Il biscotto mimosa

Ci sono luoghi nel mondo, nemmeno tanto nascosti nei quali non avrei voluto nascere donna. Luoghi dove le guerre, mai violente, delle donne devono purtroppo ancora iniziare. E ci sono luoghi dove le battaglie non sono mai vinte; dove nascere donna, nonostante tutto, fa paura. L’8 Marzo non è un giorno come tutti gli altri, è un giorno per pensare. Buona festa della donna.

biscotto mimosa

Per 20 biscotti

Ingredienti per la pasta frolla: 125 g di burro, una presa di sale, aromi a piacere (buccia di limone, buccia di arancia grattugiate, vaniglia), 190 g di farina + 30 g, 60 g di zucchero a velo, 1 uovo medio, 30 g di farina di mandorle.

Sciogliere il burro nel microonde (media potenza per 20 secondi), con il cucchiaio di legno riducetelo a pomata. Unite il sale e gli aromi, l’uovo , lo zucchero, la farina di mandorle e 60 g di farina. Mescolate fino a rendere uniforme e inserite la farina rimanente. Impastate quel tanto che basta ad amalgamare l’impasto. Copritelo con pellicola e mettetelo in frigorifero per un minimo di 2 ore (meglio se tutta la notte). Trascorso il tempo stendete l’impasto ad un altezza di 3 mm e ritagliate i biscotti della forma che più vi piace. Deponeteli su una teglia leggermente imburrata o rivestita con carta forno e cuoceteli a 180°C in forno statico placca a metà e portello in fessura per 15 minuti.

Ingredienti  per la crema chantilly: 250 g di crema pasticcera, 250 g di panna montata

Montate la panna e aggiungete la crema pasticciera (raffreddata) poco per volta con l’aiuto di una spatola. Dividetela in due sac a poche con bocchette tonde di diversa grandezza (se non avete la sac a poche distribuite la crema con un cucchiaio).

Per completare: pasta di mandorle, coloranti verde e giallo, un pezzetto di rete da patata, un coltellino tagliente o un bisturi, briciole di pan di spagna (si può usare un avanzo di pan di spagna oppure una piccola brioche tipo plum cake), zucchero a velo

Lavorare il marzapane(pasta di mandorle) e usando guanti di vinile unite i coloranti. Con il giallo fate piccole palle e pressatele sulla rete da patata. Con il verde tagliate delle foglie lanceolate e segnatele leggermente con il coltello.

Per formare il dolcetto: distribuite la crema chantilly sui biscotti, sbriciolate sopra  il pan di spagna e spolverate con zucchero a velo. Adagiate su ogni biscotto le mimose e le foglie.

La via più breve

Un biscotto che diventa una piccola torta mimosa è una graziosa idea. Suggerisco di farne un bel po’ per festeggiare nel nostro giorno tutte le donne della famiglia. E anche gli uomini, a patto che ci regalino le mimose. Nel linguaggio segreto dei fiori la mimosa è il simbolo della sensibilità, dote preziosa e particolarmente femminile.
Questo biscotto può essere eseguito partendo da prodotti pronti: frollino, crema pasticciera pronta, confettini gialli. In questo caso dovrete solo montare la panna. 

 

 

 

I krumiri son baffi di re

Mio caro vicino di casa, che incontro  spesso in ascensore, noto che ti sei fatto crescere i baffi. Non commento, non si confà,  ma se io fossi stata in te avrei optato per una giusta barba. E siccome tu sai che io so che tu…parapapù, mi piacerebbe che ti rilassassi: ho un debole per i barbuti, i baffi non mi son mai piaciuti.
Ora, di’ la verità, ti stai chiedendo cosa ci possa essere in quel cartoccetto che tengo in mano. Lo guardi e lo guardi. Ti piace forse la carta? Ci sono dei biscotti, dentro, ci sono. Non sono i biscotti soliti, perché son fatti guarda caso a baffo. Sono biscotti-baffi, ma non di quei baffi senza una ragione,  bensì commemorativi.
Sai una cosa, caro vicino, voglio fartene assaggiare uno, almeno, così che tu possa leccarti i tuoi di baffi che, con tutta creanza, non saprei che baffi sono.
Ti guardo e ti guardo, siamo quasi al piano terra: hai una briciola di biscotto tra i baffi. Sussulta l’ascensore, la briciola cade sulla cravatta e poi va per fatti suoi, come me, come te, come tutti a quest’ora.
Ah, dimenticavo e non te l’ho detto: i biscotti che hai appena assaggiato si chiamano krumiri e son baffi di re.

krumiri come baffi

Per circa 40 krumiri

175 g di farina (proteine 10%), 75 g di farina di mais, 100 g di zucchero a velo, 112,5 g di burro, 50 g di tuorlo, buccia di 1/2 limone, 5 gocce di estratto di vaniglia ( la punta di un cucchiaino di polvere di vaniglia può andare bene), un pizzico di sale
Occorrenti: ciotola, spatola, carta forno, sac a poche di tela o similare, bocchetta a stella
Tempo di preparazione: 30 minuti + riposo in frigorifero

Ammorbidite il burro, unitelo allo zucchero a velo, ai tuorli e alla scorza di limone. Lavorare il tutto con la spatola senza montare, per poco tempo fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Unite la farina di mais e la farina e smettete di amalgamare non appena le farine saranno state assorbite.
Inserite l’impasto in una sac a poche di tessuto ed estraetelo su un teglia rivestita di carta forno formando dei cordoni spessi circa 1, 5 cm. Mettete la teglia in frigorifero per almeno 12 ore. Prima di infornare tagliate i cordoni e piegateli leggermente dandogli la forma caratteristica. Mettere nel forno preriscaldato a 210° C in modalità statica con lo sportello in fessura e la placca a media altezza e cuocete per 10/12 minuti.

krumiri

E allora ci siamo capiti, cari miei lettori, è un baffo di re il Krumiro, inventato dal pasticcere Domenico Rossi attorno al 1870 per ricordare quanto fossero trendy i baffi del primo re dell’Italia unita: Vittorio Emanuele II. Questo è un baffo di re, ma potete cimentarvi con qualsiasi forma di bacio: di marito, di vicino, di capo e così via facendo.

I miei consigli
Il contenuto proteico della farina è precisato nella tabella nutrizionale stampata sul sacchetto. Per modellare questa frolla morbida bisogna utilizzare un sac a poche di tela, assai più resistente dell’usa e getta. Nel caso fosse troppo difficoltoso, raffreddate la frolla e poi formate i cordoni con le mani, rigandoli prima di infornarli con una forchetta. Mi ripeto spesso dicendo che non conosco i vostri forni e con giusta motivazione perché basta un minuto in più per bruciare i biscotti. Vi consiglio quindi di provare, cuocendo prima due o tre biscotti, per verificare l’esatto tempo della cottura.

krumiri 2

Ringrazio per questa ricetta il pasticcere Giovanni Pina

Felice giornata!

 

 

 

Biscotti girandola alle nocciole

 

biscotto giravolta

Questa mattina c’è un beato tra le donne capelli a spazzoletta e sguardo volitivo che fa colazione con noi…mangia latte e biscotti. Dice che i biscotti sono delle girandole e sta provando a lanciarli direttamente nella tazza per verificare se faranno come quei sassi piatti che getta lontano nel lago. Prova e riprova riesce davvero a farli volare e proprio nel lago di latte che avanza debordando dalla tazza.
L’aspetto ventoso di questo biscotto conferma la sua leggerezza, la grana fine della sua consistenza.  Quindi non posso che dargli ragione se, dall’alto dei suoi  anni, pochi ma molto autorevoli in materia, ne ha fatto una sorta di frisbee.
Ora è pronto per l’asilo. Di biscotti ne ha voluti due da mettere dentro una piccola scatola, che stringe forte con le sue manine per portarli alla sua fidanzata.
E di nuovo devo dar ragione a lui, perchè ci vuole niente, proprio niente a passare dal latte ai biscotti, dal lago ai sassi, dal vento ai frisbee e dai biscotti all’amore. Niente.

ingredienti: 210 g di farina 00, 200 g di burro morbido, 70 g di zucchero a velo, 2 prese di cannella, 5 gocce di estratto di vaniglia, 140 g di farina di nocciole, 40 g di zucchero semolato, 2 albumi, 5 g di lievito in polvere
Occorrenti: Ciotole, frustino elettrico o impastatrice, spatola, sac a poche e bocchetta a stella aperta o siringa per biscotti
tempo di preparazione: 30 minuti + cottura

In una ciotola monta il burro per qualche minuto. Aggiungi la metà dello zucchero a velo, il sale, gli aromi e continua a montare. Setaccia la farina con il lievito. Trita la farina di nocciole con lo zucchero a velo rimanente e setacciala; poi uniscila al composto di burro, continuando a montare con il frustino. Aggiungi anche metà della farina un poco alla volta. Monta gli albumi a neve con lo zucchero semolato. Con una spatola inserisci al composto la farina rimanente, alternandola con gli albumi montati. Metti l’impasto in una sac a poche o nella siringa da biscotti e modella degli anelli sulla placca del forno leggermente imburrata. Cuoci in forno statico a 170°C placca a metà per 15 minuti; poi alza la temperatura del forno a 200° C e prosegui la cottura per altri 5 minuti con il portello del forno in fessura. Se vuoi che il tuo biscotto non si allarghi, ma risulti più contenuto nella forma, cuocilo in uno stampino da muffin.
Questa ricetta è stata liberamente tratta dalle molteplici e fantastiche ricette di biscotti del maestro Iginio Massari e leggermente modificata. Questo, non perché non fosse valida, ma per meglio adattarla ai forni casalinghi.

Buon fine settimana!

 

 

 

Reginetta di bontà

reginette

Questa reginetta potrebbe far impallidire d’invidia un macaron, anzi no: può farlo cadere secco d’amore…certo lei è proprio carina: non alta, ma con tutte le curvette al posto giusto; armonica, elegante nella presenza, una vera reginetta di bellezza, con quel tocco di perenne e delicata abbronzatura tipico di chi fa sport all’aria aperta…

Vi chiedo di perdonarmi la digressione in stile fisiognomico dolciario, ma è per sostenere  un dato di fatto: se, per il macaron, reginetta lo è per via della bellezza, per me lo è per via della sua bontà. Come spesso succede, è una faccenda di punti di vista, divergenti.
Detto questo vi conduco alla gioia del dunque. Oggi qui da me c’è della gioia, e mi piacerebbe vi arrivasse tutta quanta, perché ho realizzato il mio biscotto del ricordo preferito: la reginetta di Omegna.
E’ ancora vivo il pensiero di noi, tutti e sei, attorno al tavolo, mentre scartiamo queste meraviglie venute da lontano-per quei tempi Omegna era lontana- portate da un amico di famiglia. Belle, buone, bella anche la scatola: rigorosamente di metallo smaltato molto resistente, con una bella immagine del lago d’Orta sul coperchio. Dentro i biscottini, dei quali non sapevamo il nome, avvolti a due a due nella carta trasparente, che parevano occhietti vispi, o soldatini in marcia.
Finivano in fretta, troppo in fretta; poi si stava ad aspettare la visita successiva di chi gentilmente ce li regalava e si teneva la scatola per conservare gli oggetti: mia mamma ci teneva gli arnesi per il cucito, per me diventavano gli armadi capienti dei vestiti delle bambole, o teche per le collezioni più impensabili, che lusso!
In verità non è stato semplice trovarne la ricetta, o, per meglio dire, quella che desideravo: ho visto descritte duchesse e duchessine, ma duchesse e regine, che dir si voglia, non sono mai state la stessa cosa. Mentre la cercavo ho scoperto che il biscottino è brevettato dalla pasticceria di Omegna che lo produce a tutt’oggi, quindi mi sono affidata alla memoria,  ad un po’ di pratica  e ad un po’ di grammatica.
Chi lo sa se gli originali avranno ancora la stessa scatola, la medesima presentazione e quel sapore indimenticabile, quella consistenza particolare, sul cui ricordo ho cercato di ricostruire.  In attesa, non della ricetta originale, perché ho molto rispetto dei brevetti, ma di recarmi ad Omegna e testare di persona, pubblico la mia ricostruzione sensoriale e il suo risultato: per me, per la mia famiglia, per voi che mi leggete. Buona preparazione!
Reginette farcite al gianduia

reginette farcite   

per circa 25 biscotti completi di farcitura

Occorrenti: sacca da pasticcere, bocchetta liscia diam. 10 mm., ciotola, spatola, tritatutto, tappetino di silicone o teglia, carta forno
ingredienti: 90 g di nocciole ridotte a farina, 1 uovo+ 1 tuorlo, 75 g di burro morbido, 105 g di zucchero semolato, 100 g di farina, una presa di sale, vaniglia in estratto(facoltativa), 100 g di crema di cioccolato al gianduia per farcire
tempo di preparazione:30 minuti
grado di difficoltà:facile
calorie a biscotto g 10 cad 56

Tostiamo le nocciole in forno a 150°C per 10 minuti, rigirandole spesso. Poi le sfariniamo con movimenti a intermittenza nel mixer. Pesiamo la farina di nocciole, la mettiamo nella ciotola e aggiungiamo l’uovo e il tuorlo, mescolando per uniformare il composto. Aggiungiamo la presa di sale, il burro ammorbidito quasi fuso, lo zucchero e amalgamiamo. Uniamo per ultima la farina  e completiamo il composto che dovrà essere di consistenza semiliquida. Inseriamo il composto nella sac a poche e formiamo sulla teglia foderata con carta forno dei mucchietti un po’ più grandi di una nocciola. Inforniamo a 150° per 10 minuti, poi alziamo la temperatura a 200°C e portiamo i biscotti a doratura completa per altri 5 minuti. La cottura deve avvenire con portello del forno in fessura.
Ammorbidiamo la crema al gianduia e farciamo i biscottini senza esagerare, schiacciandoli tra indice e pollice per accoppiarli. Se chiusi in una scatola di metallo si conservano per molto tempo.
Sono ottimi per accompagnare il caffè del dopo cena.

Un caro saluto.

Biscottini ai fiori di lavanda e cocco

Sono da sempre innamorata del color della lavanda e questo è il suo periodo di massima fioritura.
La signora Wanda, che è mia vicina, molto gentilmente mi ha portato un fascio di steli legato con un nastro dello stesso colore. Davvero carina. Mi ha detto che dopo averla seccata avrei potuto profumare l’armadio. Molto bene.
Ma mi sono sentita ispirata  e un po’ Cezanne e un po’ massaia provenzale, ho pensato di fare dei biscotti, dei frollini.
Li ho portati alla mia vicina in un vassoio bianco e lavanda  e le ho detto: “Mia cara, sono per te. Se non ti piacciono potrai sempre profumare l’armadio”.
Buon esperimento, quindi. Sappiate che ciò che ho suggerito alla signora Wanda vale anche per voi.

biscottini cocco e lavanda

per circa 50 biscotti del diametro di 3 cm

tempo di preparazione dell’impasto 25 minuti

tempo di cottura 20 minuti

calorie per biscotto 50(circa 10 g)

Ingredienti: 200 g di farina 00, 70 g di farina di cocco disidratato, 130 g di burro, 130 g di zucchero semolato, 1 presa di sale, 1 uovo grande, 3 gocce di essenza di lavanda(si trova nelle erboristerie sotto forma di olio essenziale),  alcuni fiori di lavanda

Mescoliamo in una terrina l’uovo con lo zucchero e il sale e lo montiamo leggermente. Incorporiamo le gocce di essenza di lavanda, i fiori, la farina setacciata e la farina di cocco; mescoliamo, sempre con la spatola, fino ad ottenere un impasto grumoso. Rovesciamo il composto sul piano di lavoro e aggiungiamo il burro ammorbidito impastando con le mani quanto basta a formare una palla e poi un rotolo del diametro di circa 3 cm. Posizioniamo il rotolo di pasta al centro di un foglio di pellicola o carta forno, arrotoliamo e mettiamo in freezer per 10 minuti. Trascorso il tempo tagliamo con l’aiuto di un tarocco o con un coltello i frollini a circa 1,5 cm di altezza. Posizioniamoli sulla teglia rivestita di carta forno e cuociamo a 180°, placca a metà per circa 20 minuti o fino a doratura. Si conservano per 15 giorni se messi in una scatola per biscotti.

Non è uno scherzo. La signora si chiama Wanda e i biscotti non li ha messi nell’armadio…

Buona Domenica a tutti.

Forno & fantasia: la migliore pasticceria casalinga

I fascicoli Forno & fantasia  sono veramente completi.  Affrontano le tecniche e le mettono in pratica attraverso ottime ricette della tradizione o innovative, fotografate passaggio per passaggio.  Inoltre, in allegato, troviamo dei bellissimi stampi in silicone, indispensabili per ottenere il miglior risultato finale.   All’interno del fascicolo n° 2 una “couplet” indispensabile:  la spatola e il pennello

accessori

veramente utili sia in pasticceria che per cucinare.

Le tecniche: la pasta sfoglia rapida

Un’ottima resa, e il sapore del burro contraddistinguono questo tipo di sfogliata.  Il tempo, non moltissimo in verità e il freddo sono il segreto del  suo successo.  Differisce dalla sfoglia classica perché parte da un unico impasto, che ingloba gli stessi ingredienti della pasta sfoglia tradizionale nella quale inseriamo un panetto di burro e farina o semplicemente un panetto di burro.  A metà strada tra la brisèe e la sfoglia dunque.   Non ci sono particolari difficoltà di esecuzione, ma una sola condizione: un po’ di tempo.  Quindi teniamoci due ore libere e avremo la nostra sfoglia in buona quantità, da poterla congelare e usare per le nostre preparazioni dolci e salate.  Il gap tra la sfoglia rapida e la sfoglia tradizionale è quasi inesistente, per cui considero questa tecnica come il primo passo per poter  affrontare senza problemi l’esecuzione della sfoglia tradizionale.

Ingredienti

450 g di farina tenuta al freddo

1 cucchiaino di sale fine

275 g di burro molto freddo

300 ml di acqua ghiacciata

Farina per spolverizzare il piano di lavoro

Facciamo raffreddare gli ingredienti in frigorifero, assieme alla ciotola dove lavoreremo e a due spatole dure o due coltelli.  Setacciamo la farina e il sale, uniamo il burro spezzettato e l’acqua ghiacciata.  Non mescoliamo con le mani, ma usiamo le due spatole dure, o i due coltell, muoviamoli per tagliare il burro non troppo finemente e per accorpare l’impasto.  Poi lo raccogliamo a palla, lo ricopraimo con della carta forno o della pellicola  e lo mettiamo in frigorifero per mezz’ora.

Stendiamo l’impasto sul piano di lavoro, ben infarinato e ricaviamo un rettangolo largo 45 cm e lungo 15 cm.  Risulterà piuttosto grossolano, ma durante le piegature si affinerà. Pressiamo leggermente i lati del rettangolo piegato con il mattarello e mettiamo in frigorifero avvolto per 20 minuti.

Giriamo il rettangolo a 90° portando a sinistra il lato più lungo con la piega.  Ripetiamo l’operazione di piegatura a tre, sempre girando ‘impasto a 90° prima di tirarlo e piegarlo per 4 volte.  La pasta è pronta per essere utilizzata.  Se ne tagliamo un pezzo, osserviamo la stratificazione, non è così marcata come nella sfoglia tradizionale

strati

ma c’è e garantisce dopo la cottura questo risultato

pasta sfoglia

La ricetta: ventaglietti al mandarancio

ventaglietti

Preparo dei Ventaglietti, che possono essere tondeggianti prendendo il nome di prussiani o coeur de France, o dei veri e propi ventagli chiamati palmiers, ossia palme.  Ho messo una variante: la buccia fine di due mandaranci, ma potreste inserire della farina di frutta secca o altri aromi mescolati allo zucchero.  Una precisazione: per avere un’ottima caramellatura lo zucchero non dovrebbe essere meno di 1/3 del peso della pasta, quindi, ad esempio, per 250 g di pasta calcoliamo circa 75 g di zucchero, mentre la quantità degli aromi è a discrezione personale.

Per circa 50 ventaglietti

Preparazione: 25 min

Raffreddamento: 1 ora

Cottura : 10 minuti

Forno 200°C

Ingredienti

500 g di pasta sfoglia rapida o la stessa quantità di sfoglia pronta, rettangolare

150 g di zucchero

la buccia tritata sottile di 2 mandaranci

1 tuorlo battuto con poca acqua o latte freddi

Attrezzatura

spatola

Pennello da pasticceria

Cospargiamo il piano di lavoro di abbondante zucchero.  Ricaviamo un rettangolo regolare dalla pasta sfoglia, abbastanza spesso e lungo almeno 50 cm.  Mescoliamo, usando la spatola, dello zucchero con la buccia dei mandaranci  Spolverizziamo metà della pasta con lo zucchero miscelato all bucca e ripieghiamo a rettangolo.  Avvolgiamo nella carta forno e mettiamo in frigorifero per mezz’ora.

 Spolverizziamo nuovamente il piano di lavoro con altro zucchero neutro e stendiamo la pasta in un rettangolo lungo e sottile.  Rifiliamo bene i margini con un coltello affilato.  Ripieghiamo i bordi lunghi a libro in modo che si incontrino al centro e li sigilliamo pressando delicatamente il mattarello sopra la piega.  Ripieghiamoli ancora spolverizzando di zucchero miscelato e sigilliamo nuovamente con il matterello.  Poi pieghiamo definitivamente a metà e mettiamo in frigorifero per 30 minuti.

Scaldiamo il forno a 200° e usando un coltello affilato tagliamo dalla striscia di impasto delle fette spesse 5 mm.  Adagiamole sulla placca del forno ben distanziate.  Spenneliamo con il tuorlo battuto e cospargiamo con altro zucchero neutro.  Dopo circa otto minuti controlliamo: se la base dei dolcetti è già caramellata li giriamo e ultimiamo la cottura.  Usiamo la spatola per staccarli e li trasferiamo su una griglia a rafferddare.  Sone perfetti con un buon caffè.

In generale: credo che l’arte pasticciera sia frutto di osservazione metodica delle tecniche e di rispetto quasi ossessivo delle proporzioni degli ingredienti.  Inoltre devo ammettere che la pasticceria casalinga non può dare risultati senza l’aiuto di accessori adeguati.  Per cui il fascicolo ricco di spiegazioni e la novità dello stampo adatto in allegato siano un ottimo punto di partenza per tutti coloro che vogliono iniziare o perfezionarsi.  Buona esecuzione!

Giusto per il freddo…

brownies Il brownie non è un biscotto, non è un dolcetto, non è neppure un simil-cioccolatino. Il brownie è un composto. Così come si possono definire la pasta frolla, il pan di spagna, la sfoglia, la meringa; da esso si parte e non si sa dove si arriva. E’ “overcalorico”, l’ideale per il freddo. Ma se gustato a colazione, accompagnato da un buon caffè, non originerà sensi di colpa. Contiene quasi il triplo di zucchero rispetto alla farina, e una discreta dose di cioccolato, sempre in minoranza rispetto allo zucchero. Il brownies ha molte versioni, ma quella originale è una sola e americana. Per cui io vi do quella che per me è la migliore. Non fate considerazioni del tipo: troppo di tutto, sarebbe un peccato mortale eliminare qualcosa o parte di qualcosa. Prendetelo così com’è: pericoloso…e provatelo. Troppo veloce da fare, troppo intrigante… Partiamo dal composto e nel composto possiamo aggiungere esageratamente o con moderazione: frutta secca, essiccata o niente, oppure prendere il composto e metterlo in un guscio di frolla, usarlo come base di una cheesecake, usarlo come cialda sotto ad una pallina di gelato. Il brownie di oggi è con frutta secca mista, quello di domani non so, magari ci metterò delle castagne. Non ha pretese estetiche, ma ha una caratteristica: dentro è morbido e fuori ha una crosta leggera, leggera, preludio a una ottenebrante consistenza. Solo 10 minuti, 10 minuti per prepararlo: Ci serviranno: 2 ciotole, 1 teglia quadrata o rettangolare 225 gr di zucchero 120 gr di cioccolato fondente 90 gr di burro 2 uova sbattute 90 gr di farina 00 70 gr di frutta secca mista tostata e spezzettata Riscaldiamo il forno a 180°. Imburriamo uno stampo quadrato di circa 20 cm per lato, o rettangolare più o meno della stessa superficie. Facciamo sciogliere il burro con il cioccolato nel forno a microonde o a bagnomaria e lasciamo raffreddare leggermente. Aggiungiamo le uova sbattute, poi lo zucchero e la farina. Mescoliamo delicatamente e aggiungiamo la frutta secca. Versiamo nello stampo e facciamo cuocere per mezz’ora circa. Tagliamolo appena tolto dal forno, poi  tagliamo e sformiamo. Incredibile la sua bontà…buon pomeriggio.

La vera storia di Santa Lucia e i suoi biscotti

“Santa Lucia bella,

dei bimbi sei la stella,

nel mondo vai e vai e non ti fermi mai…”

Cari Bambini quest’anno ho pensato che la letterina ve la scrivo io.  Ma come? voi direte, di solito siamo noi a scrivere le lettere a Santa Lucia.  E invece son qua, e uso anche  il computer.  Meno male che ora lo possiedo, me l’ha regalato Babbo Natale.  Ho da dirvi delle cose importanti.  Da un po’ di tempo vedo che mi arrivano tante lettere dove ci sono degli elenchi lunghi, lunghissimi, o ci sono dei bambini che non mi scrivono più e vogliono lo stesso i regali.  Oppure ci sono bambini che se non arriva il regalo che vogliono, si arrabbiano e non si divertono più.  Inoltre  qualcuno crede semplicemente che io sia un sogno e che senza di me si potrebbe stare bene lo stesso.  Allora mi sono decisa : mi faccio sentire…

Sono nata il 13 Dicembre a Siracusa, una bellissima città della Sicilia, nel periodo in cui era dominata dai Romani.  Nel mio paese era arrivata la religione di Gesù, che io sentii molto vicina al mio cuore e  pensai  di cambiare la mia vita.  Ero figlia di una famiglia molto ricca, ed ero molto, molto carina.  Ma sapevo che nella mia città vivevano delle famiglie davvero povere e io decisi di regalargli tutto quello che avevo.  Purtroppo la mia scelta religiosa non piacque ai governatori della mia città, che mi imprigionarono.  Furono  cattivissimi con me, e lo furono anche con tutti coloro che avevano voluto seguire Gesù.  Mi torturarono, provarono in tutti i modi a farmi negare il mio amore per la sua parola e alla fine mi uccisero.  Ma non fermarono la mia fede, perchè io diventai un simbolo importante per la gente che viveva sotto il potere dell’imperatore romano.  Mi tolsero anche gli occhi, che diventarono il simbolo della luce, e da allora io proteggo la salute degli occhi di tutti gli essere umani, in particolare quella dei bambini,che amo tanto.  Quando arrivai in cielo, mi presentai con i miei occhi posati su un piattino e San Pietro, che mi vide, capì tutto il male che avevo ricevuto.  Allora mi disse che mi stava aspettando, sapeva che in cielo sarebbe arrivata una giovane bella e sfortunata, che avrebbe meritato un trattamento speciale, perchè aveva amato Gesù più della sua vita..  Allora mi domandò di esprimere un desiderio e in quel momento fui inondata di una luce grandissima.  – Voglio rendere felici tutti i bambini del mondo portando loro quello che desiderano-dissi.  San Pietro sorrise bonariamente si accarezzo la lunga barba bianca e borbottò:- bene, allora avrai un bel daffare, il tuo desiderio lo esaudisco: è dolce e bellissimo-.  Così l’impegno per voi bambini arrivò subito.  In cielo mi spiegarono che già altri santi portavano i regali ai bimbi.  C’era ad esempio San Nicola che si vestiva di rosso, scendeva dal freddo Polo Nord, caricava la sua slitta trainata dalle renne e si faceva chiamare simpaticamente Babbo Natale.  Poi c’erano i pazienti Re Magi, che venivano dall’Oriente lontano.  Anche il piccolo Gesù Bambino appena nato si dava da fare per i piccoli.  Infine c’era una cara vecchina chiamata Befana.

Scelsi per portarvi i regali proprio il giorno del mio compleanno; il 13 Dicembre, perché regalare il giorno della festa mi sembrava il modo migliore per ricordarla.  Dovevo svolgere tutto il lavoro in una sola notte, non in tutti il luoghi del mondo, ma era sempre un lavorone.  Per prima cosa ho dovuto pensare al trasporto.  Se Babbo Natale aveva le renne, io pensai ad un asinello.  Poi ho dovuto cercare qualcuno che mi aiutasse nel preparare i regali e che curasse e pulisse l’asinello.  Trovai un signore placido e taciturno, anche lui era arrivato da poco in cielo: Castaldo.  durante i nostri lunghi viaggi tiene sempre addosso un cappotto nero e gli piace il buon vino, perché bevendolo si scalda, nella notte più lunga che ci sia, la mia notte.  Io so che avete già iniziato a sentire dei campanellini suonare, sono io che vi sto ricordando di spedirmi le letterine e che voglio passare a salutarvi.  Qualcuno di voi si spaventa, perche girano strane storie di me: che butto la cenere negli occhi e porto il carbone.  Credetemi, io non potrei mai farlo, il fuoco mi ha fatto tanto male e non lo voglio nemmeno vedere… poi sono sicura che non ci sono bambini cattivi.  Fate comunque tutto il possibile per non litigare mai con nessuno, cercate di essere gentili, di studiare, e obbedire al papà e alla mamma e non pretendete troppe regali o strani regali, perché io non li conosco e non potrei accontentarvi,  Mi piace portare giocattoli con i quali possiate giocare con i vostri fratelli o i vostri amici perché giocare  da soli è bello lo stesso ma alla fine è un po’ triste.   Non siete d’accordo?  Quando passerò non potrò farmi vedere perché solo gli adulti riescono a vedermi; è una regola che mi viene imposta dal cielo e io devo obbedire.  Per cui la sera prima della mia festa vi prego di andare a letto presto, perché non passo mai ad orari precisi.

Quando arriva la mia notte prima di andare a letto, ricordatevi di mettere fuori dalla porta qualcosa per il mio asinello.  Se non riuscite a trovare la paglia, potete lasciargli un po’ di zucchero (è un ghiottone) o meglio ancora una tazza con i vostri cereali preferiti: ne va matto.  Per Castaldo invece può bastare un po’ di minestra o quello che c’è rimasto della cena, o un pezzo di pane.  Per me invece lasciate un po’ di biscotti con un buon caffè caldo, ne ho bisogno per tirarmi un po’ su.  Se volete lasciare del vino a Castaldo, fatelo, ma versategliene poco, se no finisce per vederci doppio e sbagliare strada.  Infatti una volta che aveva esagerato siamo arrivati fino in Svezia, sicché ogni anno devo tornare lassù al Nord dove in Inverno il sole non c’è mai.  Per farmi trovare la strada le ragazze mi aspettano nelle vie cantando e portando sul capo una corona fatta di sette candele.  Ora vi lascio la ricetta dei miei biscotti, fateli con la vostra mamma e i vostri fratelli, mi renderete molto felice.

Biscotti di Santa Lucia

Un etto di burro, un etto e mezzo di zucchero,due etti di farina, un cucchiaino di lievito, una bustina di vaniglina, un uovo, due cucchiai di latte e zucchero a velo.

Chiedete alla vostra mamma di sciogliere il burro con un po’ di latte in un pentolino, poi versate il liquido raffreddato in una terrina, aggiungete lo zucchero e il tuorlo dell’uovo.  Mescolate bene e aggiungete un po’ per volta la farina, il lievito e la vaniglia.  Dovrà formarsi una palla liscia e compatta.  Stendete questa pasta con il mattarello fino a farne una sfoglia di circa mezzo centimetro di spessore.  Con gli stampini che vi piacciono di più, ritagliate le forme e sistematele sulla placca rivestita di carta forno.  A questo punto la mamma metterà nel forno i biscotti a media temperatura(170°) e li lascerà cuocere per 15 minuti.  Non appena cotti li cospargerete con lo zucchero a velo

E ora mi rivolgo ai vostri genitori. Cari mamme e papà regalate i giochi ai vostri bambini senza dimenticarvi di condividere con loro la magia che avrete provato voi stessi da piccoli.  Lasciategli vivere il mio mistero e tornate a sognare con loro, è il più bel dono che potrete offrirgli.

A presto, la vostra grande amica

Santa Lucia

Lo zucchero fuori

Questi sono biscotti simpatici, rapidi, buonissimi, che appartengono al mio passato: me li portava un’amica Istriana di mia madre, che ora non è più tra noi.  Ricordano nella forma i Kipfer austriaci, ma ogni volta che facevo i kipfer pensando di riuscire a ripetere i biscotti di Mara, non ottenevo lo stesso risultato.  Vengo a scoprire che ne esiste una ricetta tramandata e trascritta nel ricettario di mia cognata.  Il tempo di verificarla, perchè l’uso del    del lievito di birra, come da ricetta trascritta, non mi pare appropriato e di provarla.  Con le ricette tramandate a volte succede come con il telefono senza fili: partono in un modo, e arrivano in tutt’altra maniera, sicchè il “di birra” si è rivelato, così come avevo previsto, un errore di trascrizione.  Il gusto, il ricordo di un sapore particolare e di quel biscottino a mezzaluna che si scioglieva in bocca, mi hanno messo sulla buona strada e finalmente sono riuscita a riprodurli.  Lo zucchero non è nell’impasto ma è fuori.

Assolutamente molto adatti per riempirne piccoli sacchetti, infiocchettarli e regalarli per Natale.  Perdonate l’uso della margarina ma la ricetta lo prevede.

Per circa 40 piccoli biscotti

400 gr di farina 00

un pizzico di sale

250 gr di margarina ammorbidita

3 cucchiai di latte

8 gr di baking

200 gr di zucchero a velo

Impastiamo farina, margarina, sale e il latte, fino ad ottenere un’impasto omogeneo.  Creiamo dei filoni dai quali taglieremo pezzetti lunghi circa 1,5 cm.  Da ogni pezzetto formiamo una pallina che sagomeremo a mezzaluna, disponiamoli nella teglia  rivestita.  Cuociamo in forno a 180°  per 12 minuti, con placca a metà.

Una volta cotti passiamoli ancora caldi nello zucchero a velo. Uguali!!!

Buona giornata !

.

Il pranzo della domenica: Una povera molto nobile

Capita molto spesso che i più poveri siano i più nobili e la storia è costellata di esempi che lo dimostrano.  Ospite d’eccezione al nostro pranzo della Domenica sarà la farina di mais, o di granoturco che, povera ma molto nobile, ha fatto da pane e companatico nei periodi più bui dell’umanità.  Prediligo  una qualità particolare di farina gialla, che si ricava dalla macinatura sem-integrale di un granoturco coltivato nella Valle del fiume Chiese e precisamente a Storo:  sono bresciana e ho un occhio di riguardo per i prodotti tipici della mia zona.  Qui  le pannocchie vengono raccolte nelle prime mattine brumose dell’Autunno e fatte asciugare  ai venti secchi della montagna.  La farina gialla di Storo è antica, così come lo è la Valle dove viene macinata, rispettando ancora i modi originari.  In queste ricette ho leggermente rielaborato la tradizione, cercando di esaltare le sue qualità come farina da pane  e scoprendo le sue qualità di companatico  usandola per i biscotti.

Pane giallo

340 gr di farina manitoba 0
200 gr di farina di storo
200 gr circa di acqua
2 cucchiai di olio di semi di girasole o di oliva delicato
25 di lievito di birra fresco
10 gr di sale fino
1 bicchiere di latte
1 cucchiaio di miele

Per il lievitino:  in una capiente ciotola sciogliamo il lievito di birra nel latte, aggiungiamo il cucchiaio di miele e 40 gr di farina manitoba che andremo a togliere dalla quantità totale.  Mescoliamo aiutandoci con una frusta e copriamo, lasciando lievitare per un’ora.  Per l’impasto: aggiungiamo al lievitino la farina di mais, l’olio, e mescoliamo trascinando l’impasto con una mano o aiutandoci con una forchetta.  Teniamo da parte dell’acqua per poterla aggiungere assieme alla farina manitoba.  Mescoliamo il sale a 50 gr di farina manitoba e teniamo  da parte.  Aggiungiamo all’impasto tutta la manitoba e parte dell’acqua, impastiamo.  Aggiungiamo alla fine il sale e la farina mescolati e ancora dell’acqua, quanto basterà ad avere un impasto morbido ma consistente.  Versiamo sul piano da lavoro infarinato e impastiamo per almeno 10 minuti.  Poi formiamo una palla e la rimettiamo nella ciotola coperta, dove dovrà raddoppiare il suo volume.  Riprendiamo l’impasto e gli diamo la forma che preferiamo.  Lo mettiamo sulla teglia del forno rivestita, facciamo dei tagli sulla superficie e lasciamo lievitare coperto per circa 30 minuti.  Inforniamo a 230/250° per i primi 10 minuti e poi proseguiamo la cottura per altri 30 minuti.  Se vogliamo un pane più croccante, mettiamo il forno in fessura(un cucchiaino infilato al contrario nell’apertura del forno), se vogliamo un pane più morbido mettiamo sulla base del forno una teglia riempita con acqua ben calda(il pane cuocerà in ambiente molto umido).  Il pane sarà cotto quando picchettandolo al contrario con le nocche darà un suono come se fosse vuoto.  Proviamolo con una confettura di prugne o con dello stracchino.  La consistenza lievemente croccante lo sposa con i “morbidi”, dolci o salati.

Crackers di Storo

100 gr di fiocchi di patate(quelli per il pure)
20 gr olio di oliva delicato
35 gr albume
40 gr acqua frizzante
200 gr farina manitoba 0
80 gr farina di storo
Olio di semi di arachide per friggere

Maciniamo i fiocchi di patate per ottenere una polvere fine.  In una ciotola capiente formiamo la fontana con la polvere di patate, la farina manitoba e la farina 0.  Aggiungiamo gli albumi, l’olio e infine l’acqua frizzante e amalgamiamo l’impasto con l’aiuto di una forchetta.  Poi lo rovesciamo sul piano di lavoro e impastiamo per almeno 10 minuti. Una volta pronto, lo avvolgiamo nella pellicola e lo mettiamo in frigorifero per almeno due ore.  Stendiamo con il mattarello l’impasto fino all’altezza di 2 mm sul piano da lavoro molto ben infarinato.  Tracciamo con la rotella dentata delle righe distanti 3 cm tra di loro e altrettante righe in diagonale, otterremo così delle losanghe.  Facciamo scaldare 2 dita di olio in una larga padella e non appena sarà caldo friggiamo i crackers pochi alla volta, mettendoli ad asciugare su carta da cucina.  Serviamo caldi o tiepidi per accompagnare formaggi o salumi.

Biscotti di storo

150 g farina di Storo
50 gr di farina 00
150 gr di burro
150 gr di zucchero semolato
3 tuorli
La buccia di 1 limone
1 cucchiaino di bicarbonato

Lavoriamo il burro morbido con lo zucchero e la buccia di limone, ma senza montare.  Aggiungiamo i tuorli e mescoliamo, poi la farina di Storo e la farina 00, che avremo setacciato con il bicarbonato.  Impastiamo velocemente e quel tanto che basta a formare una palla.  Appiattiamo e mettiamo l’impasto avvolto in pellicola in frigorifero per almeno 2 ore.  Una volta raffreddato lo stendiamo all’altezza di 3 mm sulla carta forno dandogli la forma di un rettangolo, grande quasi come la placca.  Ritagliamo dal rettangolo dei rettangoli lunghi circa 4 cm con la rotella dentata( senza dividerli) e inforniamo a 180° per 15 minuti, tenendo il portello del forno in fessura.   Dobbiamo tenere ben presente che mentre cuociono i biscotti si riuniscono, ma una volta cotti ripasseremo sui segni precedentemente fatti con la rotella.  In questo modo i nostri biscotti avranno una piacevole alveolatura sui lati.

Dicono che arriverà il freddo, il freddo vero, ma questo tempo è strano: passeremo dal sole alla neve e dalla neve al sole?  Quanto è simile, il clima di questo periodo, all’animo umano.

Buon fine settimana