La torta di pane e frutta secca

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Come sanno tutti coloro che si godono il mattino presto, l’Autunno inoltrato possiede una luce del tutto particolare e questo è già motivo sufficiente per bersi un caffè davanti alla finestra. Soprattutto di Domenica regna il silenzio, l’aria è pulita e le montagne di fronte sono adesso sovrastate da una spessa coltre di nubi color latte da dove fa capolino un grazioso spicchio di luna. I lampioni sono ancora accesi, forse non è troppo presto per fare una camminata.
Ammirare il mondo nella sua schiettezza è un previlegio, è l’oro famoso del mattino. Cammino e penso, penso al lato positivo di quel qualcosa che non è andato come avrebbe potuto, quel lato che non sarà mai sufficientemente ampio, ma ci sarà.
Ed è la luce particolare di questo Novembre che si diffonde dolcemente, sono le nuvole che fanno il posto ad un cielo d’acciaio, i saluti di chi incontro, che mi fanno desiderare la semplicità, in mezzo a tutto ciò  che  non ha spiegazioni o non ne dà, a prescindere.
Ho bisogno di semplicità oggi; ho bisogno di dolcezza, subito. Ho bisogno di inventare una torta di pane.

Per 8 persone  (tortiera diam. 20/22 cm)

150 g di pane

150 g di zucchero bruno

2 albumi

3 tuorli

70 g di burro

170 g di latte

50 g di uvetta

100 g di nocciole

50 g di noci

1 bicchierino di marsala

un pizzico di sale

Spezzate il pane e irroratelo con il latte. Schiacciate con una forchetta affinché si bagni il più possibile. Sciacquate l’uvetta e mettetela ad ammollare nel marsala e poca acqua. Preferibilmente tostate la frutta secca per 10 minuti in forno a 150° e poi tritatela grossolanamente. Strizzate il pane e unitevi le lo zucchero, il burro morbido, i  tuorli e il sale. Mescolate e unite la frutta secca e l’uvetta strizzata. Infine aggiungete gli albumi montati a neve, delicatamente. Versate il composto in una tortiera imburrata e infarinata e cuocete a 180° per circa 45 minuti. Cospargete prima di servire con zucchero a velo e decorate a piacere.

Consigli: non solo pane per questa torta. Potete usare grissini, fette biscottate o biscotti. Sostituite la frutta secca e essiccata (uvetta) che ho usato con altra a piacere.

Felice giornata a tutti.

 

 

 

 

Le pranzo idee della Domenica: manzo all’olio alla bresciana

manzo all'olio alla bresciana

Un piatto delizioso il cui unico difetto può essere la lunga cottura. Ma parlando di lunghe cotture mi permetto di darvi uno o due suggerimenti. Il primo riguarda la pentola a pressione che oramai affrancata da qualsiasi rischio e paura è un’ ottima alternativa alla cottura tradizionale. Il secondo invece ricorre al  sottovuoto come metodo perfetto per dare un stop alla cottura e riprenderla in seguito. Quindi iniziate la cottura, fermatela. Ponete il pezzo di carne in sottovuoto e lasciatelo a temperatura ambiente o in frigorifero se vorrete uno stop più lungo. Poi riprendete la cottura della carne, nello stesso liquido di cottura che avrete conservato in frigorifero per un massimo di 2 giorni, oppure rinnovatelo assieme al contenuto.

Per 6 persone

Occorrenti: pentola, spago da cucina, pellicola di alluminio, frullatore a immersione o setaccio a mano
Ingredienti: Kg 1,250 di polpa di manzo adatta (preferibilmente cappello del prete), olio di oliva (tanto quanto necessita l’immersione completa della carne),125 g di finocchio, 125 di sedano, 250 g di carota, 25 g di aglio, 50 g di acciughe sott’olio
Tempo di preparazione: 15 minuti + cottura

Legare la carne con spago da cucina. Inserirla nella pentola. Mondare le verdure, unirle alla carne e aggiungere le acciughe. Coprire con l’olio di oliva. E’ molto importante che la carne sia completamente immersa nell’olio. Meglio quindi usare per la cottura una pentola in quanto è lunga e stretta, come se preparassimo un bollito.  Iniziare la cottura a fuoco vivace. Appena accenna a bollire abbassare al minimo e cuocere almeno per tre ore coperto.
Trascorso il tempo, togliere la carne e chiuderla nella pellicola di alluminio. Fuori dal fuoco  inserire: 50 g di capperi dissalati sotto acqua corrente, 250 g di acqua, 1 cucchiaio abbondante di pan grattato e frullare con il frullatore a immersione o passare con il setaccio a mano.
Tagliare la carne a fette spesse. Mettere in un piatto e irrorare con la salsa. Servire ben caldo accompagnato da polenta o purè di patate.

Le pranzo idee del Lunedì

Questo piatto è portatore sano dell’ insostenibile fascino dell’intingolo saporito, morbido, abbondante. Non aggiungo altro che consigliarvi di provarlo per condire: rigatoni.

Buona Domenica a tutti! 

 

Le pranzo-idee della Domenica: gnocchetti di ricotta con erbe spontanee

 

gnocchi di ricotta

Gnocchetti di ricotta

 

Andar per prati per raccogliere le erbe spontanee è senza dubbio di grande soddisfazione e questo è un buon periodo. Propongo per il pranzo della Domenica dei delicati gnocchi di ricotta conditi con una misticanza naturale. Se non sapete riconoscere le erbe selvatiche –si può sempre imparare- o vi piace solo passeggiare, sostituitele con la stessa quantità di erbette.

Per 4 persone

Ingredienti per gli gnocchi: 100 g di ricotta vaccina, 50 g di grana grattugiato, 1 uovo, 200 g di farina, sale

Ingredienti per il ragù di erbe spontanee: circa 200 g di erbe spontanee miste (borragine, tarassaco, ortica),1 cucchiaio di cipolla tritata molto sottile

Ingredienti per completare: 4 cucchiai di panna fresca, 30 g di grana grattugiato, acqua di cottura degli gnocchi

Costo del piatto: basso

In una ciotola amalgamate gli ingredienti per gli gnocchi  con l’aiuto di una forchetta. Rovesciate l’impasto sul piano di lavoro e lavoratelo fino ad avere un insieme liscio. Suddividetelo in pezzi della stessa grandezza e arrotolateli sul tavolo per formare dei cordoncini. Tagliateli a tozzetti grandi a piacere e disponeteli staccati su un vassoio leggermente infarinato.

Per il ragù di erbe spontanee Lavate le erbette e lessatele per un minuto in acqua bollente salata, raffreddatele sotto acqua corrente fredda ,strizzatele leggermente e tagliatele sottili. Nella padella scaldate l’olio e rosolate la cipolla, poi versate le erbe. Lasciate ben insaporire e tenete da parte. Lessate gli gnocchi in acqua bollente salata e non appena tendono a salire scolateli direttamente nella padella. Aggiungete la panna, il grana e un po’ di acqua di cottura, regolate di sale e pepe e mescolate molto bene per dare cremosità. Servite ben caldo. Potete completare il vostro pranzo con un carpaccio di pesce condito con olio sale e limone.

Buona Domenica!

Le pranzo-idee della Domenica: lo spezzatone di manzo con i piselli

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Niente da dire, ma molto da commentare e positivamente se lo accompagnerete con: riso, risotto, polenta, purè, cuscus, bulgur.
Lo spezzatone di manzo è un ottimo piatto unico che risolve il vostro pranzo della domenica perunoperduepertrepertanti.  

Per 4 persone

Ingredienti: 800 kg di polpa di manzo da spezzatino già tagliata a cubotti, 3 cucchiai di misto di verdure per soffritto, 3 cucchiai di concentrato di pomodoro, 2 bicchieri di brodo vegetale o di carne, 3 cucchiai di farina bianca, 4 cucchiai di olio di oliva evo, 2 cucchiai di vino bianco, 1 cucchiaio di marsala, 450 g di pisellini surgelati, sale e pepe, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato (facoltativo)
Occorrenti: padella alta o casseruola, padellino, colapasta, sacchetto per alimenti, carta da cucina
Tempo di preparazione: 20 minuti+cottura
Costo del piatto: 12€

Nel padellino scalda 2 cucchiai di olio di oliva e rosolamo le verdure per il soffritto per almeno 5 minuti, aggiungendo poco brodo vegetale durante la rosolatura per ammorbidirle. Asciuga la carne e inseriscila nel sacchetto per alimenti assieme alla farina. Scuoti il sacchetto molto bene e rovescia il contenuto nel colapasta per eliminare l’eccesso di farina. Nella padella scalda leggermente 2 cucchiai di olio di oliva, aggiungi i pezzi di carne e rosolali su tutti i lati, poi sfuma con il vino e il marsala.  Unisci alla carne il soffritto di verdure, mescola, versa il concentrato di pomodoro sciolto in poco brodo vegetale e 1 bicchiere di brodo caldo. Porta a bollore, mescola, sala leggermente e abbassa la fiamma. Cuoci coperto per almeno 2 ore, con il fuoco al minimo (se dovesse asciugarsi aggiungi altro brodo). Trascorso il tempo sciacqua brevemente i piselli e aggiungili alla carne, mescola, regola di sale e pepe e alza leggermente la fiamma. Cuoci ancora per 30 minuti aggiungendo poco brodo caldo se il sughetto fosse troppo asciutto. Servi ben caldo, cospargendolo di prezzemolo, se previsto e accompagnalo a piacere. Felice pranzo!

La pranzoidea del Lunedì

Lo spezzatone si può congelare. Se rimane, ti consiglio di aggiungere pomodorini conditi con olio sale e basilico e spadellarlo con penne lisce o gnocchetti di patata.

Buona Domenica a tutti!

P.S. Io cucino sempre con pentole Frabosk.

 

Il pranzo della domenica: I perfetti “trasportabili”

Questa Domenica abbiamo deciso di pranzare tutti insieme, di riunire i vecchi amici per ritrovarci e raccontarci. Non è tanto importante quello che si mangerà, conta di più il valore conviviale che il cibo assume in questa occasione. Sarà un momento semplice e spontaneo, quindi niente fatiche: non è un pranzo di Natale. Ognuno porterà qualcosa, secondo le sue capacità e possibilità e se non porta, basta la compagnia. I “perfetti trasportabili”,  sono piatti (lo dice il nome), che possiamo trasportare facilmente: antipasti, primi, secondi, dessert, non deperibili se le distanze sono lunghe e che una volta giunti a destinazione possano essere immediatamente usufruibili o solamente riscaldati. I padroni di casa, che si sono incaricati di avvisarci, ci daranno sicuramente dei consigli su cosa portare, perché il trasportabile dovrà essere  “politically correct” e cioè andare incontro alle esigenze di tutti.  Un ultima raccomandazione: gli incaricati di vino, birra, pane e quant’altro non necessiti di essere rifinito e riscaldato, potrebbero apparecchiare; per cui imponiamoci la puntualità.  Le ricette di seguito sono per 6 persone, non dobbiamo fare altro che moltiplicare le quantità, adattandole al numero degli invitati e pensare che: staremo tutti molto bene.

Quadrotti di polenta misti

La polenta 

2 l di acqua
500 g di farina di mais
2 cucchiaini di sale grosso
1/2 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaio di olio di oliva

Portiamo l’acqua a bollore con il sale, lo zucchero e l’olio, aggiungiamo a pioggia la farina mescolandola con una frusta e la cuociamo, scoperta, per un’ora, mescolandola ogni tanto con energia.

In questo caso va preparata il giorno prima e fatta raffreddare in un teglia rettangolare di cm 35×45 circa, cercando di livellarla e darle un altezza massima di 1 cm.  Una volta fredda, la tagliamo a quadrati regolari e la sistemiamo in un contenitore ermetico.  La nostra o il nostro ospite, ci permetteranno di riscaldarla al forno e condirla con gli ingredienti scelti, in questo modo:  dopo aver scaldato i quadrotti per circa 15 minuti, togliamo la placca dal forno e sistemiamo su ogni fettina verdure, polpettine, lardo, formaggi a pasta molle.  Rimettiamo in forno per almeno 5 minuti ancora poi serviamo, alternando le tipologie, in un piatto grande.

Verdure verdi brasate

Per 6 persone

Sono perfette le erbe di campo, ma ora non è la stagione, quindi possiamo scegliere tra spinaci o erbette.  Dopo averle pulito e lessato per 5 minuti 1 kg di spinaci, o erbette, o verdure di campo  in acqua bollente leggermente salata,  le scoliamo.  In una larga padella antiaderente versiamo dell’olio di oliva, uniamo uno spicchio di aglio, un cucchiaio di cipolla tagliata molto sottile, 2 foglie di salvia.  Non appena l’olio sarà caldo, ci vorrà circa un minuto, aggiungiamo la verdura, mescoliamo a lasciamo cuocere per circa 10 minuti.  Regoliamo di sale e pepe e se ci piace possiamo aggiungere 2 cucchiai di formaggio grattugiato.  Non appena si saranno intiepidite le sistemiamo in un contenitore di alluminio e le copriamo, perché sono “take away”.

Polpettine di tastasal

La pasta tastasal è la pasta di salame.  In commercio si trova sottovuoto, ma in mancanza possiamo sgranare della salsiccia punta di coltello.

Per 6 persone

300 g di tastasal o altrettanta salsiccia
Olio di oliva
1 dl di vino bianco o grappa

Con la tastasal formiamo delle palline con le mani, grandi come una noce.  In una padella antiaderente scaldiamo 2 cucchiai di olio di oliva, mettiamo le palline, non appena sono rosolate, aggiungiamo il vino bianco o il brandy, evaporiamo e proseguiamo per circa una ventina di minuti.  Se il sugo si dovesse restringere  possiamo aggiungere dell’acqua, non serve salare.  Una volte cotte le sistemiamo assieme al sugo in un contenitore ermetico.

La pasta al forno

Questo “perfetto trasportabile” è  metà strada tra una lasagna alla bolognese, un vingisgrassi o una pasta al gratin, è un primo  piatto talmente ricco che potrebbe bastare da solo.  Ogni famiglia ha la sua versione, come spesso capita per i piatti della tradizione italiana, e questa è la mia.

1 teglia rettangolare,  da cm 35×20
500 gr di pasta all’uovo per lasagne
750 g di ragù
1 lt di besciamella
3 mozzarelle fiordilatte
100 g di parmigiano grattugiato

Per prima cosa sbollentiamo la pasta(ma se la pasta è fresca e sottile possiamo evitarlo).  In una larga padella portiamo 3 dita di acqua leggermente salata a bollire, poi tuffiamo i fogli di pasta 1, massimo 2, per volta, poi li scoliamo e li mettiamo ad asciugare su un canovaccio, o della carta da cucina resistente.  Riscaldiamo il ragù, che avremo già pronto e prepariamo la besciamella.  Proprio non mi ricordo se ve l’ho già data, abbiate pazienza, comunque:

Per la besciamella

1 lt di latte
80 g di burro
80 g di farina bianca 00
Sale, pepe

In una casseruola con il fondo abbastanza pesante fondiamo il burro senza farlo scurire, aggiungiamo in un sol colpo la farina e mescoliamo con una frusta.   Lasciamo rosolare fino a che non sentiamo che “ sfrittega”.  Questa operazione è fondamentale, perché se la farina non viene rosolata, sentirete uno strano retrogusto, che non passerà.  Poi sempre mescolando con la frusta aggiungiamo il latte, che avremo fatto scaldare a parte, un po’ per volta, cercando di non formare grumi.  Quando, dopo aver unito circa 1/3 del latte, la vedremo densa ma ben cremosa, aggiungiamo il resto sempre mescolando, abbassiamo la fiamma e permettiamo alla besciamella di addensarsi, regoliamo di sale e se vogliamo mettiamo un po’ di pepe, alla fine.   Deve avere una media densità,  se lo fosse esageratamente, possiamo aggiungere dell’altro latte per equilibrare(ci vorranno in tutto circa 10 minuti).  Raffreddiamo mescolando, così non si formerà la pellicina, anche se in questo caso non è grave.  Togliamo la mozzarella dall’involucro e la asciughiamo molto bene pressandola tra due fogli di carta da cucina, poi la tagliamo a cubetti o la sgraniamo con le mani(meglio).  Possiamo ora montare la pasta per infornarla.  Sul fondo della teglia mettiamo un cucchiaio di besciamella e lo spargiamo.  Iniziamo stratificando la pasta.  Se la tortiera, è della misura indicata, ci vorranno circa due fogli di pasta, per ogni strato e ne verranno circa 6; importante regolarsi con gli ingredienti.  Sulle sfoglie deponiamo due cucchiai di ragù e lo spargiamo, sopra al ragù due cucchiai di besciamella e la spargiamo. Sopra distribuiamo le mozzarella( due cucchiai) e finiamo con una spolverata di grana.  Continuiamo fino all’ultimo strato.  Inforniamo  a 180° per 40 minuti.  La perfetta trasportabile rimarrà calda ancora per una mezz’ora, inoltre ha tempo di assestarsi.  Se la volete preparare il giorno prima, la potete riscaldare, gira voce che sia ancora più buona.

Polpettone da esportazione

Il nome della ricetta dice tutto.  Secondo le mie figlie avrei dovuto surgelarlo ed esportarlo nel mondo.  Quindi più trasportabile di così?

200 g di polpa di vitellone macinata
200 g di di polpa di vitello macinata
50 g di pancarré o mollica di pane, anche rafferma
latte
1 spicchio di aglio
40 g di grana padano grattugiato
1 mazzetto di prezzemolo
farina bianca
olio
vino bianco
passata di pomodoro
1 uovo (facoltativo)
brodo di carne (va bene anche quello di dado )
sale e pepe nero
1 pizzico di zucchero

Spezzettiamo il pane e lo mettiamo in una ciotola con il latte per il tempo che serve ad ammorbidirlo bene. In un’altra ciotola mettiamo i due tipi di carne, il pepe, il sale, l’uovo (facoltativo: rende il polpettone più compatto al taglio, ma io non lo metto mai, perché lo indurisce), l’aglio schiacciato o tritato molto sottile, il grana e il prezzemolo. Incorporiamo il pane ben strizzato e mescoliamo a piene mani, come se dovessimo impastare il pane, per uniformare e legare bene. Assaggiamo ed eventualmente regoliamo di sale. Modelliamo l’impasto come un salame (o lo suddividiamo in due più piccoli), lo infariniamo e lo mettiamo in una teglia da forno unta d’olio di oliva. Mettiamo la teglia sul gas e rosoliamo il polpettone (girandolo piano, se no si rompe). Spruzziamo con il vino bianco, aggiungiamo un dito di brodo e inforniamo per 40 minuti a 180°, avendo l’accortezza di bagnarlo ogni tanto con il suo sughetto. Aggiungeremo altro brodo se dovesse asciugarsi troppo; se tende a scurirsi in superficie, copriremo la teglia con alluminio.
Una volta tolto dal forno, aspettiamo 10 minuti prima di affettarlo, irrorarlo con il sughetto e servirlo con carotine lesse o insalatina verde tipo lattughino.

Cheese cake di limone e vaniglia

Il “perfetto trasportabile” dolce, sempre gradito, non deperibile, che arriva facilmente a destinazione senza avere assunto forme dervisci che e che solitamente mi spetta quando ci sono queste occasioni?  Potrebbe essere il cheesecake.  Questa e solo una tra le tante e infinite versioni che esistono.

Per 6 persone

Per la base

150 g di farina
1 uovo
75 g di zucchero
75 g di burro morbido
Mezza bacca di vaniglia o 5 gocce di estratto, sale
Burro per lo stampo

Per farcire

750 g di formaggio tipo Philadelphia
250 g di panna
3 uova
150 g di zucchero
50 g di maizena
Il succo di un limone non trattato

Prepariamo la pasta: mescoliamo in una ciotola la farina con un pizzico di sale e lo zucchero, aggiungiamo il burro e incorporiamo gli ingredienti fino ad ottenere un impasto a grosse briciole.  Aggiungiamo l’uovo leggermente battuto e la vaniglia, poi lavoriamo il composto, quel tanto che basta ad ottenere una palla, che trasferiremo in frigorifero per un’ora.  Prepariamo il ripieno:  separiamo i tuorli dagli albumi.  Mescoliamo il formaggio con lo zucchero, 3 cucchiai di succo di limone, la maizena i tuorli e la panna.  Montiamo gli albumi a neve e incorporiamoli al composto di formaggio.  Foderiamo il fondo di uno stampo diam 20 cm, dopo averlo imburrato, con della carta forno sul fondo e sui bordi,  e inseriamo la pasta dopo averla stesa.  Versiamo il ripieno nello stampo, sistemiamolo sulla placca del forno, che avremo rivestito con della carta forno, e inforniamo per circa 1 ora e mezza, tenendo la temperatura del forno a 180° per i primi 20 minuti e abbassandola poi a 160°, fino a cottura(circa 40 min. 65° gradi al cuore per chi possiede un termometro).  Raffreddiamo in frigorifero per 4 ore prima di sformarlo.  Poi lo lasciamo a temperatura ambiente per almeno mezz’ora prima di servirlo.

Buon fine settimana!

IL PRANZO DELLA DOMENICA: Se si parla di passioni

Sostengo che le passioni muovono il mondo.  Penso a cosa sarebbe il genere umano se non esistessero le passioni.  Le passioni nascono come moti dell’anima, arrivano quando meno te lo aspetti, realizzano i sogni e concretizzano le speranze.  La più nota e imprevedibile è la passione amorosa, che a volte può fare bene e a volte può fare molto male.  Poi c’è quella sportiva, molto  salutare e divertente.  C’è la passione per la politica, a volte può deludere.  C’è la passione per la musica, per la cucina, per il burraco, per il tango, e via dicendo.  Ma ce ne sono due che spesso non sono comprese e sono difficili da condividere: la caccia e la pesca.  Eppure sono nate con l’uomo e se rispettano la salvaguardia delle specie animali, sono passioni nobili che consolidano il suo rapporto con la natura.  Dalla caccia e dalla pesca è nata una grande cultura gastronomica ricca di piatti antichi a aristocratici.

Se in casa abbiamo un pescatore…

Ci potrebbe capitare di avere esche e bigattini che girano dappertutto, se non è un pescatore ordinato.  D’altro canto il suo carattere paziente, che lo aiuta a sopportare ore e ore immerso in un torrente per pescare poco o niente, lo renderà sicuramente amabile.  Se vogliamo renderlo felice l’imperativo è:  AMIAMO IL SUO PESCATO, (qualsiasi esso sia) E FACCIAMO IN MODO DI CUCINARLO!

Filetto di trotella di torrente impanato alle mandorle

Per 4 persone

3 trotelle del peso di circa 200 g l’una
100 g di mandorle
100 g di pane grattugiato
2 uova intere
Sale
Pepe

Sfilettiamo le trotelle: per prima cosa togliamo i visceri e laviamo il pesce con cura.  Procediamo alla sfilettatura con un coltello a punta.  Dopo aver tagliato la testa, la coda e le pinne, tagliamo il dorso del pesce a metà e togliamo i filetti.  Li laviamo e li asciughiamo.  Prepariamo la panatura mescolando le mandorle tritate non troppo finemente con il pane grattugiato.  Sbattiamo le uova dopo averle leggermente salate e pepate.  Passiamo i filetti nell’uovo e poi nel pane pressandoli bene per farvi aderire la panatura.  Friggiamo in abbondante olio 2 minuti per lato fino a doratura e mettiamo ad asciugare su carta da cucina, regoliamo di sale e li serviamo ben caldi accompagnati con un’insalata verde.

Coregone al forno

Dobbiamo primaditutto rendergli il merito che pescare un coregone non è da tutti.  Il coregone è infatti considerato la spigola di acqua dolce.

Per 4 persone

2 coregoni di circa 3 hg l’uno
1 limone
2 rametti di rosmarino
Olio di oliva
Sale pepe

Evisceriamo il pesce e tagliamo le pinne con le forbici.  Lo laviamo con cura.  Pratichiamo 2 o 3 tagli sul dorso, da entrambi i lati e mettiamo all’interno sale, pepe e il limone a fette sottili del rosmarino.  Adagiamo il pesce nella pirofila da forno versiamo un dito di olio di oliva e il succo del limone e mettiamo in forno a 200°. Ci vorranno 10 minuti di cottura ogni 500 g di pesce, quindi i calcoli sono presto fatti.  Una volta cotto, puliamo il pesce su un tagliere, lo disponiamo nei piatti e lo irroriamo con il sughetto che avremo passato al colino fine.

Se in casa abbiamo un cacciatore…

La prima cosa da fare è consigliarlo caldamente di nascondere i fucili.  Poi visto che la passione gli è stata tramandata, comprendiamolo e  consoliamolo spesso, perché non vive momenti felici: i cacciatori sono vittime di forti discriminazioni e tacciati di crimini perversi.   Ci potrà capitare di odiare le sue levatacce e le sue bisacce, di fuggire di casa quando mette a posto la selvaggina(il vero cacciatore lo fa da solo).  D’altro canto il suo carattere schietto e la sua resistenza alle intemperie, lo renderanno ai nostri occhi una specie di eroe avventuroso.  Se vogliamo farlo felice l’imperativo è:  STUPIAMOLO CON RICETTE ORIGINALI, CHE LE MOGLI DEGLI ALTRI CACCIATORI  NON SI  IMAGINEREBBERO NEMMENO.

Lepre all’agro

Per 4 persone

500 g di coscia di lepre disossata
3 spicchi di aglio
3 rametti di rosmarino
1 cucchiaio di aceto bianco
1 cucchiaio di aceto balsamico
3 acciughe sotto sale
2 cucchiai di capperi
Mezzo litro di vino rosso
Olio d’oliva extravergine
Sale

Tagliamo la lepre a pezzetti e lasciamoli marinare nel vino rosso per una notte in frigorifero.  Il giorno dopo li togliamo dalla marinata, li sgoccioliamo li asciughiamo e li facciamo rosolare in una padella antiaderente senza nessun condimento a fuoco medio.  Sbucciamo e schiacciamo gli spicchi di aglio e li facciamo dorare in una padella con 5 cucchiai di olio.  Uniamo la lepre il rosmarino e lasciamo insaporire per 5 minuti.  Aggiungiamo il vino della marinata un dado  e proseguiamo la cottura a fiamma bassa per 1 ora e mezza, a recipiente coperto.  Prepariamo un trito con i cappere e le acciughe che avremo dissalato sotto l’acqua corrente e lo aggiungiamo alla lepre.  Mescoliamo e cuociamo per un’altra mezz’ora.  Regoliamo eventualmente di sale e serviamo accompagnando con un purè di patate.

Quaglie (o altro grosso volatile) farcite

Per 4 persone

4 quaglie
Un uovo
4 fette di pane da tramezzino
8 mandorle tostate
Un limone
4 fichi secchi
Un cucchiaio di curry
60 g di burro
2 dadi vegetali

Prepariamo il ripieno: in una ciotola sbattiamo l’uovo con una forchetta.  Sbricioliamoci dentro il pane, uniamo sale e pepe, se necessari o uniamo un po’ di brodo vegetale per diluirle.  Mescoliamo per ottenere un composto uniforme e mettiamo da parte.  Scaldiamo il forno a 150°.

Evisceriamo le quaglie e le laviamo con cura.  Le asciughiamo e introduciamo nelle loro cavità due mandorle che avremo precedentemente tostato.  Farciamo ogni quaglia con un quarto del ripieno un pezzettino di limone e tappiamo con il fico secco.  Chiudiamo la cavità o con due stuzzicadenti o praticando un taglio nella pelle che deborda e infilandoci le zampe incrociate.  Frizioniamo le quaglie con un po’ di sale, le spolverizziamo con il curry e le trasferiamo in una teglia da forno infiocchettandole con il burro.  Facciamo sciogliere i dadi in un po’ di acqua e versiamo il brodo ottenuto nella teglia(circa un bicchiere).  Facciamo cuocere per circa 45 minuti, irrorando ogni tanto le quaglie con il fondo di cottura.  Poi accendiamo il grill e proseguiamo per circa 5 minuti.  Ottime accompagnate con del risotto alla parmigiana.

Buona domenica a tutti!

Il pranzo della Domenica: Chi sbaglia…mangia! Da un errore un buon piatto

Si dice che l’imprevisto sia il sale della vita, ma quando è troppo…se vi capita di aver salato esageratamente un sugo di verdura o di carne, una peperonata, uno spezzatino, aggiungete patate crude e proseguite la cottura.  Le patate potranno poi essere utilizzate per altre preparazioni.

E per tutti quelli che amano dilettarsi nella pasticceria casalinga, ma che hanno un rapporto diciamo complicato con il forno? Ecco una magica soluzione per riciclare l’avanzo delle torte o crude o bruciate.

Pain perdu

Tradotto dal francese significa: pane  perduto.  Per meglio dire: se non lo riciclo lo perdo, oppure: ieri era pane, ora non si sa.  Infatti è il riciclo di un particolare pane raffermo, tanto caro ai cugini d’oltralpe: il pan brioche.  Mi è piaciuto adattare questa gustosa ricetta alla torta che, per una svariata serie di motivi, non ha cotto abbastanza, o si è bruciata in alcuni punti.

Per 4 persone

Avanzo di torta, o di pan brioche preferibilmente vecchi di due giorni
40 cl di panna fresca liquida
4 tuorli
80 g di zucchero semolato
20 g di burro

Servendoci di un coltello, tagliamo a metà, nel senso della lunghezza, il mezzo baccello di vaniglia e raschiamo l’interno per estrarne i semi.  Versiamo la panna in una casseruola, poi aggiungiamo il baccello e i semi.  Scaldiamo fino a far fremere, poi togliamo dal fuoco, copriamo e lasciamo in infusione per almeno un’ora, fino a completo raffreddamento.  Togliamo il baccello di vaniglia e filtriamo.  In un altro recipiente sbattiamo i tuorli e lo zucchero sino a far sbianchire leggermente il composto.  Aggiungiamo la panna mescolando con una spatola.  Tagliamo il pan brioche o la torta a fette spesse circa 2 cm. ed eliminiamo la crosta.  Facciamo scaldare il burro in una larga padella.  Immergiamo da ambo i lati le fette  nel composto precedente, le facciamo sgocciolare leggermente e le sistemiamo nella padella.  Facciamo cuocere per circa 1 minuto su ogni lato fino ad ottenere un bel colore dorato.  Serviamo subito.  Possiamo bagnare il pain perdu con lo sciroppo di acero, o il miele, oppure servirlo con marmellata ai frutti di bosco.

Abbiamo esagerato nelle dosi?   A casa mia si suole dire: “ bene, siamo forse un esercito?”.   Ricordiamoci che molto si può congelare, oppure riporre in frigorifero;  avremo delle idee su cosa cucinare il giorno dopo.  Abbiamo sbagliato gli acquisti?  La carne è troppo dura? Ne avevamo già parlato, si possono fare polpette o  sughi.  Il radicchio è troppo amaro? Sbollentiamo lo un paio di volte cambiando l’acqua, poi lo conserviamo per una notte coperto in frigorifero e il giorno dopo potremo usarlo per un ottimo risotto.

Nella vita di ogni donna, o di ogni uomo che cucina, arriva sempre il fatidico momento, non lo vorremmo, ma prima o poi arriva e, nostro malgrado, dobbiamo dire : “Tesoro? Mi è bruciato l’arrosto…”.  Niente paura: si toglie la parte bruciata molto sottile e lo si condisce con una salsa a piacere(il sugo dell’arrosto è inutilizzabile).  Io propongo una salsa tradizionale.

La salsa verde

2 mazzi di prezzemolo
2 fette di pancarré
1 cucchiaio di aceto di vino bianco
2 acciughe sott’olio
1 manciata di capperi
1 tuorlo d’uovo sodo
1 bicchiere di olio di oliva
sale

Bagniamo il pancarré nell’aceto e lo strizziamo, stacchiamo le foglioline verdi dal prezzemolo, le laviamo e le asciughiamo bene. Mettiamo tutti gli ingredienti nel mixer, azioniamo il motore e mentre frulla aggiungiamo poco a poco l’olio. Aggiustiamo di sale e serviamo.

Gli gnocchi di patate si frantumano? Colpa della patata, sicuramente.  La prossima volta non ci cascheremo.  Perché non abbiamo comperato le solite?  Ma piangere sulla patata sbagliata non serve.  Cerchiamo di recuperare e di non buttare tutto.

Il gatto’ di patate

Questo è un piatto della tradizione napoletana, talmente gustoso, che nessuno rimpiangerà gli gnocchi.

Per 4 persone

800 g di  purea di patate, o di impasto traditore
Latte q b
90 g di grana grattugiato
2 uova
40 g di burro
100 g di prosciutto cotto
150 g di scamorza o altro formaggio similare
Pane grattugiato
sale

Per la salsa

6 cucchiai di olio di oliva
6 alici sott’olio
1 spicchio di aglio schiacciato
1 cucchiaio raso di prezzemolo grattugiato

Darò il nome generico di purea all’impasto.  La base di partenza è un impasto simile ad un purè; quindi dosiamo il latte a piacere.  Una volta che abbiamo aggiunto il latte, regoliamo di sale e scaldiamo leggermente la purea.  Aggiungiamo il burro, le uova (uno alla volta) e infine il grana.  Ungiamo di olio una tortiera rotonda o uno stampo piccolo per ciambella( diam. 18/20 cm.) e lo spolverizziamo con del pane grattugiato.  Versiamo un primo strato di purea nel fondo della tortiera e distribuiamo mozzarella e prosciutto cotto.  Copriamo con la purea rimanente, spolverizziamo dell’altro pane grattugiato e inforniamo a 200° per 20 minuti, o fino a quando non si sarà dorato.  Nel frattempo scaldiamo l’olio di oliva e l’aglio in una larga padella, togliamo dal fuoco e mettiamo le alici cercando di scioglierle il più possibile con i  rebbi di una forchetta.  Rimettiamo sul fuoco, scaldiamo brevemente e aggiungiamo il prezzemolo.  Togliamo dal fuoco.  Una volta cotto il gattò, aspettiamo 10 minuti e poi lo sformiamo.  Serviamo caldo, con la salsina a parte.

Buona Domenica, a tutti.

P.S.  Spero di non avervi “incasinato” di più la vita.  Fatemi sapere.

Il pranzo della domenica – Dal superfluo il necessario 3

Carne pesce e derivati

Siamo arrivati all’apoteosi dell’avanzo: la polpetta.  E’ vero che la nostra vita è costellata di polpette famose?  Ci sono state le polpette dell’asilo, quelle della mamma, quelle della suocera, (che come le fa lei). Chiarisco il concetto di derivato: tutto quello che ne deriva, per cui i derivati sono: salumi e scatolette di pesce o carne.  In frigorifero l’avanzo di carne, pesce, salume, si mantiene integro in media per circa due giorni, poi perde il sapore.  Naturalmente deve essere stato ben conservato cioè: in frigorifero e ben coperto con pellicola alimentare; se si tratta di scatolette evitiamo di conservare il contenuto nella scatoletta, ma togliamo l’avanzo e lo mettiamo in un altro recipiente.  La politica di conservazione dell’avanzo è condizione sine qua non per fare dell’avanzo un piatto da re.  Parlavo della polpetta: è uno dei migliori “svuota frigorifero” che io conosca, e la polpetta di casa nostra, non me ne vogliano le mamme e le suocere, è la migliore che ci sia.  Il Pellegrino nazionale( Artusi) diceva che le polpette le sanno fare anche gli asini.   Alt! Fermi tutti:  se vogliamo fare in modo che la polpetta sia indimenticabile quanto una sella alla Stroganoff, partiamo da una base eccezionale che è il pane raffermo bagnato( 2 ricicli, doppia valenza), per cui caro Pellegrino ti diamo ragione, ma siamo tutti asini molto esperti.  Per ciò che riguarda i derivati e in particolare le scatolette, nulla ci vieta di farne polpette, ma un altro buon modo di riutilizzarli sono le insalatone, ovvero verdura a foglia completata da tonno, salmone, sardine, sgombri, carne, uova, olive, capperi…vedete un po’.  I salumi e gli affettati danno il loro meglio come accompagnamento delle uova, nelle frittate, nelle uova strapazzate, oppure nel sugo di una pasta supernutriente(ogni tanto ci vuole).  Un ultima raccomandazione: mai gettare i fondi di cottura degli arrosti, poiché  costituiscono basi eccezionali per risotti, paste, zuppe, quasi fossero degli insaporitori alla stregua del dado da brodo.  Il sugo degli arrosti che rimane va filtrato e messo in un recipiente chiuso, io uso i vasetti della bormioli per le conserve, quelli piccoli.  Dura molto, moltissimo, ma cercate di riutilizzarlo subito e sarà una sorpresa.

Polpette di pesce

Vi do un consiglio: per fare queste polpette, potreste usare anche delle patate lesse al posto del pane; inoltre è assolutamente indispensabile pulire molto bene gli avanzi del pesce, le lische più piccole potrebbero inavvertitamente spuntare durante la masticazione.

Per 4 persone

300 g di avanzo di pesce, arrosto o bollito
200 g di pane
1,5 dl di latte o brodo vegetale
1 uovo
Sale, pepe
½ spicchio di aglio
Prezzemolo, un cucchiaino

Ammolliamo il pane nel latte e strizziamolo molto bene.  Aggiungiamo il pesce dopo averlo tritato nel mixer e tutti gli altri ingredienti.  Impastiamo a piene mani, poi formiamo delle polpette ovali o rotonde grandi a piacere.  Passiamo le polpette nel pane grattato e cuociamo in forno a 180° per 20 minuti.  Sono ottime servite con della maionese.

Polpette rifatte di carne

Qui propongo avanzi riuniti, ma va benissimo anche l’avanzo di un solo tipo.  Se la polpetta vi piace molto morbida aumentate la quantità di pane ammollato nel latte.  L’uovo nelle polpette fa oggettivamente da legante, ma  potete evitarlo impastando molto bene il composto prima di formarlo.

Per 4 persone

100 g di carne avanzata dal bollito, macinata
100 g di carne avanzata da bistecche o arrosto o spezzatino
50 g di avanzo di affettato: mortadella o prosciutto crudo o prosciutto cotto
100 g di pane raffermo(meglio la mollica)
1 uovo (facoltativo)
Latte, quanto basta a bagnare il pane
½ spicchio di aglio
1 cucchiaino di prezzemolo
Sale e pepe
Pangrattato
Olio di oliva e burro per friggere

Ammorbidiamo il pane nel latte per 10 min e poi strizziamolo bene.  In un’ altra ciotola mescoliamo le carni con tutti gli altri ingredienti e aggiungiamo il pane.  Impastiamo a piene mani; porzioniamo le polpette con un cucchiaio e le arrotondiamo con le mani.  Scaldiamo olio d’oliva (mezzo bicchiere) e un po’ di burro in una padella antiaderente, e friggiamole 2/3 minuti circa per lato a fuoco basso.  Scoliamo a mano a mano su carta da cucina e serviamole ben calde su una fresca insalatina.

Tagliatelle al sugo di arrosto

Per 4 persone

500 g di tagliatelle all’uovo
Fondo di cottura dell’arrosto di vitello
2 cucchiai di farina
2 cucchiai di burro
Brodo di carne (anche di dado)
Sale, pepe

Impastiamo il burro con la farina e aggiungiamo il composto, poco alla volta, al sugo di arrosto che si sta scaldando.  Diluiamo il tutto con un litro di brodo e lasciamo restringere fino a ridurlo alla metà.  Poi  lo filtriamo e regoliamo di sale e pepe.  Lessiamo le tagliatelle in acqua bollente salata; le scoliamo al dente tenendo da parte un po’ di acqua di cottura.  Saltiamole in una larga padella con metà del sugo e 4 cucchiai di parmigiano grattugiato.  Mettiamole su un piatto da portata e copriamole con il sugo rimanente caldo.  Serviamole ben calde.

Grazie a tutti per avermi letto e buona giornata.

Il pranzo della domenica

Un dolce della tradizione Lumezzanese: La fongada de han Bernarh (focaccia di san Bernardo)

Non mi sembra vero, non lo sapevo.  Ero fermamente convinta che nel mio paese non esistesse un dolce della  tradizione e lo sbandieravo ai quattro venti, ma ho dovuto ricredermi.  La rivelazione la devo alla signora Nadia Gnali, una blogger di cucina, che prima distribuiva dolcezza(è un ex pasticcera e insegnante di cucina) e ora ci colora la vita(possiede un colorificio) con modi gentili e occhi di cielo.  E’ un dolce lievitato semplice e dal gusto discreto; molto simile alla spongada della Valcamonica è però più morbido, più “ brioscioso” e, vago con la fantasia, pensando che ci sia stato tramandato da qualche valligiana,  innamorata del bel soldato napoleonico di passaggio.  In realtà non ha un inventore o una storia vera e propria.  La sua storia è quella della gente di montagna, che nelle grandi occasioni sapeva arricchire il pane rustico con ingredienti gustosi.  La grande occasione era la festa del colle di San Bernardo,  un bel colle a 830 metri sul livello del mare, ora meta degli escursionisti e sede dell’osservatorio astronomico .  Si racconta che, qualche giorno prima della festa, che cadeva nel terzo Lunedì di Agosto, le donne impastassero grandi quantità di focaccia e la portassero dai fornai  dentro ai mastelli, perché la cuocessero a beneficio di tutta la comunità.  Poveri, ma nobili.  Questa è la ricetta originale:

Per il lievitino

2 cucchiai di farina 00
2 cucchiai di farina manitoba
½ busta di lievito di birra secco, o mezzo cubetto di lievito fresco
150 g di latte

Per l’impasto
400 grammi di farina manitoba
125 g di zucchero semolato
2 uova intere e un tuorlo
100 g di burro morbido
10 g di sale
½ bacca di vaniglia(facoltativa)

Il mio consiglio è quello di preparare l’impasto nel tardo pomeriggio.  Non facciamoci intimorire dai tempi di esecuzione.  In una ciotola ampia mettiamo il latte, il lievito, 2 cucchiai di farina 00 e 2 cucchiai di farina manitoba.  Mescoliamo il tutto con una forchetta, ne risulterà un impasto abbastanza morbido.  Copriamo con la pellicola e lasciamo lievitare per un’ora, fino a che non raddoppierà di volume e si formeranno delle bolle.  Prendiamo lo zucchero e lo versiamo in un’ altra ciotola e lo mescoliamo bene alle uova per almeno due minuti.  Prendiamo la ciotola con il lievitino e iniziamo ad unire il composto di uova e zucchero alternandolo alla farina, poi aggiungiamo il sale diluito in poca acqua.  Mescoliamo la vaniglia al burro ammorbidito e uniamolo poco per volta all’impasto.  Il movimento sarà come a rimescolare; poi quando vedremo che tutto il burro sarà stato ben assorbito, versiamo l’impasto  sul piano da lavoro e impastiamo ancora.  Dovremo ottenere una consistenza morbida ma lavorabile, e un impasto liscio ed elastico.  Formiamo una palla e mettiamo a lievitare a temperatura ambiente fino al raddoppio del volume(ci vorranno circa 2 ore).  Riprendiamo ancora l’impasto, lo rilavoriamo, formiamo  una palla, la mettiamo nella ciotola e la lasciamo in frigorifero, coperta con pellicola, per tutta la notte.  Al mattino presto ( saranno passate circa 8 ore)  rovesciamo sul piano di lavoro e lasciamo coperto con un canovaccio, a temperatura ambiente, per almeno 45 minuti( puntare).  Poi lo tiriamo con il mattarello  fino a formare un rettangolo spesso 5 mm.  e lo arrotoliamo, stringendo con forza. Gli diamo la forma che preferiamo: quella originale è a esse, ma si può formare a ciambella, oppure dividere in pezzi di uguale peso.  Data la forma, copriamo con un canovaccio e lasciamo lievitare fino al raddoppio del volume.  Poi pratichiamo sulla superficie dei tagli con un taglierino o una lametta da barba.  Pennelliamo con un tuorlo mescolato a della panna o latte,  cospargiamo di zucchero semolato e granella di zucchero.  Inforniamo a  180°( placca a metà) per 45 minuti circa( 20 minuti per le pezzature piccole), avendo l’avvertenza di mettere sul fondo del forno una ciotola piena di acqua.  Se la superficie del dolce dovesse scurirsi troppo, copriamola con dell’alluminio.  Sarà cotto quando  mettendo all’interno uno stecchino, ne uscirà asciutto.  Sforniamo  e mettiamo a raffreddare su una gratella.  Farciamo o accompagniamo a piacere.  Ottimo farcito con: marmellata, crema pasticcera o nutella.  Insolito se accompagnato  a : crema inglese, fonduta di cioccolato, gelato.  Pare che il giorno dopo sia fantastico intinto nel latte.  Problema: arriverà a domani?  Io non credo, almeno a casa mia, non credo.

Buona Domenica!

Il pranzo della Domenica: Il necessario dal superfluo, l’arte di riutilizzare gli avanzi

“Il pranzo della Domenica” si prende giustamente una pausa.  Cambiamo le abitudini: si pranza con un panino in spiaggia, oppure in un rifugio alpino, quindi cambio i contenuti.  Tornerà a Settembre quando inizieranno le scuole, lo sport; si riaprirà  l’anno catechistico, e torneremo a scervellarsi su cosa preparare, per la nostra famiglia, riunita nel giorno del riposo.

La mia casa in questo periodo è un porto: valigie che “sembrano aereoplani”e che vanno e vengono con le loro proprietarie.  Mi aspetto di cenare da sola e invece devo organizzarmi per dieci; mi organizzo per dieci e rimango da sola.  Così, anche se mi sforzo di comprare il giusto per non lasciare niente, l’imprevedibilità mi è nemica.

Quando mi capita, tutto ciò che  rimane in frigorifero, o nella dispensa, diventa molto interessante  e mi rende  particolarmente fantasiosa.  La prima cosa che faccio, dopo un attento esame delle riserve, è quella di surgelare tutto quello che si può, cioè: pane, formaggi, sughi pronti,brodi, impasti, carne e pesce.  Poi mi dedico all’invenzione selvaggia, perché tutto si può riutilizzare.

Pane e prodotti da forno

Si trasmetteva da padre in figlio il principio che: gettare anche solo una briciola di pane è pari a un sacrilegio. Il pane è il  frutto della fatica umana, ma non solo, come suggeriva Francesca:  aveva salvato Pollicino e nutrito gli uccellini che glielo avevano sottratto.  Se scaldato nel forno, ridiventa croccante ed è adatto per le bruschette e i crostini; grattugiato può essere la base per croccanti panature, bagnato nel latte, acqua o brodo è l’ingrediente di insuperabili gnocchi o polpette saporite; per ultimo è il non sospetto protagonista di ottimi dolci. Inoltre ho provato a fare il pane con il pane e sono stata contenta del risultato.

Pane rifatto

Per 2 pagnotte da 250 g circa

½ bustina di lievito secco o 10g  di lievito fresco
200 g di pane grattugiato
250 g di acqua, o latte
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di zucchero
300 g di farina 0

Sciogliamo il lievito in 100 g di liquido prescelto , e misceliamo con 2 cucchiai di farina e lo zucchero, poi lasciamo riposare per almeno mezz’ora coperto.  In una grande ciotola facciamo la fontana con la farina, mettiamo il lievito sciolto nel buco, 2 cucchiai di olio di oliva e iniziamo a muovere l’impasto con le mani, raccogliendolo dall’alto in basso.  Aggiungiamo man mano il liquido e impastiamo.  Ottenuto un impasto molto morbido, lo versiamo sul piano da lavoro infarinato e impastiamo almeno per 10 minuti, fino a renderlo uniforme ed elastico.   Poi lo raccogliamo a palla, lo ungiamo di olio, lo copriamo con pellicola e lo lasciamo lievitare in frigorifero per tutta la notte.  Il giorno dopo, lo prendiamo e lo rilavoriamo per 10 minuti, poi formiamo due pagnotte, o dei panini del peso di 40 g ognuno.  Mettiamo sulla teglia da forno e copriamo con un canovaccio inumidito, fino a che le forme non raddoppieranno di volume.  Poi inforniamo, a 250° per i primi 10 minuti. E a 180° per 20 minuti se sono panini, se invece sono pagnotte cuociamo per 30 minuti.  La placca va sistemata a metà, e nel forno prima di accenderlo posizioniamo una bacinella di acqua, che svilupperà vapore e renderà il pane ancora più morbido.  Con lo stesso impasto possiamo modellare pizze, calzoni o focacce.   Il profumo parla: leggermente alcolico, ricorda quello del pane a lievitazione naturale.  Provare per credere.

Canederli di casa

Per 4 persone

250 g di pane raffermo
Latte, quanto basta
1/2 spicchio di aglio
1 cucchiaio raso di prezzemolo
3 cucchiai di grana padano, o altro formaggio grattugiato
Sale, pepe

Bagniamo il pane con il latte, e lo lasciamo in frigorifero tutta la notte.  Al mattino strizziamo bene il pane, aggiungiamo il formaggio, il sale, il pepe, l’aglio tagliato a pezzi piccolissimi e mescoliamo.  Sbattiamo leggermente un uovo intero e aggiungiamolo all’impasto,  sempre mescolando.  Se vogliamo possiamo aggiungere un cucchiaio di farina.  Portiamo l’acqua ad ebollizione, ben salata, e con l’aiuto di due cucchiai versiamo l’impasto formando dei gnocchi. Quando salgono a galla sono cotti.  Sono ottimi con salvia e burro versato, con sughi di verdure, o perché no di pesce.

Polpettine di tonno in guazzetto

Per le polpettine

400 g di tonno
150 g di mollica di pane
60 g di grana padano grattugiato
1 uovo
2 cucchiai di pinoli
1/2 spicchio di aglio
olio di oliva
prezzemolo
sale e pepe

Per il guazzetto

400 g di pomodoro
1 spicchio di aglio
1/2 peperoncino fresco
1 tazzina di olio di oliva
50 g di olive nere denocciolate
1 cucchiaio di capperi
origano fresco
sale

Sminuzziamo il tonno, spezzettiamo il pane e lo bagniamo con un po’ di acqua, poi lo strizziamo. Uniamo il pane e il tonno in una ciotola e aggiungiamo il formaggio, l’aglio a pezzetti piccolissimi, l’uovo, il prezzemolo, il sale e il pepe. Mescoliamo prima con il cucchiaio e poi con le mani fino a che il composto non è ben compatto e formiamo delle polpette grandi come una noce. Prepariamo ora il guazzetto: rosoliamo l’aglio, l’olio e il peperoncino in una padella, aggiungiamo i capperi e le olive tagliate prima a rondelle e facciamo insaporire per 2-3 minuti a fuoco brillante; uniamo la polpa di pomodoro, abbassiamo la fiamma e proseguiamo la cottura per altri 10-12 minuti. Aggiungiamo le polpette di tonno e facciamo cuocere per 15 minuti ancora, facendo attenzione che non si attacchino (nel caso, aggiungiamo un po’ d’acqua). Una volta cotte le spolveriamo di origano fresco e le trasferiamo in una bella zuppiera, attorniata da fette sottili di pane casereccio scaldate in forno, oppure in piatti individuali, sempre con le fette di pane.

Torta di pane

Per 6 persone

Tortiera bassa diam cm 24
250 g di pane bianco o integrale raffermo
500 g di latte
125 g di zucchero semolato
50 g di uva sultanina
Marsala secco  50 g, o altro liquore della stessa gradazione alcolica
12 g di cacao amaro
75 g di uova
Mandorle in granella, a piacere

Tagliamo il pane a tocchetti e lasciamolo a macerare nel latte in frigorifero per una notte.  In un altro recipiente mettiamo l’uvetta nel marsala e lasciamola macerare tutta la notte.  Il giorno dopo prendiamo la mistura di latte e pane e frulliamola, fino ad ottenere una crema liscia ed omogenea.  Aggiungiamo con una frusta lo zucchero, il cacao  che avremo precedentemente setacciato, le uova e l’uvetta con l’eventuale marsala non assorbito e da ultimo la granella di mandorle.  Poniamo l’impasto nella tortiera imburrata e infarinata, formando uno stato alto circa 2 cm.  Cuociamo in forno caldo a 180°per 45 minuti.

Consigli

-quando mettiamo a bagno l’uvetta o qualsiasi frutta essiccata, meglio sempre risciacquarla.

-per essere sicuri che il cacao non formi grumi all’interno di un impasto, stemperiamolo  setacciato in una piccola porzione di impasto e poi uniamolo al resto

Per questa torta possono essere riutilizzati anche avanzi di fette biscottate, biscotti, torte.

Da frugale a regale….

Cospargiamo la torta con della panna montana e ricopriamola anche ai lati.  Facciamo aderire ai lati  granella di frutta secca a piacere, mettiamo sopra la panna una macedonia di frutta o dei graziosi riccioli di cioccolata.

Buon fine settimana!