E’ un consiglio, niente di perentorio. Ma credo che non buttare il cibo sia una tra le prime forme di educazione e di rispetto verso gli altri. Ogni preparazione, anche la meglio riuscita ha il suo avanzo; ogni avanzo ha la possibilità di essere riciclato, entro un tempo limite stabilito in base all’informazione, che al giorno d’oggi è precisa e specifica, e al nostro buon senso. L’ideale sarebbe, non avere avanzi, cosa però assai difficile, se non impossibilie. Possono venire in nostro aiuto le bilance e i dosatori: l’occhio per la quantità si fa solo dopo una lunga esperienza, e non basta. Se vogliamo provare nuove ricette è meglio procedere con dosi dimezzate: la novità ha sempre il sapore dell’imprevisto, può piacere o non piacere, questo è normale.
Nella mia esperienza di cuoca per dovere, mi sono imbattuta in molteplici avanzi, che a volte erano stimolanti, a volte mi avvilivano; in ogni caso sistemavo in frigorifero ciò che era rimasto all’altezza precisa dei miei occhi, sicchè non me ne sarei dimenticata. Inoltre catalogavo i ricicli da effettuare in base al tempo di riutilizzo e agli ulteriori ingredienti da aggiungere. Ne è derivata questa specie di insolita tabella:
A impatto zero– l’avanzo si riscalda e non si aggiunge altro.
A medio impatto: pochi nuovi ingredienti da inserire, poco il tempo di preparazione.
A forte impatto– riutilizzarli è più laborioso e servono più ingredienti ma: avremo un ex-novo e nessuno sospetterà il riciclo. Sono i riutilizzi fatti ad hoc per i “riottosi”, che rinunciano all’avanzo per principio. E, credetemi, sono molti di più gli adulti che non i bambini.
Prendiamo ad esempio un passato di verdura: potrà essere riutilizzato a impatto zero; a impatto medio: facendo una salsa morbida per condire pasta riso gnocchi con aggiunta di un altro ingrediente; a impatto forte: diluendo l’acqua che serve per fare un morbido pane e renderlo gradevolmente profumato, come nella ricetta che vi propongo.
Pane di semola profumato alle verdure
Circa 70 g di avanzo di passato di verdure, in questo caso una vellutata all’aglio
180 g di acqua
250 g di farina 00
250 g di farina di semola
1 cucchiaino di zucchero
8 g di sale
1 cubetto di lievito di birra fresco
2 cucchiai di olio di oliva
Facciamo la fontana con le farine e mettiamo all’interno il lievito di birra sbriciolato, il cucchiaino di zucchero e iniziamo ad amalgamarli alle polveri con la punta delle dita. Diluiamo l’avanzo di vellutata con l’acqua e con l’aiuto di una forchetta, iniziamo ad amalgamare gli ingredienti : versiamo prima l’acqua, poi l’olio, impastiamo ora con le mani, aggiungiamo il sale e rovesciamo sul piano di lavoro. Continuiamo ad impastare fino a che non avremo un impasto omogeneo e liscio. L’impasto deve essere di una consistenza facile da manovrare, mai troppo duro, se fosse necessario aggiungiamo altra acqua. Mettiamo a lievitare coperto fino a che non triplica il suo volume. Trascorso il tempo(ci vorranno circa 2 ore a temperatura ambiente), riprendiamo l’impasto e ne ricaviamo delle forme a piacere: pagnotte, piccoli pani, treccine. Mettiamo i pani nelle teglie rivestite con carta forno e lasciamo lievitare coperto ancora per 30 minuti. Nel frattempo accendiamo il forno a 240°C in modalità statica, e inseriamo all’interno del forno una teglia con dentro dell’acqua calda, che creerà la giusta umidità. Dopo 10 minuti, abbassiamo la temperatura a 180°C e proseguiamo la cottura. Se i pani sono piccoli, cuoceranno in 20/25 minuti. Se le pezzature sono di 200 g l’una cuoceranno in 30/35 minuti. Il pane cotto se picchettato sul fondo emette un suono “sordo”. Il termometro da cucina è molto utile e questo scopo, perché ci permette di misurare la temperatura del pane al cuore. Il pane è cotto quando il suo cuore, buonissimo, segnala 95/96 C°al cuore. Questo pane è ottimo con formaggi e salumi o per delle bruschette, perchè l’aglio c’è già. Possiamo inserire una quantità maggiore di passato di verdura, in questo caso diminuiremo la quantità di acqua. Se nel passato di verdura abbiamo messo delle patate, sicuramente avremo un pane di una sofficità sorprendente.
Buon fine settimana!
P.S Non voglio immaginare ciò che penseranno gli addetti ai lavori della mia tabella. E voi? mi piacerebbe saperlo. Del pane non ne è rimasta nemmeno una briciola. Grazie di leggermi e, a la prochaine fois.