Chi si stufa delle mele?

Che ci crediate o no, ho ancora qualche idea per dolci a base di mela…

CROSTATA DUE MELE

Per la pasta

200 g di farina
100 g di zucchero semolato
100 g di burro morbido
2 tuorli
1 pizzico di sale

Per la farcia

3 mele renette
3 cucchiai di zucchero
10 savoiardi
2 cucchiai di Calvados

Per decorare

Una mela fuji
Gelatina di albicocche

Prepariamo la pasta: dentro una ciotola mescoliamo il burro con lo zucchero e il sale senza montare, aiutandoci con una spatola.  Aggiungiamo i tuorli ben freddi e leggermente battuti con una forchetta, amalgamiamo e poi aggiungiamo la farina tutta in una volta.  Amalgamiamo, versiamo l’impasto sul piano da lavoro e amalgamiamo quel  tanto da formare una palla(non più di un minuto).  Mettiamo a riposare in frigorifero.

Prepariamo il ripieno: peliamo le renette e togliamo il torsolo , tagliamole a cubetti piccoli, mettiamo in una casseruola con lo zucchero e lasciamo cuocere per 30 minuti a fuoco dolce, dovranno essere morbide.

Sbricioliamo i savoiardi e mescoliamoli al Calvados.

Preleviamo l’impasto dal frigorifero,  lo stendiamo sul piano infarinato e lo adagiamo nella tortiera ben imburrata.  Dopo aver forato il fondo con i rebbi della forchetti, versiamo i savoiardi, livelliamo e poi la composta di mele.  Mettiamo in forno a 180°c per 20 minuti.  Estraiamo la tortiera e disponiamo sopra la composta la mela fuji, che avremo pelato detorsolato e tagliato a fettine sottilissime.  Lasciamo cuocere ancora per 15/20 minuti, abbassando il forno a 170°c.  Una volta cotta, la sformiamo sul piatto da portata e la lucidiamo con la gelatina di albicocche, scaldata con un cucchiaio di acqua.

STRUDEL MELE E NOCCIOLE

Per uno strudel grande o due piccoli di circa 35 cm.
Teglia bassa e ampia
1 canovaccio grande

Per la pasta

150 g di farina 00
40 g di burro molto morbido
1 cucchiaio di zucchero
1 pizzico di sale
1 uovo

3 cucchiai di acqua tiepida

Per il ripieno

3 mele golden delicious, pelate, senza torsolo e tagliate a fette sottili
30 g di burro
3 cucchiai di pane grattugiato o di biscotti secchi frantumati
2 cucchiai di nocciole macinate grossolanamente
2 cucchiai di uvetta
1 bicchierino di marsala o rum

Per la finitura

3 cucchiai di zucchero semolato
30 g di burro fuso
Zucchero a velo(facoltativo)

Prepariamo la pasta: facciamo la fontana, mettiamo in mezzo l’uovo, che sbatteremo con una forchetta il burro morbido il sale e lo zucchero.  Impastiamo aiutandoci con una spatola, aggiungendo man mano l’acqua.  Formiamo una palla morbida e uniforme, che metteremo coperta in frigorifero per almeno due ore.

Per il ripieno:  laviamo l’uvetta e mettiamola a bagno nel liquore caldo per 30 min.  fondiamo il burro in una larga padella, aggiungiamo il pane grattugiato o i biscotti e scaldiamo per 2 minuti.  Versiamo nella padella le mele tagliate, mescolando e, lasciando cuocere per 3 minuti.  Togliamo dal fuoco, aggiungiamo le nocciole e l’uvetta ben scolata e strizzata.  Lasciamo da parte.

Preleviamo l’impasto dal frigorifero, stendiamo sul piano da lavoro un grande canovaccio e infariniamolo molto bene, poi iniziamo a tirare la pasta con il mattarello molto infarinato, sul canovaccio.  Quando l’avremo steso ad un altezza di circa 3 mm.  con il mattarello, iniziamo a tirare la pasta partendo dal centro con le nocche delle dita, rendendola quasi trasparente e dandole man mano la forma di un rettangolo.

Una volta ben stesa la pennelliamo con il burro rimanente e fuso, aiutandoci con carta da cucina se non abbiamo un pennello.  Versiamo il ripieno a circa 10 cm dal bordo verso di noi e, con l’aiuto del canovaccio, arrotoliamo lo strudel, poi lo adagiamo sulla placca rivestita di carta forno.  Chiudiamo e sigilliamo ai lati e l’apertura aiutandoci con un po’ di acqua.  Pratichiamo dei taglia diagonali in superficie e pennelliamo con il burro fuso.  Cospargiamo con lo zucchero semolato e inforniamo a 180°, placca del forno a metà, per 35 minuti.  Una volta cotto, a piacere lo spolveriamo di zucchero a velo e serviamo a fette.

           

TORTA CLASSICA DI MELE

 4 uova
30 g di farina di mandorle
1 mela renetta a cubetti(200 g circa)
180 g di zucchero semolato
100 g di fecola
2 cucchiaini di lievito in polvere
2 pizzichi di sale
3 cucchiai di liquore tipo brandy
100 g di burro morbido
5/6 gocce di estratto di vaniglia

Per decorare

Mandorle in granella
Zucchero a velo

Montate il burro con lo zucchero e i tuorli ben freddi a crema.  Aromatizzate con il liquore e la vaniglia.  Setacciate sul composto le fecola il lievito e il sale.  Incorporate la farina di mandorle e i cubetti di mela, alternando con gli albumi montati.  Versate il composto nello stampo ben imburrato e cosparso di fecola, livellate la superficie e ricoprite con la granella di mandorle.  Infornate la torta a 175°c per 45 min., poi proseguite la cottura con forno statico e calore solo dal basso per altri 10 min.  Sfornate la torta, attendete 10 minuti e sformatela sulla gratella a raffreddare.  Servite il dolce dopo averlo cosparso di zucchero a velo.

CROSTATINE CON COMPOSTA DI MELA

Per 6 crostatine
Stampi da crostatina cm 12

Per la pasta

100 g di farina di riso
230 g di fecola di patate
120 g di zucchero semolato
1 pizzico di sale
160 g di burro morbido
1 uovo

Per la farcia

3 mele golden
2 cucchiai di zucchero semolato
3 cucchiai di confettura di mirtilli

Preparate la pasta:  versate in una ciotola tutti gli ingredienti e impastate velocemente, tanto quanto basta a formare una palla che metterete a riposare in frigorifero per un’ora, avvolta con pellicola trasparente.  Per il ripieno: pelate le mele, detorsolatele e tagliatele a fette sottili.  Fatele cuocere a fuoco dolce con lo zucchero semolato per 30 min (devono diventare morbide e non bagnate).  Prelevate l’impasto e stendetelo aiutandovi con la fecola di patate all’altezza di 4mm.  Imburrate bene gli stampini e formate con l’impasto 6 cerchi di un cm. di diametro superiore a quello degli stampini.  Adagiatevi l’impasto negli stampini e rifilatelo.  Velate il fondo con la confettura di mirtilli, poi riempiteli con la composta di mele.  Con i ritagli della pasta formate delle strisce e incrociatele sulle crostatine, premendo ai bordi.  Infornate a 175°c per 30 min., poi proseguite la cottura per altri 10 minuti con calore solo dal basso.  Sfornate i dolcetti e aspettate almeno 20 minuti prima di sformarli.

La spesa di Settembre: Mela!

Ci è costata la cacciata dal Paradiso terrestre; la guerra di Troia; l’avvelenamento, se pur temporaneo di Biancaneve; ma ha anche risvegliato in Newton idee sopite.  Credo valga la pena di mangiarne almeno una al giorno e con tutta la buccia. Ci toglieremo il medico di torno – si dice – , l’ictus e le rughe.
Infatti contiene nel suo succo proprietà che mantengono la salute delle arterie  e nella buccia i famosi flavonoidi antinvecchiamento.
La mela si coltiva e si consuma in tutto il mondo (ne esistono circa 7000 varianti, diverse per colore consistenza e sapore), ovunque si possono apprezzare  le sue proprietà di frutto comune, ma generoso.
Nel nostro paese la sua raccolta si concentra proprio in questo periodo, tra la fine dell’Estate e l’inizio dell’Autunno, con varietà tardo estive ed altre autunnali.  Ottime anche le mele cosi dette vernine, la cui maturazione avviene quando il freddo si fa già sentire.  La mela è il frutto in assoluto più amato dalla pasticceria mondiale, merito della sua polpa dolce e croccante che si presta agli usi più vari: può essere cotta, caramellata, fritta impastellata o essere la protagonista di ripieni profumati.
Vi do alcune ricette nelle quali specifico la varietà più adatta, ma niente ci vieta di usare la nostra preferita.

TORTA MORBIDA CON FARINA INTEGRALE

150 g di burro
80 g di zucchero a velo
4 uova
3 cucchiai di latte(se serve)
140 g di farina integrale di grano tenero
60 g di farina 00
2 cucchiaini di lievito
La scorza grattugiata di un limone
2 mele morgenduft

Montiamo il burro ammorbidito con lo zucchero a velo.  Uniamo i tuorli ben freddi, uno alla volta, amalgamando ad ogni passaggio.  Teniamo da parte il composto.  Montiamo gli albumi a neve ben ferma con un cucchiaio di zucchero semolato, poi incorporiamo delicatamente la meringa al composto di tuorli.  Incorporiamo quindi le farine setacciate con il lievito e profumi amiamo con la scorza del limone.  Se l’impasto dovesse risultare duro aggiungiamo il latte o del liquore da dolce(marsala, maraschino, rum).  Imburriamo e infariniamo una teglia di 24 cm di diam. versiamo l’impasto nella teglia e distribuiamo la mela tagliata a spicchi non troppo sottili.  Inforniamo a 180° per 35 minuti.  Sformiamo sulla gratella avendo cura di lucidare la superficie con la gelatina di albicocca scaldata e passata al colino fine

MERINGATA IN COCOTTE

Per la crema

150 g di zucchero semolato
30 g di maizena
4 tuorli
500 g di latte
1 pizzico di sale

Per la meringa e per completare

150 g di zucchero semolato
100 g di albumi
16 savoiardi
4 mele granny smith
Un pizzico di sale

Prepariamo la crema: montiamo fino a sbianchirli i tuorli con lo zucchero e il sale.  Aggiungiamo la maizena. Portiamo il latte ad ebollizione, possiamo profumarlo con dell’estratto di vaniglia o dell’olio essenziale di limone.  Togliamo dal fuoco e aggiungiamo la montata di uova, amalgamiamo con l’aiuto di una spatola.  Rimettiamo sul fuoco e mescoliamo fino ad addensare.  Prepariamo la meringa: montiamo gli albumi con il sale e uniamo lo zucchero in tre volte fino ad avere una meringa lucida e ben sostenuta.  Teniamo da parte coperto in frigorifero.  Caramelliamo le mele tagliate a spicchi con 50 g di zucchero semolato.  Prendiamo 4 stampini per cocotte( sono quelli per le uova al tegamino, da forno).  Distribuiamo uno stato di crema in ognuno, sopra mettiamo i savoiardi, li copriamo con gli spicchi di mela, guarniamo con la meringa aiutandoci o con due cucchiai o con la sac-a- poche(bocchetta spizzata), quindi passiamo sotto il grill per qualche minuto o, se dotati, usiamo il caramellatore.

TORTA DI MELE FRANCESE

Per il ripieno di questa torta bisognerebbe usare una mela  particolare che è la mela dell’Aube, la mela da sidro,  dal caratteristico gusto di pietra focaia.  Possiamo sostituirla con la mela annurca o la mela pink lady.

Per la pasta

220 g di farina
120 g di burro
60 g zucchero
1 tuorlo d’uovo

Per la farcia

1 kg di mele morgenduft, o annurca
1 presa di sale
50 g di pane grattugiato

Per la  crema

250 g di latte
50 g di panna
100 g di burro
50 g di zucchero
1 pizzico di sale
2 uova
2 tuorli
40 g di maizena

Disponiamo la farina a fontana per la pasta, versiamo tutti gli ingredienti al centro e impastiamo per il tempo che basta a formare una palla.  Mettiamo a riposare in frigorifero per almeno mezz’ora.   Nel frattempo prepariamo la crema: sbattiamo le uova con lo zucchero e il sale, aggiungiamo la maizena, il latte scaldato con il burro a filo.  Mettiamo sul fuoco e mescoliamo fino a che non si addensa.  Togliamo dal fuoco vuotiamo la crema in una ciotola e mettiamola da parte.  Stendiamo la pasta ad uno spessore di 3-4 mm. E foderiamo con essa una tortiera di 26 cm. di diam.  Cospargiamo sul fondo della pasta il pane grattugiato e disponiamo le fettine di mele.  Ricoprite uniformemente con la crema ed infornare a 180° per 45 minuti.

BUDINO DI MELE

4 mele  Stark
120 g di farina
Un cucchiaino di lievito in polvere
Un uovo
Un tuorlo
100 g di zucchero semolato
1 dl di latte

Per la decorazione

Mezza mela  cruda
Un cucchiaio di zucchero semolato
Il succo di mezzo limone
Un cucchiaio di zucchero a velo

In una terrina lavorare l’uovo e il tuorlo con lo zucchero semolato fino a renderli spumosi, aggiungere il latte e, poco alla volta la farina setacciata con il lievito, mescolando continuamente, finche risulta una pastella morbida.  Sbucciare e privare le mele dal torsolo, dividerne una a fette sottili e quelle rimaste tagliarle a dadini; unire questi ultimi alla pastella preparata.  Disporre le fette di mela tagliate sottili attorno al bordo di uno stampo da cm 18 di diam. ben imburrato, quindi versarvi il composto preparato.  Mettere lo stampo in forno preriscaldato a 160°c e cuocere il budino per 40 minuti circa.  Toglierlo dal forno e lasciarlo riposare almeno 15 minuti prima di sformarlo su un piatto di portata, poi lasciarlo raffreddare.

Prepariamo la finitura: lavare la mela, dividerla a metà, privarla del torsolo, tagliarla a fette sottili e metterle in una ciotola.  Cospargerle di zucchero semolato e irrorarle con il succo di limone, lasciarle macerare per 20 minuti, poi scolarle.  Distribuire la mela a raggiera  sul budino, cospargere di zucchero a velo e servire.

MUFFIN ALLE MELE

350 g di farina 00
200 g di zucchero semolato
180 g di burro fuso
2 uova, 1 tuorlo
2 cucchiaini di lievito
2 pizzichi di sale
Aroma di mandorla o un cucchiaio di liquore all’amaretto
2 mele fuji
3 cucchiai di limone

Per la decorazione

Granella di zucchero

Sbucciate le mele, grattugiate  e bagnate con il succo del limone.  Tenete da parte.  Setacciate in una ciotola la farina con il lievito e il sale, unite lo zucchero, le uova ed il burro fuso tiepido.  Con una frusta a mano lavorate il composto fino a che non sarà bene amalgamato.  Aggiungete l’aroma di mandorla e unite le mele grattugiate, mescolando bene.

Distribuite il composto nelle impronte dello stampo da muffin, oppure in monodose di alluminio ben imburrati e infarinati, cospargete le superficie con lo zucchero in granella e infornate a175°c per 25/30 minuti(placca del forno a metà).  Sfornate i muffin e fateli raffreddare sulla gratella.

Buona settimana!

Il pranzo della Domenica: Chi sbaglia…mangia! Da un errore un buon piatto

Si dice che l’imprevisto sia il sale della vita, ma quando è troppo…se vi capita di aver salato esageratamente un sugo di verdura o di carne, una peperonata, uno spezzatino, aggiungete patate crude e proseguite la cottura.  Le patate potranno poi essere utilizzate per altre preparazioni.

E per tutti quelli che amano dilettarsi nella pasticceria casalinga, ma che hanno un rapporto diciamo complicato con il forno? Ecco una magica soluzione per riciclare l’avanzo delle torte o crude o bruciate.

Pain perdu

Tradotto dal francese significa: pane  perduto.  Per meglio dire: se non lo riciclo lo perdo, oppure: ieri era pane, ora non si sa.  Infatti è il riciclo di un particolare pane raffermo, tanto caro ai cugini d’oltralpe: il pan brioche.  Mi è piaciuto adattare questa gustosa ricetta alla torta che, per una svariata serie di motivi, non ha cotto abbastanza, o si è bruciata in alcuni punti.

Per 4 persone

Avanzo di torta, o di pan brioche preferibilmente vecchi di due giorni
40 cl di panna fresca liquida
4 tuorli
80 g di zucchero semolato
20 g di burro

Servendoci di un coltello, tagliamo a metà, nel senso della lunghezza, il mezzo baccello di vaniglia e raschiamo l’interno per estrarne i semi.  Versiamo la panna in una casseruola, poi aggiungiamo il baccello e i semi.  Scaldiamo fino a far fremere, poi togliamo dal fuoco, copriamo e lasciamo in infusione per almeno un’ora, fino a completo raffreddamento.  Togliamo il baccello di vaniglia e filtriamo.  In un altro recipiente sbattiamo i tuorli e lo zucchero sino a far sbianchire leggermente il composto.  Aggiungiamo la panna mescolando con una spatola.  Tagliamo il pan brioche o la torta a fette spesse circa 2 cm. ed eliminiamo la crosta.  Facciamo scaldare il burro in una larga padella.  Immergiamo da ambo i lati le fette  nel composto precedente, le facciamo sgocciolare leggermente e le sistemiamo nella padella.  Facciamo cuocere per circa 1 minuto su ogni lato fino ad ottenere un bel colore dorato.  Serviamo subito.  Possiamo bagnare il pain perdu con lo sciroppo di acero, o il miele, oppure servirlo con marmellata ai frutti di bosco.

Abbiamo esagerato nelle dosi?   A casa mia si suole dire: “ bene, siamo forse un esercito?”.   Ricordiamoci che molto si può congelare, oppure riporre in frigorifero;  avremo delle idee su cosa cucinare il giorno dopo.  Abbiamo sbagliato gli acquisti?  La carne è troppo dura? Ne avevamo già parlato, si possono fare polpette o  sughi.  Il radicchio è troppo amaro? Sbollentiamo lo un paio di volte cambiando l’acqua, poi lo conserviamo per una notte coperto in frigorifero e il giorno dopo potremo usarlo per un ottimo risotto.

Nella vita di ogni donna, o di ogni uomo che cucina, arriva sempre il fatidico momento, non lo vorremmo, ma prima o poi arriva e, nostro malgrado, dobbiamo dire : “Tesoro? Mi è bruciato l’arrosto…”.  Niente paura: si toglie la parte bruciata molto sottile e lo si condisce con una salsa a piacere(il sugo dell’arrosto è inutilizzabile).  Io propongo una salsa tradizionale.

La salsa verde

2 mazzi di prezzemolo
2 fette di pancarré
1 cucchiaio di aceto di vino bianco
2 acciughe sott’olio
1 manciata di capperi
1 tuorlo d’uovo sodo
1 bicchiere di olio di oliva
sale

Bagniamo il pancarré nell’aceto e lo strizziamo, stacchiamo le foglioline verdi dal prezzemolo, le laviamo e le asciughiamo bene. Mettiamo tutti gli ingredienti nel mixer, azioniamo il motore e mentre frulla aggiungiamo poco a poco l’olio. Aggiustiamo di sale e serviamo.

Gli gnocchi di patate si frantumano? Colpa della patata, sicuramente.  La prossima volta non ci cascheremo.  Perché non abbiamo comperato le solite?  Ma piangere sulla patata sbagliata non serve.  Cerchiamo di recuperare e di non buttare tutto.

Il gatto’ di patate

Questo è un piatto della tradizione napoletana, talmente gustoso, che nessuno rimpiangerà gli gnocchi.

Per 4 persone

800 g di  purea di patate, o di impasto traditore
Latte q b
90 g di grana grattugiato
2 uova
40 g di burro
100 g di prosciutto cotto
150 g di scamorza o altro formaggio similare
Pane grattugiato
sale

Per la salsa

6 cucchiai di olio di oliva
6 alici sott’olio
1 spicchio di aglio schiacciato
1 cucchiaio raso di prezzemolo grattugiato

Darò il nome generico di purea all’impasto.  La base di partenza è un impasto simile ad un purè; quindi dosiamo il latte a piacere.  Una volta che abbiamo aggiunto il latte, regoliamo di sale e scaldiamo leggermente la purea.  Aggiungiamo il burro, le uova (uno alla volta) e infine il grana.  Ungiamo di olio una tortiera rotonda o uno stampo piccolo per ciambella( diam. 18/20 cm.) e lo spolverizziamo con del pane grattugiato.  Versiamo un primo strato di purea nel fondo della tortiera e distribuiamo mozzarella e prosciutto cotto.  Copriamo con la purea rimanente, spolverizziamo dell’altro pane grattugiato e inforniamo a 200° per 20 minuti, o fino a quando non si sarà dorato.  Nel frattempo scaldiamo l’olio di oliva e l’aglio in una larga padella, togliamo dal fuoco e mettiamo le alici cercando di scioglierle il più possibile con i  rebbi di una forchetta.  Rimettiamo sul fuoco, scaldiamo brevemente e aggiungiamo il prezzemolo.  Togliamo dal fuoco.  Una volta cotto il gattò, aspettiamo 10 minuti e poi lo sformiamo.  Serviamo caldo, con la salsina a parte.

Buona Domenica, a tutti.

P.S.  Spero di non avervi “incasinato” di più la vita.  Fatemi sapere.

Torta in zona torta


“Zia? Mi faresti una torta? di cioccolata, con un filo di panna.  Ma la voglio soffice….”

Chi desidera un dolce va accontentato, sia che egli sia piccolo o grande, e soprattutto se è a dieta.  Così quando il mio bel nipote Francesco, bello davvero, dentro e fuori, mi ha chiesto la torta al cioccolato, l’ho accontentato.  Sono quel genere di umano che ama accontentare, sono così.  L’ho chiamata torta in zona della torta.  Niente lenzuoloni pieni di parole oggi sul mio blog, provo con un fazzoletto….forse mi leggerete.

Per capire il nome della torta bisogna conoscere la dieta zona, la quale permette le deregulation: esci dalla zona poi rientri; esci e rientri.  Sei in zona torta? ovvio, desideri una fetta di torta e la mangi.

PER LA TORTA 

Occorrenti

Tortiera rotonda cm 26
Frullino elettrico
Carta forno
10 g di burro

Ingredienti

5 uova, separate
Un pizzico di sale
150 g di zucchero di canna
150 g di cioccolata fondente al 70%
180 g di fecola di patate
2 cucchiai di farina di mandorle, o farina di mais
½ bustina di lievito
75g di olio di riso, o di mais
2 cucchiai rasi di rhum

PER LA FARCITURA

Occorrenti

Frustino elettrico
Ciotola grande, ben fredda(mettere nel freeze per almeno 10 min.)

Ingredienti

Panna fresca quanto basta, appena tolta dal frigorifero
Miele(calcoliamo in base al peso della panna: 1 cucchiaio raso ogni 150 g di panna)
1 pizzico di sale

Accendiamo il forno, placca a1/3 dal fondo a 180°, forno statico.  Imburriamo la tortiera, poi ritagliamo della carta forno e la inseriamo nella tortiera per ricoprirla bene.  Questo ci permetterà di sfornare la torta nella maniera migliore.  Spezzettiamo il cioccolato e lo fondiamo a bagno- maria o nel microonde (funzione scongelamento o potenza 500w).  Teniamo da parte.  Con il frullino elettrico iniziamo a montare i tuorli a cui avremo unito un pizzico di sale e ½ bacca di vaniglia(facoltativa). Montiamo bene fino a triplicarne il volume. Uniamo il cioccolato fuso e tiepido poi l’olio di riso a filo, sempre frullando, ma abbassando la velocità.  Aggiungiamo la farina di mais o la farina di mandorle sempre frullando e mantenendo velocità bassa. Copriamo e mettiamo da parte.  Setacciamo la fecola con il lievito.  Montiamo gli albumi a neve.  Ora riuniamo i composti: con una frusta bella grande e movimenti all’alto verso il basso, iniziamo aggiungendo al composto di tuorli la fecola e il lievito setacciati, alternandoli a metà degli albumi montati. Completiamo unendo il resto degli albumi e il rum.  Ora possiamo versare l’impasto nella tortiera, questo impasto è abbastanza fluido.  Versiamo nella tortiera con grazia, pensando di depositare una cosa preziosa, perché gli impasti sono capricciosi e permalosi. Diamo due o tre sculacci gentili sotto la tortiera con il palmo della mano e inforniamo per 45 min.  Non conosco i vostri forni, ma regolativi secondo il profumo, ed eventualmente abbassate la temperatura.

Trascorso il tempo, mettiamo il forno in fessura, con il manico del cucchiaio di legno per 5  minuti.  Togliamo dal forno e dopo circa 20 min. capovolgiamo il dolce sulla gratella del forno e togliamo delicatamente la carta forno.  Tagliamolo a metà o in tre strati quando è ben freddo, ma prima di sezionarlo scorporiamo dalla torta grande una più piccola di almeno 3’  cm di circonferenza, con l’aiuto di un coltello ben tagliente.  Tutto quello che avanza è riutilizzabile per altre meraviglie.  A me piace molto vedere il bordo “nudo” delle torte farcite, ma se volete lasciarla grande così com’è,  va ugualmente molto bene.  Per sezionare il dolce, usiamo lo stesso coltello tagliente.  Due o tre strati, la scelta è vostra.

Montiamo la panna, aggiungendo il miele poco alla volta. Una volta pronta la panna montiamo la torta: distribuiamo la farcia con l’aiuto di due cucchiai, o con una sac a poche, e copriamo con il disco finale.  Decoriamo con zucchero a velo alternato a forme spolverizzate con il cacao: prima spolveriamo zucchero a velo, poi adagiamo sulla torta uno stampo ritagliato dalla carta forno( potete disegnare a piacere): oppure decoriamo con della frutta brinata.

Frutta brinata

Frutti piccoli e interi, molto indicati l’uva, le more e il sottobosco in genere
1 albume leggermente sbattuto
Zucchero semolato
1 pinzone da cucina

Passare prima la frutta ben lavata nell’albume, prenderla con il pinzone, rotolarla nello zucchero semolato e posizionarla con il pinzone al centro della torta.

Buona giornata a tutti!        

La spesa di Luglio

T P C- i prodotti tipici, quelli consigliati in questo periodo.

L’Italia è straordinariamente varia e, dal punto di vista enogastronomico, offre una diversità di prodotti e di preparazioni davvero rara. Per i bambini le vacanze possono diventare un’occasione preziosa per assaggiare nuovi sapori e conoscere prodotti tipici, apprezzando le peculiarità di ogni regione. Per rendere la cosa ancora più interessante, spieghiamo loro cosa significano certe sigle che si leggono sulle confezioni o le etichette; prima di elencare una serie di ricette che vedono protagonisti i prodotti tipici delle regioni italiane, ecco dunque una spiegazione dei principali marchi di tutela. Può darsi che i nostri figli li conoscano già: sono infatti recentemente diventati parte del programma scolastico.

• DOP, Denominazione di Origine Protetta: identifica la denominazione di un prodotto, la cui produzione e trasformazione deve avvenire in un’area geografica constatata e riconosciuta da una perizia.

• IGP, Indicazione Geografica Protetta: il prodotto è molto famoso, e almeno una delle sue fasi di lavorazione deve testimoniare l’appartenenza al territorio.

• STG, Specialità Tradizionale Garantita: non fa riferimento a un’origine geografica specifica ma ha il compito di valorizzare una componente tradizionale o un metodo di produzione artigianale.

• DOC, Denominazione di Origine Controllata: viene attribuita ai vini prodotti in zone limitate, come il Barolo in Piemonte o il Chianti in Toscana. I vini DOC sono immessi sul mercato solo dopo verifiche chimiche e sensoriali.

• IGT, Indicazione Geografica Tipica: viene attribuita ai vini caratterizzati da un’indicazione geografica, che può essere accompagnata o meno da menzioni, per esempio riguardo al vitigno.

Formaggio monte veronese-DOP.  E’ un tipico formaggio di malga, della zona montana attorno a Verona, prodotto in due tipologie: o con latte intero o con latte da allevo,  lo stesso latte che si dà ai vitelli  quando sono poppanti.  Consumato fresco è molto buono, se supera i 6 mesi di stagionatura è ottimo da grattugia.  Il metodo ideale per conservare la varietà da mangiare è tenerlo in frigorifero, meglio invece conservare in luogo fresco e asciutto quello da grattugia, avvolto in teli di canapa che lo conservano anche per un anno.  La bassa percentuale di grassi: 30%, lo rende uno dei formaggi meno grassi sul mercato tradizionale, uno tra i preferiti nei regimi ipocalorici ; inoltre , data la caseificazione a bassa temperatura, mantiene inalterate tutte le sue proprietà organolettiche.  Ricco di proteine e Sali minerali e un giusto supporto allo scheletro, dopo la gravidanza o durante l’età dello sviluppo.

Insalata del monte

Per 4 persone

1 cespo di radicchio rosso di Treviso
1 cespo di insalata riccia
1 mazzetto di rucola
4 pere coscia
150 g di Monte veronese
100 g di nocciole

Condimento-mescoliamo a parte 1 cucchiaio di succo di limone, 3 cucchiai olio extravergine di oliva, 1 cucchiaio di aceto balsamico, sale, pepe  nero in grani.

Laviamo e   asciughiamo le verdura a foglia.  Laviamo le pere, è facoltativo sbucciarle, le tagliamo a bastoncino.  Spezzettiamo le nocciole, tagliamo il formaggio a piacere, poi mettiamo tutto in una grande insalatiera.  Aggiungiamo il condimento e serviamo.

Lo scalogno di Romagna-IGP.  E’ un ortaggio della famiglia delle liliacee, così come l’aglio e la cipolla.  Si coltiva nei pressi di Ravenna, Forlì e Modena ed è figlio di una tradizione secolare.  Si presenta in bulbi di dimensione regolare, il suo sapore è delicato e molto ricercato in cucina.  Si conserva in luogo fresco e asciutto, fuori dal frigorifero e dalle confezioni impermeabili che lo decompongono rapidamente.  Se lo vogliamo avere sempre a disposizione possiamo congelarlo, il freezer non è nemico.  Lo scalogno di Romagna  contiene molta acqua  e una piccola quantità di carboidrati e zuccheri solubili, ma il suo forte sta nel contenuto di selenio, che lo rende un cibo antietà.

Petto di faraona con verdure

Per 4 persone
600 g di petti di faraona, oppure petti di pollo
4 scalogni di Romagna
200 g di fagiolini
200 g di funghi champignon
3 carote
3 cucchiai di olio d’oliva
Aceto balsamico
Sale pepe

Puliamo e tagliamo tutte le verdure.  Lessiamole in 4 dita di brodo vegetale partendo dalle carote e dagli scalogni, poi i fagiolini e gli champignon.  Coliamoli con un mestolo forato e terminata la cottura teniamo da parte il brodo.  Tagliamo a metà i petti di faraona, dal lato,  privandoli dell’osso centrale.  Li laviamo sotto l’acqua fredda e li tamponiamo bene.  Facciamo soffriggere l’olio in una padella, infariniamo i petti, li uniamo all’olio, sfumiamo con vino bianco, circa mezzo bicchiere e lasciamo rosolare, portandoli a cottura in 15 minuti.  Poi li togliamo dalla padella e li teniamo in caldo in un piatto.  Aggiungiamo tutte le verdure al sugo di cottura dei petti,  spadelliamo per un minuto.  Aggiungiamo anche i petti, 3/4 cucchiai del brodo di cottura, mescoliamo, copriamo e cuociamo per due minuti.  Serviamo caldo nei piatti dove prima avremo sistemato le verdure e, nappiamo tutto con del sughetto.

Albicocca della Val Santerno di Imola,(è in corso la richiesta per diventare IGP)-da questa zona proviene circa il 10% della produzione nazionale di albicocche.  Questa varietà, molto gustosa e apprezzata, ha bisogno di essere lasciata maturare in un sacchetto di carta a temperatura ambiente, per 2 o 3 giorni, lontana da fonti di calore dirette.  Una volta mature si conservano in frigorifero, dentro ad un contenitore di plastica per un paio di giorni.  Si lavano solo prima di consumarle.  Grande contenuto di vitamina A, Sali minerali, e sostanze alcaline: queste sono le sue proprietà, che la rendono ideale in caso di astenia e metabolismo rallentato.  Da valutare anche il bassissimo contenuto di carboidrati e la totale mancanza di grassi, quindi ottima per le diete.  L’albicocca piace molto ai piccoli durante lo svezzamento: proviamo a passarla nel setaccio a mano e sarà richiestissima.

Plum cake alle albicocche, ma solo quando ci scordiamo di mangiarle

Per 6 persone
350 g di albicocche
200 g di farina
150 g di zucchero semolato
150 g di burro
50 g di amaretti secchi o morbidi
3 uova
2 cucchiaini di lievito
1 cucchiaino di scorza di limone

Laviamo e denoccioliamo le albicocche,  spezziamone 8  a metà, mentre tagliamo le altre a cubetti.  Riduciamo gli amaretti a briciole.  Imburriamo e infariniamo uno stampo di 1 litro circa( va bene qualsiasi stampo, basta che abbia i bordi alti, e accendiamo il forno a 180°.  Montiamo il burro con lo zucchero, fino a renderlo ben spumoso, aggiungiamo le uova ben fredde, una alla volta.  Aggiungiamo con la frusta a mano, prima gli amaretti e il limone, poi la farina poco per volta, dopo averla setacciata con il lievito.  Infine aggiungiamo le albicocche tagliate a cubetti.  Versiamo nello stampo, livelliamo e affondiamo nel composto le albicocche spezzate a metà con la parte convessa verso l’alto.  Cuociamo nel forno placca a 1/3, per 50 minuti circa.

Ce ne sono molti altri, davvero tanti, in tutti i luoghi e per tutti i gusti, scopriteli….

Il Chilometro zero equivale a fare molta strada in fatto di gusto.

Buona settimana!

La sua prima candelina

Il suo primo anno di vita! È un grande traguardo, già ricco di emozioni e di ricordi . Che lo si festeggi in famiglia o in compagnia, a casa o al ristorante, con o senza animatori, l’importante è che per il suo primo compleanno ci sia la torta . Non una torta qualsiasi, la
torta vera, quella con la panna, il primo strappo alla regola, perché la foto di lui o lei che ci mette la mano dentro e si lecca le dita una per una è quasi come il diploma di maturità, ovvero va esposta!
Per farla ci vuole un pan di Spagna da farcire . Possiamo acquistar-
lo oppure farlo noi, secondo questa ricetta.

Pan di Spagna

• 3 uova intere
• 1 pizzico di sale
• 110 g di zucchero semolato
• 90 g di farina 00
• 20 g di fecola di patate o farina
di riso
• 1/2 bacca di vaniglia
• 1 cucchiaino di lievito (facoltativo)

La prima cosa da fare è accendere il forno a 180° con la griglia posizionata a 3/4 di altezza.Quindi imburriamo una tortiera da 22 cm di diametro e la foderiamo con carta da forno, perché il pan di Spagna non contiene grassi, quindi tende ad attaccarsi se non
lo proteggiamo bene . Rompiamo le uova, aggiungiamo il pizzico di sale, lo zucchero, la vaniglia e iniziamo a montare con le fruste elettriche, senza perdere la pazienza, per almeno un quarto d’ora o fino a che le uova non si sono triplicate di volume e, alzando le
fruste, il composto non scende a nastro.Setacciamo la farina insieme alla fecola e al lievito se vogliamo metterlo, ma non sarebbe necessario (lo è solo nel caso in cui ci
siamo stufati di montare e vogliamo che comunque la torta lieviti) e aggiungiamole al composto di uova poco per volta, a pugnetti,aiutandoci con una frusta a mano per non smontare il composto.Versiamo nella tortiera e inforniamo abbassando la temperatura a 160° per 35 minuti, senza aprire mai il forno, altrimenti il lavoro di montatura andrà sprecato. Il pan di Spagna è cotto quando vedremo che inizia a staccarsi dalle pareti della tortiera: solo allora spegniamo il forno e lo apriamo leggermente, tenendolo socchiuso, per 5 minuti . Quando il pan di Spagna è freddo (meglio ancora, il giorno dopo) lo tagliamo, se vogliamo anche in tre strati, e lo farciamo con…

La panna montata!

Sicuramente può andare bene anche quella delle bombolette, ma se montiamo della panna fresca, la torta verrà ricordata . Tenete presente che in generale lo zucchero a velo va messo nella percentuale del 10 per cento rispetto al peso della panna

• 500 g di panna fredda
• 2 cucchiai di zucchero a velo setacciato

Per montare bene la panna usiamo le fruste elettriche e una ciotola a bordi alti tenuta per 10 minuti in freezer . Montiamo prima la panna da sola, a media velocità; poi, quando sentiamo che indurisce, aggiungiamo lo zucchero a velo e continuiamo fino a che non
è bella soda . Infine la mettiamo in freezer per 5 minuti . E adesso montiamo la famosa torta . . .

Torta di compleanno 1: farcitona morbidona  alla panna

Può essere che avremo attorno una folla di curiosi tra parenti, amici, compagni di scuola dei fratelli, o magari invece saremo sole solette mentre tutti stanno dormendo (e forse sarebbe meglio). In ogni caso ci serviranno:

• il pan di Spagna

• 3 cucchiai di confettura
di albicocche

• la panna montata

• 1 cucchiaio di acqua

Scaldiamo la confettura con l’acqua, mescoliamo e passiamo al setaccio fine .Disponiamo il primo disco di pan di Spagna su un bel piatto colorato e vi spalmiamo sopra prima un sottile strato di confettura, poi la panna, lisciandola con il fondo di un cucchiaio . Copriamo con il secondo disco di pan di Spagna, lo spalmiamo a sua volta di confettura e poi di panna, e terminiamo con l’ultimo disco, che rivestiremo di sola panna .Se abbiamo a disposizione una tasca da pasticcere possiamo divertirci facendo delle belle decorazioni, ma non è indispensabile .
Candelina, soffio e via: mano dentro . . . è un classico . Ammetto di essermi dilungata, ma ne valeva la pena . E mi dilungo ancora un po’ chiedendovi di comprare una bottiglia di buon moscato (allemie figlie la Spinetta o il Brachetto piacevano più della Coca-Cola) e di fare il brindisi con tutti: sì, anche con il piccolino, che ha il suo bel bicchierino di plastica. Mi raccomando: un’altra foto!