Dolcetto o scherzetto?

 

I  nostri “ ghiottoni” hanno preservato qualcosa, quindi  possiamo continuare i lavori, passare alla fase decorativa e organizzare insieme una festa di Halloween da brivido con streghe, mostri, zombie, vampiri e tutte le cose più paurose, che se le mangiamo di sicuro non ci faranno più paura.

Questo è quello che abbiamo preparato:

Per ricoprire la torta

1 panetto di marzapane (in vendita nei supermercati)
4 cucchiai di marmellata di albicocche
1 cucchiaino da tè di acqua
Colorante arancio, o giallo e rosso in gel

Scaldiamo la marmellata di albicocche con l’acqua, la passiamo al colino fine e  la spargiamo sulla torta con l’aiuto di una spatola o di un pennello da dolci, anche ai lati. Stendiamo la pasta di mandorle colorata con il mattarello sul piano da lavoro, sul quale avremo distribuito dello zucchero a velo setacciato, la avvolgiamo attorno al matterello, anch’esso cosparso di zucchero e ricopriamo la torta.  Tagliamo la pasta di mandorle che avanza e la teniamo da parte per gli altri decori.  Riempiamo la sac a poche con la ghiaccia bianca e disegniamo gli occhi e i denti.  Poi lasciamo completare ai nostri aiutanti.  Questo potrebbe essere il risultato finale.

Per decorarla

Frustino elettrico
250 gr di ghiaccia
Coloranti e caramelle a piacere

Prepariamo la ghiaccia: con il frustino elettrico iniziamo a montare 25 gr di albume.  Quando inizierà a sbiancarsi, versiamo 100 gr di zucchero a velo setacciato e 1 cucchiaio raso di succo di limone filtrato e continuiamo a montare piano.  Aggiungiamo altri 100 gr di zucchero a velo e continuiamo a montare, aumentiamo la velocità fino a che non sentiremo che diventa densa e corposa( se è troppo densa aggiungiamo ancora del succo di limone).  Aggiungiamo il colorante e mescoliamo la ghiaccia dall’alto verso il basso con una spatola, per non smontarla.  Si conserva coperta in frigorifero per circa una settimana.  Mentre la usate, ricordatevi di coprirla, perché all’aria si secca molto.

Per decorare i fantasmini di meringa

Crema spalmabile al cioccolato tipo Nutella
Sac a poche usa e getta
Confettini colorati

I bambini disegneranno le bocche e gli occhi dei fantasmini e potranno incollare dei confettini colorati al posto degli occhi.  Esistono in vendita dei tubetti pieni di crema spalmabile al cioccolato che sono veramente comodi in sostituzione della sac a poche.

Per decorare i biscottoni

250 g di pasta di zucchero(in vendita nei supermercati o nei negozi specializzati)
Pasta di mandorle (è sufficiente quella avanzata dalla copertura della torta)
Ghiaccia
Coloranti a piacere

Rivestiamo i biscottoni con la pasta di zucchero  o la pasta di mandorle avanzata colorate a piacere(possiamo ritagliare il rivestimento con lo stesso stampino che abbiamo usato per formarli prima di cuocerli), mettendo sui biscottoni un po’ di ghiaccia, per far si che il rivestimento aderisca.  Decoriamo a piacere.

Per decorare i cupcakes

Panna montata o ghiaccia colorate a piacere(la panna si colora come la ghiaccia, dopo averla montata)
Pasta di zucchero o pasta di mandorle
Caramelle, molte caramelle

Dopo aver rivestito la superficie del cupcake con pasta di zucchero o pasta di mandorle(ricordiamoci di incollare il rivestimento con un po’ di ghiaccia) , o dopo averla decorata con la ghiaccia o la panna, ci si può sbizzarrire.  Infatti…

Non dobbiamo aspettarci mai il risultato che volevamo: se pensavamo a una zucca, potrebbe essere qualcosa d’altro.  Non è la perfezione la bellezza del prodotto, ma tutto ciò ha stimolato la fantasia dei bambini. Alcuni consigli? Cercate di evitare la confusione, o pasticceranno tutto.  Rendeteli partecipi anche nel pulire e riordinare.  Usate guanti usa e getta quando colorate le ricoperture.  Puntualizzate a chi ve lo fa osservare (e capita), che questo Didò si mangia, mentre quello vero non si può mangiare.  Il dolcetto l’abbiamo, ora possiamo pensare allo scherzetto e che la festa abbia inizio!

La cucina degli altri

Esplorate. Sognate. Scoprite.
Mark Twain

Il primo approccio dei bambini con la cucina degli «altri» – i nonni, l’asilo nido, la mensa scolastica – avviene oggi molto presto. Per i genitori il problema è sapere se i figli mangiano o no, e cosa mangino. Le mense sono gestite da società di catering, in genere molto controllate; alcune optano per il cibo biologico. Ben venga, ma i problemi rimangono se è vero che gran parte del cibo destinato alla nutrizione scolastica viene buttato. Le indagini effettuate hanno dimostrato che sono diversi i fattori che influenzano il rifiuto del cibo da parte dei piccoli utenti: cibo freddo o troppo piccante per il loro gusto, poco tempo a disposizione, locali non idonei, eccessivo rumore; due riguardano però direttamente l’educazione alimentare ricevuta in famiglia. Il primo è una merenda eccessivamente calorica nella pausa del mattino, che toglie l’appetito, l’altro è l’abitudine a mangiare sempre le stesse cose. Cerchiamo dunque di abituare i nostri figli alla varietà degli alimenti, per la nostra tranquillità, la loro salute, e una maggiore serenità di tutti.

I principi base dell’alimentazione

I latini dicevano che la virtù sta nel mezzo. A una regola esagerata corrisponde una trasgressione. Abituare i bambini e i ragazzi a gustare di tutto e a osservare un’alimentazione equilibrata è ciò che di meglio possiamo insegnare loro anche per il futuro, senza esagerare con i divieti ma cercando un giusto equilibrio tra le loro preferenze e le leggi della sana alimentazione. Varietà e moderazione sono quindi le regole base, mentre per sapere come e cosa si debba mangiare ci aiuta la famosa piramide alimentare.

Ogni giorno si dovrebbero consumare cereali, frutta e verdura, preferibilmente crude, legumi, latte e derivati e olio di oliva. Due o tre volte alla settimana vanno aggiunti pesce, carne rossa magra, pollame e uova, alternandoli. Alla fine della piramide alimentare troviamo quelli che sono i cibi molto piacevoli, ma non essenziali, come ad esempio i dolci. Vanno mangiati preferibilmente a colazione; per i bambini sono un’ottima merenda, migliore se sono fatti in casa.

 Budino di cioccolato

Per 4-6 persone

Le virtù del cacao oramai sono ben conosciute: è rilassante per il suo contenuto di teobromina, nello stesso tempo ha la capacità di stimolare le endorfine, sostanze che il nostro cervello produce quando si accende la spia dello stress e che donano una sensazione di benessere a tutto l’organismo.

500 g di latte intero
100 g di cioccolato fondente
100 g di burro
100 g di zucchero semolato
50 g di farina

Uniamo in una casseruola il latte e lo zucchero e mescoliamo. Mettiamo sul fuoco al minimo, aggiungiamo il cioccolato fondente spezzettato e iniziamo a farlo sciogliere. In un’altra casseruola facciamo sciogliere il burro e vi stemperaimo con una forchetta la farina, poi iniziamo ad aggiungere un po’ di latte e cioccolato fino a esaurimento, facendo attenzione che il composto non attacchi.
Una volta incorporato tutto il latte, attendiamo ancora 1-2 minuti e facciamo addensare bene. Bagniamo uno stampo di silicone con acqua molto fredda e vi versiamo il budino; lo riponiamo quindi in frigo per tutta la notte. Al momento di servire, immergiamo lo stampo in acqua calda per 1 minuto, quindi lo rovesciamo sul piatto da portata. Possiamo decorarlo con frutta sciroppata a piacere o fragole fresche.

Tiramisù

Questo dolce di origine veneta è altamente calorico, quindi va gustato con moderazione. Per questa variante consiglio di pastorizzare i tuorli e non usare albumi. Le uova crude sono un’insidia: anche se controllatissime, possono comunque venire contaminate da batteri pericolosi come la salmonella. Oltre che salutari, i tuorli pastorizzati danno maggiore compattezza e sapore più intenso alla crema. Sono inoltre la base per preparare i semifreddi alle creme, come quelli al cioccolato e al torroncino.

6 tuorli
150 g di zucchero semolato
600 g di mascarpone
250 g di panna montata
400 g di pan di Spagna o biscotti savoiardi
3 bicchieri di caffè (o caffè d’orzo) zuccherato con
1 cucchiaio di zucchero semolato
1 pizzico di sale
2 cucchiai di cacao amaro

Iniziamo con la pastorizzazione dei tuorli. Mettiamo 45 ml di acqua in un pentolino con il fondo spesso e aggiungiamo lo zucchero (mai viceversa, perché lo zucchero che finisce sulle pareti del pentolino ne impedisce la caramellizzazione). Separiamo i tuorli dagli albumi, che conserveremo per altre preparazioni, e li montiamo con le fruste elettriche a bassa velocità. Cuociamo lo zucchero per 7 minuti, quindi, sempre con le fruste alla velocità minima, aggiungiamo a filo il caramello alle uova; portiamo ora al massimo la velocità del frustino e montiamo fino a quando il composto si raffredda: ci vorranno circa 10 minuti. Mettiamo in frigorifero, perché è importante che il mascarpone e la montata di tuorli abbiano più o meno la stessa temperatura. Una volta raffreddati, prendiamo il mascarpone e lo montiamo per un minuto per togliere eventuali grumi, poi, con la frusta a mano, aggiungiamo la montata di tuorli, mescolando dal basso verso l’alto. Infine, uniamo alla crema la panna montata e mettiamo nuovamente in frigorifero,coperto con pellicola. Prendiamo una pirofila o una zuppiera, tagliamo il pan di Spagna a fette e le sistemiamo sul fondo, dove avremo spalmato un cucchiaio di crema. Bagniamo il pan di Spagna con il caffè a cucchiaiate. Se usiamo i savoiardi, li bagniamo uno alla volta cercando di non inzupparli troppo. Disponiamo a strati crema e pan di Spagna o savoiardi, terminando con uno strato di crema, e spolverizziamo con il cacao fatto scendere da colino fine.

La pausa giusta

Cosa mettiamo nello zaino?  Lo spuntino sano, generalmente deve garantire il necessario apporto di energie per affrontare l’altra metà delle lezioni e per impedire il famigerato calo dell’attenzione. Nello stesso tempo non può essere esagerato, perché taglierebbe l’appetito per il pranzo. Fortunatamente la scuola, ora molto attenta in fatto di alimentazione, sta promuovendo campagne di sensibilizzazione nei confronti della “pausa giusta”: frutta, latte e alimenti leggeri ma nutrienti.  Ai miei tempi si vendevano panini, ora beviamo latte e mangiamo la frutta, molto bene.  Premetto che l’appettito  dei nostri ragazzi è variabile, che per loro la ricreazione non è il momento per cibarsi ma per condividere, giochi, idee,ansie e programmi .  Quello che noi possiamo fare è fornirli di spuntini leggeri che non li impegnino(cucchiai, piatti etc.), che non siano deperibili, e che tamponino i segni dell’affaticamento.  Fondamentale è soprattutto fornire liquidi: il cervello è costituito di acqua per 75%, quindi le bevande sono il pronto soccorso delle capacità intellettive.   Ottimi i  succhi di frutta, magari senza zuccheri aggiunti, perché il pericolo della carie è sempre in agguato e le bevande a base di yogurt.  Via libera alle barrette di cereali, alla frutta secca, alla frutta fresca e alla verdura tagliate a bastoncino o  grana a cubetti, una piccola fetta di pane integrale, o di panfrutta, se la mattinata è più lunga.  Importante è anche il contenitore o la cartella si riempirà di briciole e altro, per cui consiglio una scatola ermetica, che diventerà il suo portavivande.  Vi do alcune ricette: ogni tanto fatto in casa è più buono.

Se vogliamo fare ecco gli utensili di cui avremo bisogno bisogno:

Una bilancia per pesare gli ingredienti, un bricco per l’acqua, e un bicchiere per il latte, una spatola di gomma per lavorare gli impasti morbidi, la frusta per sbattere le uova, i ganci per impastare con il frustino, un pennello, una ciotola.

Pane di grano duro

1 pane per 4-6 persone

600 g di semola di grano duro rimacinata
2 cucchiaini di lievito secco naturale
2 cucchiai rasi di malto di orzo o miele
450 ml di acqua tiepida

Sciogliamo il lievito in mezzo bicchiere di acqua tiepida.  Versiamo la farina a fontana sulla spianatoia, creiamo la fossetta nel centro, aggiungiamo il lievito e il malto di orzo e mescoliamo con la punta delle dita, incorporando poca farina.  Lasciamo riposare per 10 minuti, quindi aggiungiamo il sale e poco per volta l’acqua rimasta, rimescolando gli ingredienti. Lavoriamo l’impasto fino ad ottenere una palla liscia ed elastica.  Durante la lavorazione, spolverizziamo ogni tanto l’impasto con poca farina per evitare che si attacchi sulla spianatoia.  Copriamo la palla con un canovaccio pulito e lasciamo riposare per un’ora.  Dopo aver reimpastato il pane energicamente per una decina di minuti, formiamo la pagnotta e la sistemiamo sulla teglia foderata con la carta da forno.  Incidiamo un taglio profondo con il coltello.  Ungiamo la superficie di olio con  i palmi delle mani e spolverizziamo con la semola di grano duro.  Facciamo gonfiare l’impasto fino a che non raddoppia di volume.  Inforniamo a 230° per 10 minuti, poi abbassiamo la temperatura del forno a 180° e lasciamo cuocere ancora per 40 minuti.  Sformiamo il pane e lasciamolo raffreddare sulla gratella del forno per evitare che si inumidisca.

Pane integrale

250 g di farina di farro, o altra farina integrale
125 g di farina 0
10 g di lievito madre essiccato, lo troviamo nei negozi biologici
1 cucchiaio scarso di zucchero di canna
2 cucchiai di olio di oliva
1 presa di sale
225 g di acqua

Mettiamo un cucchiaio di farina bianca in un bicchiere, aggiungiamo lo zucchero e il lievito, versiamo l’acqua tiepida sino a metà, mescoliamo e lasciamo riposare per 20 minuti.  Uniamo le due farine, le versiamo sulla spianatoia, formiamo nel centro una fossetta, aggiungiamo l’olio, il sale e mescoliamo.  Incorporiamo il lievito e l’acqua tiepida rimasta, impastiamo per 10 minuti formando una palla.  Reimpastiamo la preparazione per un’altra decina di minuti e la disponiamo in uno stampo da plum-cake leggermente unto di olio.  Schiacciamo la pasta in superficie con i palmi delle mani facendo in modo che aderisca alle pareti.  Incidiamo dei tagli diagonali in superficie, ricopriamo con il canovaccio e lasciamo raddoppiare di volume.  Cuociamo nel forno preriscaldato a 180° per un’ora.

Panfrutta

300 g di farina bianca
15 g di lievito di birra
125 g di latte
2 uova
60 g di burro fuso
80 g di zucchero bianco
La scorza grattugiata di un limone non trattato
1 presa di sale
100 g di uvetta lasciata in ammollo nell’acqua tiepida per mezz’ora

Sbattiamo le uova e teniamone da parte due cucchiai in una ciotolina.  Allunghiamo la preparazione con un cucchiaio di latte e teniamola da parte in frigorifero.  Sciogliamo il lievito nel latte rimasto e lasciamo riposare in una ciotola.  Mescoliamo la farina, uniamo 40 g di zucchero, la scorza del limone, le uova rimaste e iniziamo ad impastare  utilizzando il gancio a spirale del frustino elettrico.  Versiamo il latte con il  lievito a filo, lavorando l’impasto fino a che non è ben liscio, poi incorporiamo l’uvetta strizzata, avendo cura di ben amalgamarla.  Copriamo la ciotola con il canovaccio e lasciamo lievitare per un’ora.  Spolverizziamo il tavolo di farina, versiamo sopra l’impasto, che sarà leggermente appiccicoso, lo dividiamo

in 3 parti uguali  aiutandoci con la spatola, le allunghiamo a filoni e le mettiamo su un foglio di carta forno.  Formiamo quindi una treccia, che non deve essere perfetta:  serve solo per dare la forma al pane.  Giriamo le due punte estreme verso l’interno così da formare una corona e facciamo scivolare la carta con il pane sopra una teglia.  Spennelliamo la superficie con i 2 cucchai di uovo tenuta da parte e con le mani lasciamo cadere lo zucchero rimasto sulla corona.  Lasciamo lievitare ancora per mezz’ora e infornamo a 180° per 50 minuti.  Facciamo raffreddare il pane sulla gratella del forno.

Panfocaccia

Sciogliamo 20 g di lievito madre di frumento essiccato in mezzo bicchiere di acqua tiepida.  Versiamo 400 g di farina 0 sulla spianatoia, uniamo una presa di sale e 4 cucchiai di olio.  Lavoriamo l’impasto con dell’acqua fino ad avere una pasta omogenea e facciamolo riposare coperto con un canovaccio per un’ora.  Lavoriamo l’impasto per qualche minuto, stendiamolo su una teglia unta di olio e lasciamolo raddoppiare di volume.  Cospargiamo la superficie con del sale grosso pestato, spennelliamo con olio e acqua in pari quantità e formiamo con le dita delle fossette.  Inforniamo a 180° per 40 minuti.

Panini al latte 

500 g di farina
250 ml dl di latte
1 cubetto di lievito di birra
1/2 cucchiaino di sale
125 g di burro morbido
60 g di zucchero
1 uovo

Prepariamo il panetto lievitato: sciogliamo il cubetto di lievito in 100 ml di latte intiepidito, uniamo 10 g di zucchero e 2 cucchiai di farina. Mescoliamo bene con una forchetta e lasciamo lievitare per un’ora coperto. A lievitazione completata, lavoriamo in un’altra ciotola la farina rimasta, 150 ml di latte, 50 g di zucchero, l’uovo leggermente sbattuto, il panetto lievitato, il sale e per ultimo il burro. Lavoriamo prima l’impasto in una ciotola; poi, quando vediamo che è quasi del tutto amalgamato, lo rovesciamo sul piano di lavoro infarinato e impastiamo per almeno 10 minuti. Formiamo una palla, rimettiamo nella ciotola, copriamo e lasciamo lievitare per almeno 2 ore a temperatura ambiente o tutta la notte nella zona meno fredda del frigorifero.

L’impasto non deve mai essere duro. Formiamo tante palline del peso di 25-30 g l’una e le disponiamo sulla teglia del forno foderata con carta forno, distanziandole fra loro. Lasciamo lievitare ancora per 30 minuti, poi ne spennelliamo la superficie con un po’ di latte o di una miscela fatta con 25 ml di tuorlo d’uovo e 25 ml di latte o panna, e cuociamo in forno preriscaldato a 180° per 25 minuti. Sono ottimi farciti con mini-hamburger di carne e una foglia di insalata.

Mille auguri a tutti i nostri studenti, a quelli con il fiocco e a quelli con la moto.  Che sia un anno pieno di buon sapere e di vera amicizia.

La colazione dà lo sprint iniziale

Una colazione invitante è ciò che di meglio c’è per iniziare la giornata.  Il rumore della caffettiera e l’odore del pane tostato sono  la ricompensa per essere stati sbalzati dal letto, un modo tenero per riconciliarci con il mondo, che sta lì, subito dietro alla porta.  Saltare la colazione è dieteticamente sbagliato e ci preclude di condividere l’inizio della giornata con la nostra famiglia.  Se noi adulti possiamo permetterci erroneamente, di  prendere solo un caffè, i bambini e i ragazzi no, per cui è giusto stimolarli: ad esempio preparando la colazione come un vero pasto.  La tavola apparecchiata con delle belle tazze colorate mette appetito anche ai più riottosi.   Cerchiamo di fare colazione insieme e riscopriamo la genuinità e la bontà dei dolci fatti in casa, coinvolgendo i nostri bambini nella preparazione dei biscotti o della torta per il giorno dopo,  sarà come fare festa.  Anche per chi è a dieta la colazione sarà generosa: nulla vieta di mangiare un dolce.  A colazione permettiamoci quello che più ci piace.

La mia ricottosa con i fichi, ovvero la torta in 3 minuti.

Questo è il tempo che serve a preparare l’impasto.  Faccio torte da un po’ e davvero non ne avevo mai vista una più “svelta”.  Fa parte di quella serie di dolci che io definisco: più buoni all’indomani.  Quindi è ideale per essere preparata la sera. Questa è la versione con i fichi poi, passata la stagione, potremo farla con pere, mele o frutta sciroppata, o con della marmellata al posto della frutta.

Per 6 persone

250 g di ricotta vaccina
400 g di fichi
200 g di farina00
200 g di zucchero semolato
½ cucchiaino di lievito
½ cucchiaino di bicarbonato
La scorza di un limone
1 pizzico di sale
1 uovo e un tuorlo
100 g di latte
100 g di olio di semi di arachidi o di mais

Togliamo la buccia ai fichi, li tagliamo a metà e li irroriamo con mezzo limone spremuto.  Pesiamo tutti gli ingredienti.  In una ciotola mescoliamo farina, zucchero, sale e la scorza del limone.  Al centro mettiamo l’uovo il tuorlo e iniziamo ad amalgamare, poi aggiungiamo l’olio e il latte.  Mescoliamo fino ad ottenere un impasto abbastanza fluido, molto simile ad una pastella.  Lo versiamo in una teglia da crostata imburrata e infarinata.  Prendiamo la ricotta e la mettiamo sopra l’impasto a cucchiaiate.  Decoriamo a piacere con i fichi, spolverizziamo con un cucchiaio di zucchero semolato e inforniamo a 170° per 45 minuti.

Muffin al cioccolato

Questi dolcetti, che ormai si apprezzano e si gustano un po’ dovunque, hanno umili origini:  vennero inventati in epoca vittoriana per riciclare gli avanzi dei dolci ed erano destinati alla servitù. L’impasto comprendeva anche patate schiacciate e veniva fritto.
Se ne possono distinguere due tipi: quelli inglesi, piatti, a forma di disco, fatti cuocere in padella, e quelli americani, i più conosciuti e che vi presento qui. Dopo aver provato venti ricette diverse senza ottenere il risultato voluto, finalmente ho trovato questa e non ne posso più fare a meno. Le mie figlie mi hanno detto: «Brava ma’! Finalmente hai fatto i muffin come quelli dell’autogrill!».

300 g di farina 00
200 g di zucchero di canna
100 g di burro
80 g di cioccolato fondente
70 g di cacao
2 uova
1 bustina di lievito
1,5 dl di latte
sale

Consiglio sempre di usare la tavoletta di cioccolato fondente al posto delle gocce che si acquistano già pronte. Quindi per prima cosa mettiamo il cioccolato fondente in un sacchetto per alimenti e battiamolo con un batticarne fino a ottenere dei pezzetti che, pur essendo di dimensioni diverse, renderanno più intenso il sapore perché in cottura rimangono quasi integri. Ci servono poi 2 ciotole. In una mescoliamo insieme la farina, il lievito, lo zucchero e il cioccolato (tenendone da parte un po’ per decorare) e un pizzico di sale. Facciamo fondere il burro a bagnomaria, aspettiamo che intiepidisca e lo mettiamo nella seconda ciotola, con le uova e il latte. Sbattiamo con una frusta e uniamo il composto alla ciotola con la miscela di farina, mescolando fino a ottenere un impasto liscio. Infiliamo gli appositi pirottini di carta negli stampini da muffin o negli scodellini monoporzione di alluminio e riempiamoli con il composto preparato fino a poco più della metà dell’altezza dello stampino, terminando con il cioccolato tritato lasciato da parte. Poi mettiamo in forno preriscaldato a 180° per 20-25 minuti. Sformiamoli e serviamoli freddi o tiepidi.

Crostata alla confettura

Mi piace parlare della pasta frolla: rimanda a ricordi indelebili dell’infanzia quando c’erano solo piccole botteghe di paese, non esistevano supermercati o superstore, le torte che trovavi già pronte erano lì, sul bancone, fatte molto probabilmente dalla bottegaia, ed erano quasi tutte crostate.

Ci saranno dodici modi o forse più di fare la pasta frolla, a seconda della lavorazione dell’impasto, in versione tradizionale o lievitata. L’importante è usare sempre alcuni accorgimenti che permettono di ottenere una frolla friabile.

Le proporzioni prevedono la metà del burro rispetto al peso della farina. Se togliamo parte del burro, possiamo comunque avere una buona frolla aggiungendo del lievito. L’impasto può essere fatto a mano, come questi, o con un mixer, introducendo burro, zucchero e uova e poi la farina in un solo colpo, impastando non più di un minuto. Le ricette di pasta frolla che propongo sono le più classiche e facili da eseguire anche impastando a mano. Setacciamo sempre la farina: eviteremo la formazione di grumi e incorporeremo aria. Poi cerchiamo di usare materie prime di ottima qualità, evitando ad esempio l’uso delle margarine (il burro contiene più grassi ma risulta essere più digeribile). La pasta frolla non deve essere impastata a lungo, ma solo il tempo necessario per amalgamare gli ingredienti e formare la palla dell’impasto. Ricordiamo che un passaggio obbligatorio è il riposo in frigorifero, che permette di stabilizzare il burro all’interno dell’impasto.

Frolla tradizionale

300 g di farina
120 g di zucchero
150 g di burro morbido
1 uovo intero +  tuorlo
sale

Se impastiamo a mano, prendiamo una ciotola capiente e cerchiamo di usare le mani il meno possibile. Mescoliamo nella ciotola la farina, lo zucchero e il sale, poi aggiungiamo il burro morbido amalgamandolo il più velocemente possibile con gli altri ingredienti. Sgusciamo al centro l’uovo e il tuorlo e impastiamo quel tanto che basta a compattare il tutto: 2 minuti al massimo. Avvolgiamo l’impasto con la pellicola e mettiamolo a riposare in frigorifero per almeno mezz’ora. Imburriamo uno stampo da crostata di 24 cm. Riprendiamo l’impasto e se si è indurito troppo per il freddo lo schiacciamo con il matterello sul piano infarinato, poi iniziamo a stenderlo allo spessore di circa 5 mm. Lo avvolgiamo sul mattarello infarinato e lo stendiamo nello stampo, lasciandolo sbordare. Ripassiamo il matterello sullo stampo per togliere le parti che avanzano e che riutilizzeremo per decorare. Bucherelliamo il fondo con una forchetta e stendiamo un velo di confettura, quella che preferiamo. Guarniamola con la rimanente pasta frolla dalla quale abbiamo ricavato strisce o altri decori, e cuociamola in forno a 180° per 30-35 minuti.

Biscotti al latte

Rustici ma leggeri, sono perfetti per iniziare la giornata al meglio. Io di solito do loro la forma a ciambella (le mie figlie li tuffano interi nel latte prendendoli per il buco). Se avete dei tagliabiscotti, sbizzarritevi nelle forme e vedrete le faccine stupite dei vostri bambini.

100 g di fecola di patate
300 g di farina
200 g di zucchero semolato
1 uovo
100 g di burro morbido
120 g di latte
6 g di bicarbonato
2 pizzichi di sale
estratto di vaniglia o vanillina
zucchero a velo per decorare

Impastiamo insieme tutti gli ingredienti nel mixer, se ne abbiamo uno, o a mano come se fosse una frolla. Formiamo un panetto, lo proteggiamo con della pellicola e lo lasciamo riposare in frigorifero per almeno mezz’ora. Togliamo la pasta dal frigorifero e ricaviamo delle palline di circa 20 g di peso l’una. Con il manico del cucchiaio di legno infarinato le premiamo al centro fino a farci un buco, che allargheremo facendo ruotare il manico. Una volta che le palline hanno assunto l’aspetto di ciambelle, disponiamole distanziate sulla placca del forno protetta da carta oleata e cuociamole a 180° per 12 minuti. Sforniamo e lasciamo raffreddare sulla griglia del forno, poi cospargiamo con lo zucchero a velo. Si conservano alla perfezione in una scatola di latta.

Felice giornata!

Il pranzo della Domenica: dalla padella alla brace(2)

Pesci grandi

Scegliamo salmoni, orate, tonnetti, rombi, rana pescatrice, branzino.  Calcoliamo per ogni chilo di pesce, 30 minuti di cottura circa a calore medio.  Giriamoli in cottura con l’aiuto di una spatola.  Non togliamo le squame al pesce, perché lo renderemmo più fragile, tagliamo ai lati con tagli profondi e inseriamo limone a fettine e erbe aromatiche: rosmarino, timo, prezzemolo, mentuccia.

Pesci piccoli

Preferiamo: piccole orate, sarde, trotelle, triglie, sogliole e sgombri.  Ungiamo la pelle dei pesci che non hanno squame o infariniamoli leggermente per proteggerli durante la cottura. Copriamo la griglia con un foglio di alluminio prima di disporre i pesci molto fragili.  Oppure prendiamo una triglia a libro, che li terrà fermi e non si sfalderanno.  Per ogni 25g di peso calcoliamo 15 min di cottura.

Tranci e filetti

Lasciamo pelle e cartilagini ai tranci,  così che possano mantenere la loro forma.  Eliminiamo le eventuali lische con una pinzetta apposita.  Tagliamoli ad uno spessore di 2,5 cm e regoliamoci per la cottura.  Entro 5 minuti dovrebbero staccarsi leggermente dalla lisca centrale.  Giriamoli una volta sola.

Crostacei

Cuociamo con il guscio scamponi, gamberoni astice e aragosta.  Il guscio li terrà protetti, evitando che loro carne morbida si asciughi.  Il filetto nero, che è l’intestino, va sempre tolto.  Tagliamo un pezzo di guscio, senza sgusciare del tutto, per riuscire a togliere il filetto.  Infiliamoli per lungo su degli spiedini di legno, per tenerli in forma o si arriccerebbero.  Cuociamoli 1 minuto per lato se sono piccoli, 2-3 minuti se sono grossi.

Molluschi

Eliminiamo pelle, interiora e becco da seppie, calamari, totani, moscardini e capesante. Incidiamo le sacche con dei tagli obliqui.  Lasciamo interi i molluschi più piccoli e possiamo farcire le sacche con i tentacoli tritati, pan grattato aglio e prezzemolo.  Ungiamo spesso i molluschi durante la cottura, calcolando 12 minuti e 14 minuti se sono farciti.

Spiedini

Sono  sempre a grande richiesta.  Prepariamoli con pesci di polpa compatta e a filetti che taglieremo a cubo.  Si possono alternare sullo spiedino a molluschi e crostacei.  Molte volte li troviamo già pronti in pescheria.  Ottimo se sono alternati a verdure tipo patata o peperone.  Cuociono in 5-6 minuti.  Ottimi rivestiti prima della cottura con del pangrattato miscelato a aglio e prezzemolo tritati.

I trucchi

Aromatizziamo sempre i pesci più grandi con fette di limone e erbe aromatiche, inserendo le farciture nei tagli profondi che faremo ai lati o nella cavità della pancia.  Insaporiamo invece i pesci più piccoli, ungendo pesce e cavità con delle marinate.  Scaldiamo sempre molto bene la griglia prima di disporvi il pesce per la cottura.

Avvolgiamo i pesci grassi in foglie di alloro, quelli più magri  in fettine sottili di pancetta o prosciutto crudo.  Prepariamo delle marinate secondo la nostra fantasia, tenendo sempre come base l’ olio di oliva.

Per la cottura consideriamo lo spessore o il peso.  Quando il pesce cotto in generale, la pelle diventa opaca e nel punto di maggior spessore la carne è tenera pur rimanendo compatta.  Ungiamo sempre un poco la griglia per evitare di far attaccare.

La nota in più: le salse

Possiamo farle in casa o acquistarle, sono comunque molto buone. Consiglio  la salsa barbeque e la messicana con la carne,  il ketchup e la senape per hamburger e wurstel e la salsa tartara,  è ottima con il pesce; infine la citronette: olio sale, pepe, succo di limone, che più che una salsa è un condimento, non si conserva e si prepara al momento dell’uso.

I formaggi

Sono ottimi, vale la pena provare: fontina, scamorza, tomino, ma anche provola, mozzarella, brie e caciotta.

La frutta

E’ molto indicata per il barbeque la frutta dura: ananas, mela, pesca.  Sono buonissime anche le fragole e le banane, che è meglio cuocere dentro a cartocci di alluminio, dopo averle cosparse di zucchero e limone.  Un’unica precauzione: la pulizia della griglia.  Se un pomodoro può avere un leggero retrogusto di carne o di pesce, la frutta deve sapere solo di frutta.  Per cui o puliamo molto bene la griglia prima di usarla, o ne avremo una apposita, ottima quella a libro.  La frutta grigliata potrà essere accompagnata con salse a base di crema o cioccolata,  yogurt, panna montata e gelato, granella di frutta secca.

A questo punto i vicini si sono lamentati.  Che fare? La prossima volta invitiamo anche loro….

Buon fine settimana a tutti.

Il buon bere

 

 

Bere molto quando fa caldo e’ importantissimo per la salute di grandi e piccoli, se infatti l’acqua corporea scende del 2-3% rispetto alla quantità necessaria, accusiamo immediatamente una sensazione di fatica e in presenza di forte disidratazione si rischia davvero la vita. Il caldo favorisce la perdita dei liquidi, liquidi che vanno reintrodotti, per riportare ai livelli corretti acqua e sali. Scegliere di bere tanto e bere bene, significa andare contro alle esigenze del nostro organismo nella maniera migliore. Vediamo caso per caso le alternative per placare l’arsura alle quali io darò un voto da 1 a 10, così che risulterà immediato scegliere quella ottimale.

Acqua: la migliore 10/10

E’ perfetta! Non dà calorie, disseta, idrata, reintegra i sali. Spesso la scelta delle acque minerali o delle acque del rubinetto è solo una questione di gusto. Dove l’acqua del rubinetto è fresca e controllata non ci sono motivi per evitarne il consumo. In estate è meglio orientarsi su acque minerali ricche di sali( residuo fisso attorno a 500mg). L’acqua gassata non fa male, va detto che tende a dissetare maggiormente per l’effetto anestetico che il gas esercita sulle mucose del palato. Approfittiamo dell’Estate per imparare a bere molta acqua , noteremo subito i benefici e proseguiremo.

Acqua aromatizzata 9/10

Va fatta una considerazione: l’unica pecca della sana acqua è il gusto, infatti esce sconfitta nei confronti delle cosidette acque aromatizzate: thè, infusi alle erbe, cocktail analcolici. Dopo aver accertato l’assenza di zucchero, possiamo sostituirle all’acqua. Il sapore delicato e il colore invitante sono una buona alternativa.

Latte 7/10

Anch’esso è un liquido. A parte i principi nutritivi senza eguali, è dissetante. Ma va ben dosato perché: 1 litro di latte dà 640 calorie e fornisce più o meno i grassi e le proteine di una fetta di carne. Inoltre non si può considerare un alimento liquido se pensiamo, che una volta ingerito, innesca gli stessi meccanismi digestivi che usiamo per digerire cibi solidi. Quindi ottimo un bel bicchiere di latte come spuntino, mai durante i pasti, perché non è un modo per togliere la sete.

Tè freddo 5/10

Molto di moda, piace tantissimo ai giovani. Ma basta leggere l’etichetta per capire che di vero tè ce n’è molto poco. Il più delle volte si parla di estratto di tè, bevanda al tè. Le aggiunte sono: coloranti, acido citrico e tanto, troppo zucchero. Molto meglio allora fare del buon tè in casa, scegliendo tra le varie tipologie di deteinati e aggiungendo pochissimo zucchero. Il voto cambia: 8/10.

Vitaminizzate 4/10

Nate sull’onda dei benefici dell’integrazione alimentare, integratori idrosalini e bevande multivitaminiche fanno molto”sportivissimo”. Conosco persone che si allenano da pazzi bevendo solo acqua e altre che fanno 20 minuti di palestra e bevono 3 bottiglie di idrosalino. Attenzione: nemmeno Nadal lo fa. Se l’eccesso di vitamine tipo la C e le altre idrosolubili vengono eliminate con le urine, le liposolubili si accumulano nell’organismo e creano danni, mentre l’eccesso di sali mette i reni e il cuore sottosforzo ulteriore. Il modo migliore per integrare vitamine e sali è quello di mangiare frutta e verdura, senza ricorrere a integrazioni, che è molto difficile tenere sotto controllo.

Bevande alcoliche 0/10

Non sarebbero nemmeno da considerare, ma le menziono perché molti pensano che vino e birra dissetino. Allora: oltre a far perdere la prontezza di riflessi, forniscono molte calorie, che vanno a finire tutte sulle cosidette”maniglie”, sia per gli uomini che per le donne. Inoltre alzano la temperatura corporea e stimolano la sudorazione, facendo inevitabilmente aumentare la sensazione di sete. Last but not least: per digerire 1 bicchiere di vino servono 100 ml di acqua, che viene tolta dal nostro patrimonio corporeo di liquidi. In pratica, lo ripeto, la sete aumenta anziché diminuire.

Succhi e centrifugati di frutta 8/10

L’ideona dell’estate potrebbe essere, se non l’avete già fatto, l’acquisto di una centrifuga. Infatti per deliziare il nostro gusto è buona norma alternare all’acqua, succhi di frutta, spremute e centrifugati, ricchi di vitamine e di una modesta quantità di zucchero fruttosio, che permette di mantenere la giusta carica di energia. Scegliamo frutta di colore diverso, alterniamola o uniamola: arancio=vitA, rossa= vitC, verde=vitE. Ottimo sarebbe berli leggermente tiepidi, perché dissetano di più, freddi vanno comunque bene, ma mai ghiacciati. Meravigliosi per i nostri piccolini, parlo dei piccoli durante lo svezzamento. Se avete scelto di iniziare più tardi possibile l’introduzione di alimenti solidi, provate comunque ad offrire qualche cucchiaino di centrifugato di frutta: ottimo!

Centrifugati di verdura 9/10

Non sono molto diffusi, capisco che sono impegnativi dal punto di vista del gusto. Ma sono un vero toccasana per integrare Sali e vitamine e se andiamo per gradi, ce la facciamo. Io stessa ho inziato dalla carota, poi sono passata al sedano, alla zucchina, al cetriolo e infine peperone. Ottimo l’abbinamento frutta e verdura. Il succo di pomodoro che era un must degli anni 70, ora è un elegante vintage, anche al bar.

Raccomando per quanto riguarda i centrifugati e i succhi fai da te, di consumarli all’istante, o le vitamine si disperderanno per effetto della luce e dell’aria. Se non possiamo consumarli subito, conserviamoli in frigorifero, in un contenitore chiuso e opaco.

Un grazie a chi mi leggerà e buona giornata.

Il mio fuoco si è spento…

E’ l’amaro sfogo di un amante deluso alla” posta del cuore”? No, è una perentoria presa di posizione: con questo caldo chi ha voglia di cuocere? Credo solo i fissati dell’abbronzatura. Alcune idee per poter spegnere tutto e “cucinare crudo”: divertente, stimolante e molto salutare, per tutta la famiglia; l’unica precauzione è quella di usare, nel caso di pesce o carne, materia prima freschissima. Sono esonerati i possessori di piastre a induzione e fruitori ad oltranza del microonde(se siete uno di loro, vi aspetto per una full-immersion). Un consiglio che sa di novità, o quasi: sfruttiamo il calore residuo dell’acqua per pasta, riso e uova.

Pasta:
portare ad ebollizione acqua salata a cui avremo aggiunto 2 cucchiai di olio e usiamo spaghettini, i più piccoli. Buttare la pasta, lasciarla scendere, rimescolare, spegnere il fuoco e lasciarla per 5 minuti poi scolare e servire con pesto.

Riso:
usiamo esclusivamente riso vialone nano. Calcoliamo per ogni 118/120 g di riso 200 g di acqua salata o brodo. Portiamo ad ebollizione, poi versiamo il riso e spianiamolo. Spegniamo il fuoco e copriamo frapponendo un canovaccio arrotolato tra il coperchio e la pentola. Lasciamo coperto per 10 min. Il riso avrà assorbito l’acqua o il brodo. Condiamo a piacere, possiamo anche mantecare come un risotto.

Uova:
mettiamo l’uovo in acqua fredda, portiamo ad ebollizione, poi spegniamo e lasciamo fino a raffreddamento.

Baguette farcita

Per 4 persone

Tempo di fuoco 0 minuti

1 baguette
2 cucchiai di olio di oliva
1 scatola di tonno sottolio
200 g di formaggio primosale
100 g di rucola, o altra verdura verde
20 pomodori datterini
Alcune foglie di basilico, ne bastano 4

Laviamo e tagliamo i pomodorini in 4 parti, li mettiamo in una terrina, aggiungiamo l’olio, il basilico spezzettato, regoliamo di sale. Diamo una mescolata vigorosa e mettiamo in frigorifero per mezz’ora. Nel frattempo, laviamo la rucola e sgoccioliamo molto bene il tonno. Tagliamo la baguette a metà , togliamo la mollica in eccesso e partendo dai pomodorini la farciamo a strati: pomodorini, rucola, tonno. Altri pomodorini e infine il primo sale, tagliato sottile. Serviamo la baguette tagliata e fette spesse 1 cm., per i piccoli tagliamo in parti.

Crema fredda di melone con spiedini di prosciutto crudo

Tempo di fuoco 0 minuti

Per 4 persone

2 meloni
2 confezioni di mozzarelle in bocconcini, in tutto 300 g
2 cucchiai di olio di oliva
Menta, basilico, sale e pepe

Togliamo le mozzarelle dall’acqua di vegetazione e le lasciamo sgocciolare per almeno 15 minuti, prima di usarle le asciugheremo con della carta forno. Apriamo i meloni, togliamo i semi con l’aiuto di un cucchiaio e togliamo la buccia. Li tagliamo e li mettiamo in un frullatore. Frullando alla minima velocità aggiungiamo l’olio di oliva a filo e regoliamo di sale. Versiamo la crema in una terrina, aggiungiamo le erbe aromatiche, mescoliamo. Teniamo in frigorifero fino al momento di servire. Montiamo gli spiedini: tagliamo il prosciutto crudo a listarelle, avvolgiamo l listarelle attorno al bocconcino di mozzarella, e montiamo due rotolini su ogni spiedino. Poi versiamo in una fondina per ogni commensale appoggiano sul bordo di 1 spedino. Per i piccoli non valgono gli spiedini, ma le mozzarelline avvolte nelle listarelle e tagliate in parti.

Mon taboulè

Per 4 persone

Tempo di fuoco 3/4 minuti

300 g di couscous precotto
7/8 mezzi pomodori secchi sott’olio
1 peperone giallo
1 cipolla di Tropea media
1 cucchiaio di prezzemolo tritato, va bene anche quello surgelato
2 limoni, succo e buccia
20 mandorle tostate

Mettiamo i pomodori secchi in acqua tiepida. Tostiamo le mandorle in un padellino antiaderente, per 3/4 min, tagliamole a filetti e lasciamo da parte. Tagliamo la cipolla di Tropea molto sottile, la mettiamo in un colino, la cospargiamo di zucchero, e la copriamo con un peso( potrebbe essere il batticarne) puliamo il peperone, lo tagliamo a cubetti molto piccoli. Peliamo il limone con l’apposito attrezzo o con un coltellino, in questo caso dovremo ridurre la buccia molto piccola. Mettiamo il couscous dentro una ciotola di vetro, lo copriamo di acqua fredda, dove avremo messo il succo del limone e 3 cucchiai di olio di oliva. Lasciamo che assorba tutta l’acqua, poi lo trasferiamo in un altra ciotola e lo sgraniamo bene con le mani o con l’aiuto di una forchetta. A questo punto lo saliamo, lo mescoliamo di nuovo e aggiungiamo gli ingredienti. La cipolla e i pomodori vanno risciacquati e asciugati bene, poi tagliati ulteriormente. Mescoliamo il tutto e mettiamo in frigorifero, per almeno mezz’ora. Serviamo freddo. Per i piccoli: non propongo varianti, va bene com’è, o almeno proviamo a farglielo assaggiare; potremmo avere un unico inconveniente, che è quello di ritrovare couscous dovunque…..

I piccoli amano le tartare….ma se le materie prime non sono freschissime, meglio cuocere.

Tartara di carne

Per 4 persone

Tempo di fuoco 0 min

500 g di controfiletto di manzo
1 carota
2 scalogni
2 cucchiai di senape dolce
3-4 gocce di tabasco (se sembra troppo forte, paprica o salsa Worcester)
4 cucchiai di olio di oliva
il succo di 1 limone
prezzemolo (o, per un sapore piu particolare, 1 rametto di menta)
sale
pepe

Prima di tutto prepariamo le verdure: le sbucciamo, le peliamo e le tagliamo a listarelle sottili, tritiamo bene il prezzemolo o la menta lasciandone qualche ciuffo intero per la decorazione, molto importante per colorare le nostre preparazioni. Prepariamo quindi la carne, tagliandola a mano con un coltello ben affilato: prima la sgrassiamo bene, quindi la riduciamo a cubetti, prima più grandi e poi piu piccoli. Possiamo anche farla macinare al momento dal macellaio, purché non sia a 5 km di distanza; io vi consiglio di provare a tagliarla.

Una volta tagliata la mettiamo in una ciotola, ci muniamo di frusta e in un’altra ciotola prepariamo la salsina. Uniamo l’olio, il limone e il sale (circa 2 pizzichi, siamo sempre in tempo a regolarlo). Incorporiamo il tabasco o quello che abbiamo scelto come insaporitore, sbattendo in continuazione con la frusta fino a che non otteniamo una salsina ben emulsionata. Aggiungiamo anche il pepe e irroriamo la carne con meta della salsina preparata, mescolando bene con una forchetta per amalgamarla, e infine mettiamo la menta o il prezzemolo tritati. Utilizzando 4 coppapasta rotondi suddividiamo la tartara nei piatti; se non utilizziamo i coppapasta, serviamo le tartare con il cucchiaio. Spalmiamo la salsa tenuta da parte sulla superficie e sovrapponiamo alle tartare le listarelle di verdura; e molto importante servire immediatamente. Se vogliamo, possiamo portare in tavola la carne direttamente nella ciotola, lasciando che ciascun commensale se ne serva; in questo caso le verdure sono presentate a parte.

Di solito la tartara di manzo si serve con il tuorlo d’uovo freschissimo appoggiato sopra, praticando un incavo nel mezzo, irrorandovi succo di limone e spolverizzando con sale e pepe. Io vi consiglio di andare per gradi e di proporre la tartara senza uovo; dopo aver saggiato i gusti della vostra famiglia, potrete complicarla a vostro piacere. Se invece voleste addirittura semplificarla, togliete l’insaporitore (tabasco, paprica, Worcester) e servitela con il prezzemolo tritato, sale, pepe, olio di oliva e succo di limone, senza verdure. Possiamo prepararla anche con carne di vitello, per un sapore piu delicato, o carne di cavallo, per veri estimatori della carne cruda.

Tartara di pesce

Per 4 persone

Tempo di fuoco 0 minuti

2 filetti di salmone fresco
1/2 cucchiaino di sale
1 pizzico di zucchero
1/2 cucchiaino di pepe bianco
1 mazzetto di erba cipollina
2 ciuffi abbondanti di aneto fresco
2 cucchiai di senape
1 cucchiaino di aceto balsamico
1 cucchiaino di succo di limone
4 cucchiai di olio di oliva

Prima di tutto prepariamo la salsina: emulsioniamo molto bene in una ciotolina la senape, l’aceto, il limone, il sale, lo zucchero, il pepe e infine l’olio a filo, sempre mescolando. Poi aggiungiamo le erbe aromatiche tritate e lasciamo da parte almeno mezz’ora, cosi che gli ingredienti abbiano tempo di rilasciare i loro profumi. Prepariamo il pesce, che dobbiamo privare della pelle con l’aiuto di un coltello a lama lunga e delle lische piccole con una pinzetta da sopracciglia (si mette tra gli attrezzi da cucina e si usa solo per quello scopo). Lo tagliamo a cubetti prima grossi, poi piccoli e vi versiamo la salsina, amalgamando molto bene con una forchetta. Se vogliamo possiamo aggiungere all’ultimo momento qualche goccia di succo di limone.

Per i dessert il problema è minore: macedonia di frutta, torte fredde della “famiglia dei tiramisu’”, gelati e sorbetti, quindi niente fuoco. Ma se c’è voglia di torta, torta sia!(senza forno, ovvio)

Zuccotto gelato fior di fragola

Per 4 persone

Tempo di fuoco 0 min
1 stampo da zuccotto o da plum cake
1 pacchetto di savoiardi
2 cestini di fragole
3 cucchiai di zucchero semolato
Il succo di un limone spremuto
½ kg di gelato fiordilatte

La sera prima di preparare lo zuccotto puliamo e tagliamo le fragole a cubetti. Mettiamole in una pirofila, irroriamo con il succo del limone, cospargiamo con lo zucchero, mescoliamo, copriamo e mettiamo in frigorifero coperte con la pellicola. Al momento di preparare il dolce foderiamo lo stampo con della pellicola( bagnando leggermente lo stampo con dell’acqua la pellicola aderirà meglio). Coliamo le fragole e conserviamo il succo. Bagniamo i savoiardi nel succo e ricopriamo bene il fondo e le pareti dello stampo. Togliamo il gelato dal freezer e lo lasciamo ammorbidire, per poterlo togliere con facilità. Alterniamo a piacere strati di gelato, savoiardi bagnati nel succo e fragole. Chiudiamo alla fine con uno strato di savoiardi bagnati, copriamo con pellicola e rimettiamo in freezer. Togliamo 20 min prima di servire. Se saranno rimaste delle fragole, serviamole sopra allo zuccotto.

Buon fine settimana a tutti!

A scuola si impara…anche a mangiare

Dalle statistiche risulta che i problemi dovuti alle cattive abitudini alimentari sono in aumento tra le giovani generazioni. Per questo la scuola di ogni ordine e grado si sta impegnando nel promuovere i numerosi principi che sostengono l’importanza di una sana alimentazione e di un sano stile di vita. Inoltre sono state promosse iniziative da parte di tutte le istituzioni che hanno identificato proprio nella scuola il principale organo di informazione alimentare alle famiglie. I giorni nostri hanno apportato notevoli cambiamenti nei comportamenti e nelle scelte fatte a tavola. I fenomeni più rilevanti sono tre:

  • La diffusione dei pasti consumati fuori casa che delega alle società di catering la problematica di scegliere abbinamenti e porzioni, cosa che accentua in chi fa uso delle una inevitabile passività riguardo alle scelte
  • La diversa scomposizione degli orari dei pasti durante la giornata rispetto ai ritmi tradizionali e conseguente aumento dei “fuori pasto”
  • La differenza, per mancanza di tempo, nella preparazione dei pasti, che prende forma nel consumo esagerato di cibi precotti o già pronti

Quindi la scuola attraverso il suo inserimento nel territorio, le fusioni culturali e il rapporto quotidiano con i bambini e i ragazzi, è il luogo migliore per promuovere attraverso i programmi e la loro interdisciplinarietà il dialogo con le famiglie. Che cosa sta facendo la scuola? Prima di tutto ultimamente si può notare una maggiore attenzione nell’abbinamento degli alimenti all’interno dei menù scolastici, che incentiva l’abitudine alla varietà del cibo. Si cerca di incentivare il consumo di verdura e pesce, oltre che proporre cibi caratteristici della zona di riferimento. La collaborazione delle famiglie diventa essenziale nel conferire al pasto a scuola la funzione educativa e di condivisione che gli spetta e, nel continuare il percorso di educazione iniziato a scuola, anche a casa attraverso il rispetto delle regole nutrizionali insegnate.

Il menù scolastico corretto:

Rispetta i corretti orientamenti nutrizionali
Preferisce prodotti ortofrutticoli e di stagione Inserisce alimenti tipici del territorio
Usa principalmente condimenti di origine vegetale
Propone associazioni alimentari atte a stimolare l’abitudine a variare i cibi Incentiva il consumo degli alimenti cosidetti”difficili”
Stimola il consumo di piatti unici

Quindi la scuola che a visto estendersi il suo compito educativo sino a quello dell’educazione alimentare, può veramente fare molto nell’avviare il cambiamento positivo, ove la famiglia non sia in grado di farlo.

In conclusione: ricordo che una mancanza di collaborazione scuola- famiglia, più che mai necessaria, renderà i rapporti difficili e incentivare nei bambini e ragazzi insicurezze e comportamenti contrastanti. Per contro se la famiglie si sente esclusa può recepire la scuola come una sorta di avversario.

C’è il sole anche oggi? Molto bene! Niente luccica di più.

La spesa di giugno: Organizziamo la dispensa

Se avete optato per le vacanze in appartamento, la prima cosa a cui si deve pensare, una volta arrivati, è come allestire la dispensa Nulla sappiamo fino ad allora su cosa troveremo. Ho provato questa esperienza moltissime volte, perché mi piace molto provare a vivere davvero, anche solo per pochi giorni, nei luoghi di vacanza che scelgo. Di solito negli appartamenti non c’è niente: meglio così. Per cui una volta arrivati a destinazione, volenti o nolenti, bisogna organizzare la dispensa e in modo tale da non dover passare troppo del poco tempo delle vacanze nei supermercati tra code e caldo . Quando le mie figlie erano piccole sceglievo la vacanza in appartamento per comodità; una volta cresciute ho continuato a farlo. Ripeto: mi piace molto cercare di fare una vita “normale”: fare la spesa al mercato per il “fresco”, magari al mattino presto e organizzarmi in cucina come ogni giorno.
Ogni luogo di vacanza ha le sue peculiarità, la mistica del suo territorio, che ci invita alla scoperta. Quindi: fatta una buona scorta di quello che è considerato basiliare in un supermercato, lanciamoci alla ricerca dei mercati rionali, o di piccoli negozi di prodotti tipici.
Prima di partire facciamo un promemoria scritto di quello che ci potrà servire, i nostri figli potranno aiutarci nel compilare la lista di quello che dovremo acquistare per avere anche in vacanza una dispensa organizzata.

In freezer

Verdure surgelate: spinaci,piselli, prezzemolo, misto per soffritto
Pane
Pasta sfoglia

In frigorifero

Dadi da brodo
Latte
Burro
Panna da cucina
Yogurt
Parmigiano
Uova
Succhi di frutta
Un pacchetto di pancetta affumicata
Marmellata
Aglio
Rosmarino

Nella dispensa

Sale grosso e sale fino
Caffe
Te
Camomilla
Zucchero
Miele
Olio di oliva e di semi di arachide
Aceto
Farina bianca e gialla
Lievito per dolci
Bicarbonato
Pasta
Riso
Pangrattato
Crackers
Biscotti
Cioccolato fondente
Legumi in scatola
Tonno
Alici sott’olio
Capperi sotto sale
Pepe nero
Curry
Patate
Cipolle

Dovunque voi siate buona vacanza a tutti!

Il pranzo della Domenica: Una festa a sorpresa

I nostri figli pensano che siamo noiosi? Ci vedono già vecchi e stanchi? Organizziamogli una bella festa a sorpresa e improvvisamente il loro indice di gradimento familiare salirà al 120%. Non ci vuole molto: cibi che piacciono a loro, piatti e bicchieri di carta, spostiamo seggiole e divani, recuperiamo della musica, ed è fatta. I piccoli ci aiuteranno nella preparazione (tutto top secret) e i grandi il giorno dopo ci aiuteranno, ben felici, a pulire casa. Ho riportato tale e quale una pagina tratta dal diario di mia figlia minore, che ha tenuto con una costanza opinabile quando aveva sette anni, ecco le sue impressioni:

Caro diario questo sabato, abbiamo fatto una festa a sorpresa a mia sorella, e io sono felice di avere avuto a casa tutti i suoi amici soprattutto Marco detto polots che suona la chitarra e ama tutte le ragazze. E’ un po’ strana perché non fa altro che camminare per casa e ripetere quello che studia. Mia mamma dice che contenta lei dobbiamo essere contenti tutti, perché i suoi voti sono altissimi ogni tanto mi bruciano le orecchie però. Ora ha un fidanzato che si chiama Stefano ma non sa mai cosa dirgli, e mia mamma deve sempre dirglielo lei, non capisco. L’altro giorno che passeggiava in sala parlava di un Signor Tasso, che ha liberato la città di Gerusalemme, anche io ho un libro di tassi, che abitano nei boschi e non liberano nessuno, ma fanno dei bei lavori: cucinano, lavano e stirano, come fa la mia mamma. Paolo Soave, ogni tanto mi fa degli scherzi, allora io gli dico che lui è bruttissimo e non lo sposerò mai, così la finisce. Gli amici di mia sorella sono venuti a casa mia con tante rose arancio e polots ha detto: “è qui la festa a sorpresa?”, allora tutti hanno riso, anche mia mamma e mio papà, io saltavo. Mia sorella non sapeva niente, ma forse lo aveva capito, perché prima della festa è arrivata una telefonata e ha risposto lei. Ha detto che era il Beto, che voleva sapere dove era la festa a sorpresa. E lei non sapeva cosa dire, mi è sembrato che come ha detto il mio papà ha mangiato tutta la foglia, ma non ho capito bene. Allora mia sorella è diventata tutta rossa e voleva dire qualcosa, ma non ha fatto a tempo perché sono arrivati tutti. Sulle rose c’erano dei bei bigliettini colorati e io ne ho nascosto qualcuno, mi piaceva leggere cosa c’era scritto. Domenica avevo finito di leggerli. Ho chiesto alla mamma se la festa la facciamo anche sabbato, perché mi voglio divertire, però invitiamo anche i miei amici. E stato belissimo.

Francy

Ricordo perfettamente il menù, forse anche la musica che ci siamo impegnati (io e mio marito) a mettere. Non siamo stati a guardare il bon ton della cucina, e dopo avere stabilito che i ragazzi avrebbero mangiato in piedi, abbiamo pensato quali potessero essere i cibi più graditi: sicuramente le pizzette e un aperitivo, seguiti da una pasta, poi subito il dessert. Qual è stato il problema maggiore? I ragazzi si riempirono di pizzette e mangiarono pochissima pasta, sicchè ne avanzò molta e ci volle tutto il mio impegno per riuscire a non buttarla. Quindi tenete in considerazione che il momento dell’aperitivo li riempie, oltre al fatto che trovandosi tutti assieme sono agitati, non sono abituati in casa d’altri a lasciarsi andare, tutto questo li rende al momento inappetenti. La vera sorpresa? Ci hanno voluto lì con loro fino a tardi…. Nota dolens: cosa potranno bere? Ovviamente banditi i superalcolici e il vino. Vada per una birra leggera, oltre a bibite acqua, e un moscato per il brindisi.

Cerchiamo di invitare tutti, anche coloro che per motivi nostri non gradiamo, o che per motivi loro non gradiscono. L’importante è averli ogni tanto tutti a casa. Quello che conta è dare il via, altri genitori lo faranno. Provate, e poi mi direte se pensate ancora che i nostri ragazzi vogliano solo bar e discoteche.

Aperitivo analcolico

Per 10 pesrone

1 lt di succo di pompelmo
4 cucchiai di latte di cocco
1 cucchiaio di sciroppo di menta
Versare in una brocca, miscelare molto bene il tutto e servire freddo.
Pizzette sfogliate
Per 10 persone
1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare
300 g di pasta da pane potete acquistarla dal fornaio
300 g pomodori pelati
Sale
2 cucchiai di olio di oliva
150 g di mozzarella

Il giorno prima togliamo la mozzarella dall’involucro e la mettiamo in un colino, la lasciamo sgocciolare e la mettiamo in frigorifero coperta con della pellicola.

Per le pizzette: sul piano da lavoro infarinato stendiamo la pasta da pane in un rettangolo cm 25×35. Sopra adagiamo la pasta sfoglia, cercando di farla combaciare al rettangolo di pasta da pane. Stendiamo con il mattarello ben infarinato e pieghiamo il rettangolo in tre(formiamo un libro con 3 grosse pagine) e mettiamo a riposare in frigorifero coperto con pellicola per 15 min. Trascorso il tempo, riprendiamo la pasta, la ristendiamo, ed eseguiamo un’altra piegatura a 3, poi rimettiamo in frigorifero per altri 15 min. Ripetiamo la stessa operazione per altre 2 volte; in tutto ci vorrà un’ora di tempo. Alla fine stendiamo la pasta sottile e la mettiamo in una teglia bassa. Lasciamo riposare per mezzora. Nel frattempo schiacciamo i pomodori pelati e li condiamo con l’olio e il sale, se vogliamo possiamo aggiungere basilico spezzettato o origano. A questo punto dopo avere cosparso la pizza di salsa, la inforniamo in forno preriscaldato a 220° placca a metà per 15/20 minuti. Nel frattempo tagliamo la mozzarella a cubetti molto piccoli. Un minuto prima di fine cottura estraiamo la pizza e cospargiamo i cubetti di mozzarella. Quando vedremo che la mozzarella sarà ben sciolta, togliamo la teglia dal forno e lasciamo intiepidire. Tagliamo con un tagliapasta a rettangoli e serviamo.

Penne all’arrabbiata

Per 10 persone

800 g di pasta tipo penne
4 peperoncini tagliati in tre parti
3 spicchi di aglio
1 lt di passata di pomodoro
10/12 cucchiai di olio di oliva
Sale
Pecorino romano grattugiato

Per prima cosa mettiamo a bollire l’acqua per la pasta. Soffriggiamo in una padella molto grande l’aglio l’olio e il peperoncino, poi togliamo dal fuoco e lasciamo riposare, così che l’olio si insaporisce bene. Aggiungiamo la salsa di pomodoro e rimettiamo sul fuoco, lasciamo cuocere per 15 minuti mescolando ogni tanto. Buttiamo la pasta e la cuociamo per il tempo indicato sulla confezione. La scoliamo un minuto prima della fine della cottura e conserviamo un po’ di acqua. Rimettiamo il sugo sul fuoco, aggiungiamo la pasta, il prezzemolo tritato e spadelliamo il tutto. Prima di servire spolverizziamo con il pecorino.

Torta mimosa

1 pan di spagna, diam 22/24 cm, la ricetta è nel blog, ma potete usarlo già pronto
Bagna al liquore d’arancia, a piacere
350 g di panna montata, zuccherata con 20 g di zucchero a velo
50 g di panna montata non zuccherata
150 g di crema pasticciera, la ricetta è nel blog

Prepariamo la bagna al liquore: portiamo a bollore 100 g di acqua con 100 g di zucchero semolato, lasciamo bollire per 5 min. poi aggiungiamo 2 cucchiai di liquore all’arancia, mescoliamo e togliamo dal fuoco. Aggiungiamo 150 g di panna montata zuccherata a 150 g di crema pasticcera, mescolando con una frusta e mettiamo in frigorifero coperto. Tagliamo il pan di spagna in 3 strati. Poniamo il primo strato sul piatto da portata, imbeviamolo con la bagna al liquore aiutandoci con un cucchiaio. Spalmiamo un sottile strato di panna montata non zuccherata e copriamo con il composto di crema e panna. Adagiamo sopra il secondo strato dopo averlo imbevuto, dalla parte che andrà a contatto con la crema. Con la panna zuccherata rimanente ricopriamo la torta, poi la cospargiamo di dadini di pan di spagna che avremo ricavato dal terzo strato. Spolveriamo con una dose generosa di zucchero a velo e mettiamo in frigorifero fino al momento di servire.

Buon fine settimana.