Torta all’acqua di pesca e cremoso alle mandorle

Torta all'CQUA di pesche

E’ una torta all’acqua di pesche, questa, e badate bene – lo dice il titolo stesso – non è un panino è una torta. Lo preciso per via del fraintendimento che, vuoi la fotografia, vuoi la forma stessa, ha provocato. Non è la torta che poteva essere: è la torta che è, niente di più. Doveva essere così: a forma panino. Punto.
Ma non voglio parlare per lei, anche se lei stessa avrebbe da dire i suoi perché – se fossi una torta non gradirei il qui pro quo – voglio invece esporre il panino che potrebbe non solo sembrare ma essere davvero.
Dunque: si prenda un panino-paninone, un bell’hamburgherone, anzi, no, piuttosto del salmone. Si tagli il panino in tre strati (potrebbe essere difficile, ma si può tentare) e lo si farcisca con il salmone e con una misura incontenibile di  maionese lasciando che sbordi ben bene. Lo si chiuda all’uopo.
Si brandisca di seguito il tubone della maionese e si decori la cupola del sopra menzionato con riccioli e volute. Si proceda poi con l’addentare un pezzo di panino e un pezzetto di torta, trovandovi  le differenze.
Ah, dimenticavo, prima bisogna fare anche la torta. Ecco qua!

Ingredienti per una torta di 20/22 cm. di diametro
Occorrenti: frustino elettrico o impastatrice con la frusta, ciotole, spatola, tortiera rotonda, carta da forno, casseruola, colino, pellicola, coltello seghettato, coltello, sac a poche

Per la torta
175  g di farina, 1/2 bustina di lievito, 125 g di zucchero semolato, 4 cucchiai di acqua di pesca, un pizzico di sale,  uova

Per il cremoso di mandorla
250 g latte di mandorla, 60 g di zucchero semolato, 100 g di panna, un pizzico di sale, 8 di gelatina in fogli

Per le pesche semi candite
350 g di pesche gialle, 75 di zucchero semolato, 30 g di succo di limone

Per decorare
2 cucchiai di gelatina di albicocche, 50 g di cioccolato bianco

Preparazione

Pesche semi candite
Sbucciare le pesche e tagliarle a spicchi sottili. Metterle in una ciotola coprirle con lo zucchero, versare il succo di limone e mescolare. Lasciare macerare in frigorifero per una notte. Il giorno dopo scolare e tenere da parte il succo di macerazione (acqua di pesca)
Cremoso alla mandorla
Mettere la gelatina a bagno in acqua fredda per 10 minuti. Scaldare il latte, la panna, lo zucchero e il sale senza farli bollire. Fuori dal fuoco aggiungere la gelatina strizzata e mescolare con una frusta per scioglierla completamente. Passare al colino fine e raffreddare per 12 ore in frigorifero, coperto con pellicola
Torta
Setacciare la farina con il lievito per 2 volte. Dividere le uova e montare a neve gli albumi, poi metterli il frigorifero. Montare i tuorli con lo zucchero e il sale fino a sbiancarli. Con una spatola unire ai tuorli 4 cucchiai di acqua di pesca e versare la farina un po’ per volta amalgamandola con la spatola. Aggiungere al composto gli albumi molto delicatamente. Imburrare la tortiera e rivestirla prima sul fondo poi ai lati con carta da forno. Versare l’impasto e sbattere leggermente su una superficie piana per livellare. Infornare a 170°C per 35 minuti.

Montaggio del dolce

Con il frustino elettrico montare per 3 minuti il cremoso appena tolto dal frigorifero.Con il coltello seghettato tagliare la torta in tre strati. Sistemare il primo strato sul piatto da portata e con l’aiuto di un cucchiaio bagnarlo con parte dell’acqua di pesca. Coprire con il cremoso di mandorla e metà delle pesche. Coprire con il secondo strato, ripetere la stessa farcitura e ricoprire con l’ultimo strato. Pennellare con la gelatina di albicocca e decorare con il cioccolato bianco sciolto fatto scendere dalla sac a poche.

Felice giornata!

 

Polpettine di melanzana

polpette di melanzane

Si suole dire: tenere da parte per altre preparazioni. Ed è un bel dire, sì. Ma che cosa fare con la polpa della melanzana?
Presa una melanzana la si guarda, che è ben bella, la si gira, la si lava, la si taglia. Ed ecco che – tutto ciò è meraviglioso – si può distinguere quasi nettamente il segno naturalmente impresso di dove dovremo spolpare.
E con la buccia? Con la buccia si fa moltissimo: ratatouille, sughi di verdure, caponate, altro ancora; anzi: “altrissimo”.
E con la buccia e la polpa? Tutto ciò di cui sopra, ci mancherebbe. Ma, se, usiamo la melanzana con tutta la polpa accadrà che la “nostra” assorbIrà da sola tutto quanto l’olio. Dopodiché: il peperone si incavola; la zucchina che è una zuccona non vuole più saperne; il pomodoro arrossisce e fin troppo. E’ il caos.
Fermiamo allora l’ ingordigia della melanzana e adoperiamo solo quel po’ di polpa necessaria. E del resto? Orbene, per l’appunto, lo si usa a fare polpette. Buon gusto!

Ingredienti: la polpa di una melanzana, 1 cucchiaio di aceto bianco, sale, pepe, 2 fette di pane a cassetta, 4 cucchiai di formaggio grattugiato, 1 cucchiaio di prezzemolo, 1/2 spicchio di aglio, 1 uovo leggermente battuto, poco latte, pane grattugiato, 1 dl di olio di oliva, 2 foglie di salvia
Occorrenti: casseruola, colino, ciotola, forchetta, padella, schiumarola, carta da cucina
Tempo di preparazione: 30 minuti

Lavate la polpa della melanzana e tagliatela e pezzettoni. Ponetela a lessare in acqua e aceto leggermente salata per 10 minuti. Scolatela (tenete da parte poca acqua di cottura) e lasciatela ad intiepidire dentro al colino. Nel frattempo sbriciolate il pane in una ciotola e bagnatelo con l’acqua di cottura della melanzana, poi strizzatelo molto bene. Unite la polpa della melanzana, anch’essa molto ben strizzata, salate e pepate. Aggiungete il formaggio, 2 cucchiai di uovo, lo spicchio di aglio tagliato sottilissimo e il prezzemolo. Completate con 2 cucchiai di pane grattugiato e amalgamate. Formate delle polpettine, passatele nell’uovo rimanente allungato con il latte, poi nel pane grattugiato.

polpette di melanzane 2

Friggetele nell’olio di oliva caldo, 4 minuti da ogni lato. Scolate con la schiumarola e mettetele su carta da cucina.
Servitele ben calde e accompagnate con insalata o ratatouille.
A piacere potete inserire nel vostro impasto altre verdure lesse o brasate.

Buona giornata a tutti!

 

La Baklavà

genio della lampada

Eh eh eh! La vita è un ristorante, è come un gran buffet ! Perché  tutto ciò che chiedi avrai, grazie a un amico come me! Oh son felice di servirti, sei il boss, il re, la star! E dolci d’ogni tipo assaggerai, gradisci ancora un po’ di Baklavà? WHAHAHA! OH MA! WHAHAHA! NO NO! WHAHAHA! NANANAA!

Che altro dire? Niente, perché ha detto tutto lui: il genio della lampada. Eh sì ce ne vorrebbero di amici così!
Allora, è il genio che ve lo chiede: volete ancora un po’ di Baklavà? Nooo?! Perché, non l’avete mai assaggiata? Bene,  il genio la raccomanda – molto probabilmente è il suo dolce preferito – e io posso provvedere alla ricetta.
Nel frattempo, volendo sperare anch’io in questo speciale amico, visto che ho qui il suo dolce croccante e profumato, prendo la lampada e provo a strofinare…

baklava 2

Ingredienti :12 fogli di pasta fillo, 350 g di frutta secca mista (nocciole, mandorle con la buccia e senza, noci, pistacchi, fichi secchi) tritata non troppo finemente, 30 g di zucchero, 1 cucchiaino di cannella,
150 g di miele liquido di acacia o millefiori, 1/2 arancia (scorza più succo), 1 limone (scorza più succo), 100 g di burro fuso
Occorrenti: stampo rettangolare da 20×30 cm., ciotola, pennello, pentolino, coltello a punta
Tempo di preparazione: 30 minuti

Imburrate leggermente la tortiera e foderatela con la carta forno. Sovrapponete i fogli di pasta filo 3 per volta, imburrandoli ad uno ad uno con l’aiuto del pennello. Mettere nella teglia i primi 3 fogli e cospargere con 1/3 della frutta secca, cospargere con zucchero e cannella. Sovrapponete altri 3 fogli e cospargete con la frutta secca lo zucchero e la cannella; infine formate un ultimo strato con altri 3 fogli di fillo, lo zucchero e la cannella. Coprite con gli ultimo tre fogli. Con un coltello a punta tagliate la Baklava in 10 pezzi. Infornate a 180° C in modalità statica placca a metà per 30 minuti.

baklavà 1

Nel frattempo preparate lo sciroppo. Mettete in un pentolino il miele, il succo degli agrumi e la scorza. Portate ad ebollizione e lasciate cuocere per almeno 3 minuti. Tolto il dolce dal forno versate sopra lo sciroppo in tre riprese. Sformare il dolce una volta raffreddato aiutandovi con la carta forno. Si mantiene ben coperto in frigorifero per 5 giorni.

La Baklava o Baklavà è un  dolce squito, molto famoso e sempre presente in quasi tutta la cucina araba e mediterranea. E’ un dolce antico che pare sia stato inventato addirittura dagli Assiri nel settimo secolo prima di Cristo. Si dice che siano stati i primi a gratificarsi con un impasto di noci tritate, frutta secca e messi all’interno di pasta semplice ,ma molto croccante.
Ne esistono moltissime versioni e non sapendo quale scegliere ho provato, mantenendo le basi tradizionali, a realizzarne la mia versione personale:  inserendo nel ripieno dei fichi secchi e aggiungendo allo sciroppo del succo e della buccia di agrumi.
Ah, dimenticavo, al genio è piaciuta molto. Applause!

Felice giornata a tutti!

La ratatouille

ratatouille

“Perché la chiamano così?” “Cosa?” “La ratatouille…se dai un nome a un piatto dovrebbe essere allettante. Ratatouille non è affatto allettante, sembra un mistruglio fra ratto e intruglio…”  ( dal film Ratatouille )

C’era una volta un grande cuoco che voleva diventare un topo…No, forse era il contrario.C’era una volta un topo che voleva diventare un cuoco…così va meglio.
Era un cuoco, ops!…un topo di campagna, che amava molto la sua vita campagnola, ma avendo aspirazioni che andavano al di là dell’essere un cuoco -eh dai! un topo- si convinse a trasferirsi, si nascose nel berretto di uno sguattero e insieme spaccarono il mondo.
Lui gli tirava i capelli guidandolo nella preparazione di piatti spettacolari e la loro unione, chiamiamola di testa, fu vincente. Chiamiamola, dico, perché fu invece e soprattutto un unione di cuori che lavoravano insieme creando il meglio anche in cucina; il desiderio di imparare che diventa un tutt’uno con l’amore per i sapori e i profumi.
E adesso posso definirmi come quel topo sulla testa di chi lo desidera. Prometto di non esagerare nel tirare i capelli, esagererò bensì nel dire che la ratatouille, non è un “mistruglio” tra ratto e intruglio, ma la preparazione degna di un grande topo. Topo?, Oh, pardon, di un grande cuoco. Buon gusto!

Ingredienti: 2 cipolle rosse,1 spicchio di aglio, 6 cucchiai di olio di oliva, 2 melanzane, 2 zucchine,1 peperone giallo,1 peperone rosso, 1/2 di kg di pomodori ramati, 2 cucchiai di concentrato di pomodoro, brodo vegetale a piacere, sale, 1 rametto di rosmarino o basilico, un pizzico di zucchero
Occorrenti: coltello, tagliere, padella alta o wok, setaccio a mano
Tempo di preparazione: 50 minuti

Spellate i pomodori tagliateli e setacciateli, così da ricavarne la polpa. Tagliate le zucchine a cubetti, tagliate le melanzana a metà e scavatene l’interno( userete la polpa per un’altra preparazione). Eliminate i peperoni delle parti bianche, tagliateli a falde e lavateli per eliminare totalmente i semi. Spellate l’aglio e tagliate le cipolla a rondelle. Scaldate 3 cucchiai di olio in una padella e rosolatevi le cipolle, unite quindi la polpa dei pomodori e l’estratto di pomodoro (sciolto in poco brodo vegetale) e infine i peperoni. Regolate di sale, mescolate e portate a cottura per 10 minuti.
In un’altra padella scaldate l’olio rimanente e soffriggete l’aglio, aggiungete le melanzana, mescolate e poi aggiungete le zucchine. Regolate di sale e portate a cottura per 10 minuti. Unite le due preparazioni, unite gli aromi un pizzico di zucchero.  Cuocere scoperto al minimo ancora per 20 minuti o fino a quando tutte le verdure diventano morbide, unendo altro brodo vegetale se si dovesse restringere il sugo di cottura. A piacere potete unire due carote. La ratatouille si conserva per 3 giorni coperta in frigorifero ed è ancora più buona man mano che passa il tempo.
Questo è un piatto tipico della cucina francese, che annovera tra i suoi ingredienti due verdure che i piccoli raramente mangiano volentieri: la melanzana e il peperone.  Al giorno d’oggi siamo avvantaggiati perchè possiamo associare questo piatto al simpatico ratto Remy che, da topo della campagna provenzale, va a Parigi e  diventa uno chef prestigioso.  Non è necessario che i bambini ne vadano pazzi, ma se proviamo a proporgliele …

Buona giornata a tutti!

 

 

 

 

 

Fiorisce il pan brioche

E qui c’è il pan brioche, modello “fiore”, scuretto, insolito e travolgente.
Lo volevo al cacao questa volta ed era da un po’ di tempo che fioriva, pardon, balenava l’idea di un pan brioche colorato. Il clima riscaldatosi, non stronca la mia voglia di accendere il forno e così eccolo: è fiorito il pan brioche.

pan brioche 1

Per questo pan  brioche consiglio farcitura varie e a moltiplicarsi quanti sono i petali. Non solo ripieni dolci, come per sua neutrale natura permette ogni pan brioche. Cromaticamente ho scelto le pesche con panna montata, ma un buon salame potrebbe stupirvi: ottimo contrasto e perfetto l’accostamento dei colori.

pan brioche 3

Ma non ci sarà davvero limite al gusto e alle calorie -un buon peccato, quando deve essere, richiede completezza- se lo accompagnerete con cioccolato al latte o fondente. E a questo punto mi sovviene un detto quasi antico: in questo modo sarebbe gradevole anche uno zoccolo.
Tuttavia poiché adoro la morbidezza non vi do scelta: meglio farcire una brioche. Buon gusto!

Pan brioche al cacao e arancia

pan brioche 2

Per 2 pan brioche del diametro di 20 cm.

200 g di farina manitoba 00, 50 g di farina 00, 50 g di cacao, 8 g di lievito di  birra fresco, 60 g di zucchero, 200 g di latte, 60 g di burro morbido, 1 uovo e 1 tuorlo, 4 g di sale, buccia di arancia, 2 cucchiai di liquore all’arancia o rum, zucchero cristallizzato e gelatina di albicocca per decorare (facoltativi)

Vi serviranno delle ciotole,  una spatola, un coltello due tortiere da cm. 20 oppure una da cm 26 (verrà bene comunque)

Il tempo di preparazione per questo dolce è abbastanza lungo.

Mescolate al burro morbido la buccia dell’arancia. In una ciotola sbriciolate il lievito, unite 50 g di latte e i 2 cucchiai di farina, mescolate poco per amalgamare e mettete a lievitare per 30 minuti (lievitino), coprendo con un canovaccio. Trascorso il tempo, fate la fontana con la farina e il cacao setacciati, in una ciotola più grande e inserite il lievitino. Unite il latte rimanente al liquore e scioglietevi lo zucchero, poi  aggiungetelo piano al composto, iniziando ad impastare. Inserite di seguito il burro morbido, alternandolo alle uova leggermente battute. Completate con il sale sciolto in poco liquido (latte o: albume, acqua, panna, yogurt) . Rovesciate l’impasto ottenuto sul piano di lavoro e impastate fino ad ottenere un insieme di consistenza media, ma molto liscio e setoso (ci vorranno almeno 20 minuti). Ponetelo in una ciotola, coprite prima con pellicola alimentare , poi con un canovaccio e mettete in frigorifero per tutta la notte (aumenterà di tre volte il suo volume iniziale). Togliete la ciotola dal frigorifero e rovesciate l’impasto sul piano da lavoro. Non lavoratelo (puntatura) per 30 minuti, poi suddividetelo a pezzi uniformi. Formate delle palline e inseritele nelle tortiere distanziandole: formando un fiore. Coprite e lasciate lievitare fino a triplicarne il volume iniziale. Prima di infornare pennellate con uovo leggermente battuto. Cuocete in forno a 180° C in modalità statica (placca a metà) per 35 minuti. A piacere lucidatelo con gelatina di albicocche e decoratelo con momperiglie o zucchero cristallizzato, ma solo se lo proporrete in versione dolce.
Buona giornata a tutti! 

Semi-caldo? Semi-freddo!

semifreddo pesca panna

Ai miei tempi la saggezza popolare dava per scontato che il mese più pazzo dell’anno  fosse Marzo e che il mese più triste fosse Novembre.
Ma come spesso succede nella vita degli uomini, è assai probabile che anche nella vita dei mesi, che scorre sempre uguale da quando sono nati tali, almeno in linea di massima, possa insorgere la voglia del cambiamento.
Sicché l’intenzione dei mesi “moderni” di  cambiare look, se non altro qualche volta e a dispetto dei nostri, di look, si fa strada e ci disorienta. A tal punto, in verità, da farci correre in guardaroba a cercare caldi indumenti, nel bel mezzo della mezza Estate.
Lo scettro della pazzia è passato nelle mani di Luglio -Marzo pondera o pondererà- e sul podio della tristezza è salito… ancora   Luglio -Novembre invece per quest’anno pensa di ridersela.
Se non fosse per tutto quel verde sfacciato, che, male che vada, va riempiendoci occhi e polmoni, ci verrebbe spontaneo scambiare Luglio per i suoi, uno pazzerello e l’altro triste, fratelli.
Eh già, non ci sono più le mezze stagioni o i mesi vecchio stampo: regna confusione. Chissà com ci vestiremo a Novembre? Chissà da quando potremo  iniziare il conteggio dei giorni che ci separano dalla prova costume?
In effetti sussistono molte incertezze e ben poche certezze, tra le quali una e assai deliziosa nella fattispecie: l’immutato alto tasso di gradimento per il gelato o per il semi-freddo, che in questo pazzo, pazzo semi-caldo Luglio è perfetto. Buona preparazione.

Semifreddo di pesche gialle e panna

per 6 semifreddi

400 g di pesche gialle, 60 g di glucosio, 1 pizzico di sale, 40 g di succo di pesca, 200 g di panna montata, 60 g di albume, 60 g di zucchero a velo, 40 g di panna liquida

Vi serviranno: contenitori per ghiaccioli, stecchi di legno o spiedini di legno, brocche con beccuccio, ciotola, frullatore, pentolino

Il tempo di preparazione è breve, se togliamo il congelamento. Consiglio di prepararli il giorno prima.

Lavate le pesce e tagliatele a pezzi. Frullatele con la buccia.  Scaldare in un pentolino il glucosio, il succo di pesca, lasciate bollire per 2 minuti  e aggiungete la polpa della pesca. Riportate a bollore, poi togliete dal fuoco e tenete da parte. Montate la panna, ma non del tutto. Con gli albumi e lo zucchero preparate un meringa lucida ( tempo di montatura circa 10 minuti), e suddividetela a metà. In una ciotola unite a filo la panna semi-montata alla prima metà di meringa e mescolate, alternando alla panna liquida. In un’altra ciotola unite  la polpa di pesche all’altra metà di meringa. Trasferite poi entrambi i composti in due brocche munite di beccuccio, per facilitarvi l’inserimento nei contenitori. Iniziate versando negli stampi un primo strato di semifreddo alla pesca e ponete in freezer per mezz’ora. Estraete e inserite gli stecchini. Unite il semifreddo alla panna, scuotete il contenitore per assestare e rimettete nel congelatore. Terminate poi con l’ultimo strato di semifreddo alla pesca e mettete a congelare definitivamente per almeno 6 ore.  Per togliere facilmente i semifreddi dagli stampi abbiate l’avvertenza di metterli per qualche minuto in un recipiente pieno di acqua calda. Ricordo che l’albume non è pastorizzato. Una volta tolti dal freezer vanno consumati. Se voleste ricongelarli è meglio sostituire pari quantità di meringa a freddo con della meringa all’italiana. La ricetta la trovate nel blog.

Di questo passo potrebbe capitarci la bizzarria di un “Agugno”, o di un “Settosto” e, esagendo un poco, di un “Novuglio”.  Oppure, perché non sognare un “Gennaggio”?
Tuttavia riposiamoci, che malgrado il tempo, è tempo di vacanza. Sempre grazie di leggermi.