gnocchetti direttamente nella padella. Saltiamo e serviamo ben caldo.

*La temperatura al cuore di un filetto di pesce è di 65°C

Solare giornata a tutti!

 

 

Il mio modo con gli asparagi

Non rinuncerò mai al “mio modo” con gli asparagi. E’ un comodo vezzo di famiglia quello di eliminare tutta la parte più dura e fibrosa. Tac, in un sol colpo, così:

asparagi spezzati

Di famiglia, perché mio padre me lo trasmise. Non amava vedere gambi mezzi mangiati nel piatto. Inoltre adorava quelli cucinati alla Bismark: con l’uovo al burro e il parmigiano – in questo caso non puoi perderti a mangiarli uno per uno.
Qualcuno mi fa osservare che il mio modo lascia molto, di verde e non verde, ma: tutto ciò che avanza andrebbe comunque lasciato nel piatto e poi buttato. L’ asparago, da sempre, lo uso in toto o quasi.
Allora, stacco la parte di scatto e sciacquo gli asparagi. Poi porto a bollore dell’acqua leggermente salata in un recipiente da cottura poco profondo, ad esempio una padella con manico. Non li cuocio troppo. La cottura dell’asparago deve essere veloce per mantenere il colore, la croccantezza e integre le doti organolettiche. Quando la forchetta si infilerà senza fatica nella parte superiore alla punta è giunto il momento di prendere una schiumarola per scolarli ed adagiarli in un piatto ben freddo. Così:

asparagi pronti

Conservo l’acqua di cottura per rafforzare il sapore del brodo vegetale per il risotto con gli asparagi o Primavera e tengo da parte alcuni asparagi: cotti in questo modo si conservano ben coperti in frigorifero per almeno 4 giorni.

asparagi con gli scarti

E questo è lo scarto. Ho alcune possibilità ai fini dell’utilizzo. La prima mi induce a tagliare sul tagliere la parte verde, già fibrosa ma non troppo e buttare la parte finale. La seconda mi suggerisce di non buttare proprio nulla. Infatti: sciacquo gli avanzi e li tuffo acqua bollente; unisco qualche grano di pepe nero, cuocio per almeno 30 minuti, coperto. Una volta cotto, metto tutto in  buon frullatore. Frullo ad alta potenza fino ad ottenere una crema. Infine passo il composto al setaccio a mano per separare le le parti fibrose degli asparagi. Conservo la parte semiliquida coperta in frigorifero per fare una vellutata.  asparagi polpa  La polpa rimasta nel setaccio è inservibile? Si e no.
asparagi cialdeSe pensiamo che diversamente era da buttare, provo a sfruttarla per fare una cialda abbastanza secca e saporita. Faccio asciugare molto bene la fibra in una casseruola per almeno 2 minuti a fuoco basso, mescolando spesso, al fine di perdere quasi tutta l’umidità. Una volta raffreddata la mescolo alla stessa quantità di grana grattugiato e aggiungo poco olio. Scaldo una padella antiaderente e formo con il cucchiaio dei piccoli cerchi di composto. Lascio cuocere e poi giro le cialdine con una paletta. Possiamo lasciarle piatte, curvarle leggermente appoggiandole sul mattarello, oppure farne dei piccoli cannoli e addirittura riempirli con formaggio cremoso tipo Philadelphia.

Felice giornata!

asparagi cannoli

Gli Gnudi in Lombardia

Non è un fatto di natali: gli Gnudi son nudi dovunque. E non è, questa manifestazione di nudismo,  questione di oltraggio al pudore. Di certo si sa che non sono da rivestire: gli Gnudi si devono lasciare come appena nati. Anche il nostro meraviglioso “Capo di lassù”, in questo caso, ci lascia fare e pone da parte il suo invito a rivestirli. Perché gli Gnudi ,nati nudi in Toscana, rimarranno tali: nudi anche in Lombardia, con qualche piccola variante dovuta ai climi. Non sono comunque impudici, né in un posto né nell’altro; vanno nudi in Estate e nudi anche nell’Inverno più rigido. E mai, mai  saranno scostumati  o sfacciati: solo sfacciatamente gustosi. Buona preparazione.

Gli gnudi toscani sono molto simili ai malfatti Lombardi. In pratica sono nudi perché non ricoperti da pasta fresca. Se lo fossero sarebbero dei perfetti Tordelli nel caso della Toscana o Casoncelli per i Lombardi. La mia versione Lombarda prevede ingredienti cari a questa regione: verza, luganega, carne lessa d’avanzo del bollito misto. Nessuno vieta di vestirli, ma non sono più gnudi.

 GLI GNUDI

 

Per 4 persone: 100 g di formaggio grana Padano grattugiato, 50 g di “luganega”, 100 g di pane grattugiato, 1 uovo, 1 spicchio d’aglio tritato sottile, avanzi di bollito misto tritati, 50 g di verza (le foglie esterne) lessa, brodo, 1 cipolla bianca, 1 cucchiaio di olio, 30 g di burro.

Preparate tutti gli ingredienti, una ciotola e una padella. Mettete nella ciotola la carne tritata, il pane grattugiato, il grana, l’aglio,  il prezzemolo e la luganega. Unite l’uovo (meglio metà) leggermente battuto con una forchetta e mescolate. Unite il brodo (se, non vi è rimasto quello del bollito, di dado) ben caldo e amalgamate il composto. Nella padella mettete olio, burro e la cipolla tagliata molto sottile. Spumeggiate e unite il composto, schiacciatelo con una forchetta e mescolatelo per ben insaporirlo. Togliete la padella dal fuoco e raffreddate. Andate quindi a formare delle polpettine di forma ovale, grandi quanto una grossa oliva. Preparate un vassoio foderato con carta forno cosparso di poca farina e adagiate gli Gnudi. Se non li mangerete subito potrete  congelarli all’interno del vassoio coperto con pellicola. Poi una volta gelati potrete trasferirli in un sacchetto per alimenti. Cuociono in 4/5 minuti in acqua bollente salata. Per servirli consiglio della salsa di pomodoro e basilico, ma sono ottimi anche con burro e salvia. Se avete notato non ho ritenuto opportuno mettere altro sale nell’impasto, ma se volete potete aggiungerlo.

Buonissima giornata!

Ciambella glassata con la cioccolata dell’uovo

Tesoro? MI è rimasta la cioccolata dell’uovo di Pasqua. Un bel po’…
Amore? Al latte o fondente?
Fondente, tesoro.
Amore? Facci una torta!
Tesoro! Lo sai che non so fare torte…
Amore? Cosa diresti di provare, almeno una volta?
Boh…
…Ma non mi parli sempre di quella tua amica, quella del blog di cucina? Chiama lei. Prova! 

Appunto. La cioccolata dell’uovo di Pasqua  è rimasta, sicuramente. Se Amore mi chiamerà ne sarò ben felice. In caso contrario ecco qua la ricetta, molto facile, per tutti i Tesori a cui è rimasta la cioccolata e per tutti gli Amori che desiderano una torta con la cioccolata.

ciambella a fette con cioccolata

Ingredienti per uno stampo da 22 cm: 3 uova, 180 g di zucchero, 2 g di sale, 125 g di margarina, 8 g di lievito in polvere, 180 g di farina, 2 cucchiai di rum scuro, 100 g di fichi secchi, 80 g di albicocche secche, 100 g di cioccolato, 2 cucchiai di pistacchi tritati (o altra frutta a guscio a piacere)
Per glassare: 200 g di cioccolata fondente, 4 cucchiai di latte
Per decorare: cacao o riccioli di cioccolato
Occorrenti: mixer o frullatore, ciotole, coltello, tagliere, microonde o bagnomaria, caraffa con becco, gratella, carta da forno.

Iniziate a pesare gli ingredienti, così avrete tutto a portata di mano. Con il coltello tagliate la frutta essiccata – dopo averla sciacquata -, il cioccolato (tenete la lama del coltello sull’angolo e si taglierà perfettamente) e la frutta a guscio. La grandezza dei pezzetti è a piacere. Imburrate e infarinate lo stampo da ciambella*. Mettete nel bicchiere del mixer la farina setacciata con il lievito, lo zucchero, il sale, la margarina e poi le uova e il rum. Azionate l’apparecchio e fatelo girare per almeno un minuto. Pulite i bordi e poi mandatelo a pieni giri ancora per un minuto. Aggiungere la frutta secca e mescolate, con una spatola. Versate il composto nello stampo e cuocete il dolce a 180° C in modalità statica, placca a metà, per 40/45 minuti. Togliete dal forno e lasciate raffreddare. Rovesciate la ciambella sulla gratella e preparate la glassa. Tagliate, a pezzi piccoli questa volta, il cioccolato per la glassatura e unitevi il latte. Scaldate nel microonde o a bagnomaria fino a che non avrete ottenuto un emulsione perfetta. Trasferitela nella caraffa con il becco. Appoggiate la gratella su della carta da forno (la glassa in eccesso potrà essere riutilizzata) e versate la glassa, anche non ricoprendo la ciambella completamente: l’effetto sarà molto bello. Raffreddate a temperatura ambiente e decorate a piacere con riccioli di cioccolato o spolverizzando con il cacao.

* lo stampo non è determinante. Se non avete uno stampo a ciambella potete usare uno stampo rotondo. Potete aggiungere altri tipi di frutta essiccata, se preferite.

ciambella glassata al cioccolatao intera

Felice giornata!