Meringhe nocciolotte al cucchiaio

Ora non sono tempi da forni e da fuochi: meglio un buon prosciutto e melone, una caprese e poco poco di insalata. Meglio sarebbe quanto di più simile ci sia ad un ristorantino fuori porta, romantico e pittoresco, poi. In fine, meglio sarebbe non cucinare.
Che dire: queste meringhe nocciolotte al cucchiaio  sono state pensate in un giorno di pioggia fina fina, dopo una torta alla crema pasticciera e albumi d’avanzo. E pioveva, pioveva così fitto, che ci si lamentava  invocando il caldo. Riguardo al tempo non s’è mai contenti, così come accade per i capelli che quando son ricci li vorremmo lisci e se son neri li vorremmo biondi. Per la chioma, tuttavia, potrebbe esserci un rimedio, invece il tempo io lo accolgo e prendo quel che c’è.
Ora, che il caldo è arrivato, che non è tempo da forno, non è in verità tempo da meringhe. Pensare che, già con qualche grado in più, si potrebbe tentare la “cottura su davanzale” picchiato al bel sole di Giugno.  Quindi, se preferite  accantonare la ricetta come si fa con i progetti accattivanti che si iniziano al momento giusto, attendete pure con comodo una pioggerella fina. Buona preparazione.

meringa con nocciole

Ingredienti:130 g di albumi, una presa di sale, 130 g+130 g+ 65 di zucchero semolato, 1 cucchiaio di succo di limone, 150 g di granella di nocciole tostate

In dotazione: placca da forno, carta da forno, frustino elettrico o  monta-uova (impastatrice), ciotola, 2 cucchiai, sacchetto robusto di plastica o carta, batticarne, teglia

Stendiamo le nocciole su una teglia e mettiamo le a tostare in forno per circa 10 minuti ad una temperatura di 150°C, mescolandole ogni tanto per garantire una tostatura uniforme. Raffreddiamole leggermente e mettiamole in un robusto sacchetto. Battiamole e riduciamole in granella non eccessivamente sottile.
Nella ciotola iniziamo a montare gli albumi e uniamo i primi 130 g di zucchero un po’ per volta. A questo punto versiamo gli altri 130 g di zucchero in due volte moderando la velocità. L’ultima parte di zucchero va unita in una volta sola preferibilmente a mano. Infine aggiungiamo parte della granella di nocciole e un cucchiaino di succo di limonbe filtrato.
Con l’aiuto dei cucchiai formiamo le nocciolotte grandi a piacere. Inforniamo in forno ventilato a 100 gradi per un ora tenendo lo sportello del forno in fessura. Le nocciolotte sono volutamente tenute più morbide di una meringa tradizionale. Gustatele con crema inglese o gelato alla vaniglia.

Si conservano per almeno dieci giorni chiuse in una scatola da biscotti.

Buonissima giornata a tutti!

I “Golosi”

Bello è guardarvi. Appoggiati, così, uno sopra l’altro. Stracolmi e ad un tempo leggeri.
Rifletto sulla chiusura a triangolo, davvero ideale a contenere ciò che diversamente avrebbe potuto scoppiare. E anche stavolta mi meraviglio, com’è tutte le volte che uso la pasta fillo. “Lei” è: geniale. Fatta di niente di tutto, ma incredibilmente adatta ad avvolgere. Non si direbbe, perché si sbriciola quasi, talmente è sottile. Ma prendo il pennello, lo intingo nel mio amato burro e la domo.
Eccovi lì: dorati, croccanti, ricolmi. Niente si è perso attorno: tutto il buono dentro, tutto il bello fuori.
Bene, non mi resta che assaggiare…Mamma, che buoni!
Come posso chiamarvi? Triangoli di pasta fillo ripieni di banana, nocciole e cioccolato. Perbacco! Si fa prima a farvi che a chiamarvi. Ecco, ho trovato, una mia cara amica ha detto: “golosi!”. Questo sì che è un nome davvero azzeccato! “Golosi”. Proprio così vi chiamerò.

triangoli di pasta fillo

Per 20 Golosi

Ingredienti: 20 strisce di pasta fillo lunghe 20 cm e larghe 7 cm, 1 uovo, 70 g di cioccolato fondente, 1 banana a giusta maturazione, 1 cucchiaio di nocciole tostate e tritate, 70 g di burro, 1 presa di sale, 1 cucchiaio di farina, 50 g di zucchero di canna bianco, 1 tuorlo, poco latte, burro fuso, zucchero a velo
Occorrenti: casseruola, ciotola per il bagnomaria, ciotole, coltello, cucchiaino, teglia, carta da forno
Tempo di preparazione: 30 minuti
Grado di difficoltà: facile

Preparate il ripieno: fondete il cioccolato a bagnomaria. Aggiungete il burro tagliato a piccoli pezzi, il sale e mescolate.  Togliete il cioccolato dal bagnomaria, unite lo zucchero e l’uovo. Infine versate la farina, le nocciole tritate e amalgamate.
Assemblate i fagottini: sciogliete il burro e stendetelo con un pennello su ogni striscia di pasta fillo. Ponete ad ogni estremità della striscia una fettina di banana, un cucchiaio da tè di ripieno e piegate a formare un triangolo. Avvolgete mantenendo la forma triangolare fino alla fine della striscia. Appoggiate i fagottini sulla teglia rivestita con carta da forno e pennellateli con il tuorlo mescolato a poco latte e ad un pizzico di sale. Cuocete in forno preriscaldato a 180°C in modalità statica, con la placca a metà altezza, per 10 minuti o fino a doratura. Spolverizzate i fagottini con zucchero a velo e serviteli tiepidi.

Consigli: potete cambiare il ripieno come preferite. Al posto della pasta fillo è possibile usare della pasta sfoglia. In questo caso prolungate il tempo di cottura di almeno 15 minuti. Come dicevo, la chiusura a triangolo è perfetta. Ma la pasta fillo è assai versatile e potete variare la forma dei vostri golosi come vi piace.

Buon fine settimana a tutti voi.

Tortino al cioccolato e crema di nocciole

Non chiamatemi muffin, perché muffin non sono. Chi mi ha fatto questa fotografia ha  avuto almeno il riguardo di chiamarmi con il mio nome vero: tortino al cioccolato. Poi ci sarebbe la crema, ma questo fa parte della scena, infatti.
Infatti, voglio dire, c’è differenza  tra me e lui, cioè il muffin. Eccome! La stessa differenza che sussiste tra colui che si prepara per un appuntamento galante e colui che si sistema per una gita in campagna. Fate un po’ voi…
Non lasciatevi ingannare dalla fotografia, che la fotografa si sa non è un gran ché. Fidatevi piuttosto della mia forma scolpita e smagliante, come del fatto che so di piacere. E mostratemi, non vedo l’ora! Sì, presentatemi, esibitemi, ostentatemi! Proprio con le vostre amiche più esigenti:  mi troveranno irresistibile.

tortino al cioccolato con crema di nocciolePer 1 tortino in stampo da budino classico capacità 750 ml, o 3 stampi da 250 ml

Ingredienti per il tortini: 100 g di burro, 50 g di zucchero semolato, 3 tuorli, 125 g di farina 0, 5 g di cacao amaro, 70 g di cioccolato fondente, 6 g di lievito, 50 g di zucchero a velo, 3 albumi, sale

Ingredienti per la crema di nocciole: 100 g di nocciole tostate, 40 g di cacao amaro, 150 g di burro, 200 g di zucchero di canna liquido (lo trovate nei supermercati nel reparto zuccheri)

Per decorare: granella di nocciole, nocciole, gelatina di albicocche

Spezzettate il cioccolato e fondetelo a bagnomaria o nel microonde (date 1 minuto di cottura a media potenza, mescolate bene a metà). Montate a neve la metà degli albumi con lo zucchero a velo, coprite e tenere da parte.  Nella planetaria o nella ciotola montate con la frusta il burro morbido e lo zucchero semolato, unite i tuorli uno alla volta e il cioccolato (raffreddatelo leggermente) fuso a filo. Unite gli albumi montati al composto di tuorli e cioccolato, molto delicatamente. Setacciate farina, lievito e cacao e amalgamateli. Aggiungete infine gli albumi rimasti non montati. Versate negli stampi ben imburrati e infarinati e cuocete a 170°C in modalità statica, placca a 1/3 (partendo dal fondo) per 40 minuti.
Preparate la crema riunendo tutti gli ingredienti nel mixer e frullando per 3 minuti.
Raffreddate il tortino per circa 30 minuti e sformatelo sulla gratella. Pennellate i bordi con la gelatina di albicocche e ricopriteli con la granella di nocciole. Servitelo a fette con la crema di nocciole a parte; oppure decoratene la superficie aggiungendo delle nocciole a piacere.

Se farete questo dolce in stampini da muffin sarà lo stesso molto bello. Non lo presenterete come muffin perché, come dicevo, il muffin prevede una preparazione più veloce, ma sarà veramente gradito per un tè o una colazione. In previsione del freddo questi dolci dalle cromie delicate e dai sapori avvolgenti sono perfetti. Buona preparazione!

Felice giornata e sempre grazie di leggermi.

 

 

 

Le verdure parlano per noi

tarassaco

Siamo alla D, con il Dente di Leone, nome comune del tarassaco officinale,  erba perenne spontanea. E’ forse la più diffusa tra le erbe selvatiche  che si raccolgono in Primavera:  ne sono pieni i giardini,  i parchi, i prati in collina e in montagna, perfino i cigli delle strade cittadine; fa un bel fiore giallo intenso, commestibile e un’infiorescenza che i bambini amano soffiare per farla volare.  Nel mio linguaggio segreto delle verdure rappresenta, se offerto  ricevuto o cucinato, la sincerità e le sue varie accezioni, che molto ha di attinente: è scomodo da raccogliere- bisogna stare chini, usare un coltellino, cercare di recidere nel punto giusto per non strappare o non crescerebbe più- cosi come sono scomode da raccogliere le verità. A volte è prezioso a volte è buttato come le parole sincere di un amico; è spontaneo così com’è la franchezza; è forte a tutte le intemperie come l’onestà. Quindi, da tutto ciò, ben si comprende come il dente di leone non solo è un medicamento portentoso per il corpo curando fegato, reni, stomaco e ossa, ma ci darà quel piccolo, piccolissimo slancio che ci manca per dire tutta la verità, o quelle poche, pochissime gocce di sangue freddo in più per essere pronti  a sentirla. Abusiamone!

Tagliatelle di castagne al pesto di dente di leone e nocciole

tagliatelle alle castagne

Interessante, è un pesto strano che va scaldato. L’ideale sarebbe avere del tarassaco appena colto, perchè in questo caso non sarebbe necessario prelessarlo, e il pesto risulterebbe essere oltremodo saporito.   La mia è una prova tramutata in ricetta Siete comunque liberi, anzi vi invito, a lavorare sulla tavolozza degli ingredienti o sulla tela d’esecuzione. Il paragone con l’arte pittorica mi viene spontaneo, abbiate pazienza. Il colore in cucina è importante e costituisce spesso un valido aiuto nella scoperta di nuovi accostamenti. Infatti mi capita che per raggiungere il cromatismo desiderato aggiungo un nuovo ingrediente,che poi risulta essere ben accostato sia dal punto di vista del colore che del gusto.

Per 4 persone

Per le tagliatelle

280 g di farina 00

120 g di farina di castagne

3 uova

Per il pesto di tarassaco

100 g di tarassaco prelessato

60 g di nocciole tostate

80 g di parmigiano grattugiato

1 spicchio di aglio schiacciato

40 g di burro

4 cucchiai di olio di oliva

Sale, pepe

Acqua di cottura q.b

Formiamo la fontana con le farine e sgusciamo  al centro le uova. Con l’aiuto di una forchetta sbattiamo leggermente le uova cercando di amalgamare più farina possibile. Iniziamo quindi ad impastare, fino a formare un impasto liscio che lasceremo riposare avvolto ben stretto con pellicola in frigorifero per almeno 30 minuti. Con il mattarello infarinato iniziamo a tirare la pasta sul piano fino a formare un rettangolo spesso circa 1 mm. Lasciamo asciugare 20 minuti. Pieghiamo la pasta avvolgendola e formando una striscia larga circa 8 mm, poi con l’aiuto di un coltello tagliamo delle strisce che apriremo e metteremo su un vassoio coperto con carta da forno cosparsa di farina. Mentre l’acqua per la pasta arriva ad ebollizione prepariamo il pesto di tarassaco. Tagliamo il tarassaco incorporando l’aglio e uniamo anche le nocciole. Scaldiamo olio e burro e rosoliamo il pesto per 2 minuti a fuoco vivace. Regoliamo di sale e pepe e teniamo da parte. In una zuppiera mettiamo il grana e versiamo acqua di cottura per formare con la forchetta una cremina. Lessiamo la pasta per circa 8 minuti, la scoliamo e la ripassiamo nel pesto, poi versiamo nella zuppiera e amalgamiamo con la crema di grana. Serviamo immediatamente.

Un appunto: il dizionario non segue un elenco riferito alle stagionalità, ma un ordine alfabetico. Spesso non mi sarà possibile, credo, reperire alcune verdure. Il caso ha voluto che avessi del dente di leone congelato.

Buona giornata!