Un biscotto da “buon” regalo

Di biscotti ce ne sono moltissimi: meringhe e amaretti, barrette e quadretti, colorati o smunti, sagomati e ritagliati, vuoti o farciti. Poi ci sono i frollini, che tra tutti questi moltissimi biscotti sono una buona parte, molto buona.
Ci sono tanti tipi di biscotto e ci sono tanti tipi di regalo: grande, piccolo, bello, brutto, riciclato, sognato, gradito, sgradito, meditato, inaspettato. Poi c’è il “buon” regalo, che in mezzo a questa vita intensa e ingrata fa bene.
Magari sei lì, ricurvo sul computer, da tutta una mattina lunga come il mese di Maggio, con lo stomaco liquido. Liquido, come il suo amore e languido come i tuoi occhi. E arriva, garrula, con un sacchettino dal fiocchetto rosso.
Un piccolo boccone! Un bocconcino: un frollino? Tra i vari tipi di biscotto ci sono questi frollini da regalo “buono”.
Un regalo di poche pretese, anzi una sola: quella di essere provvidenziale come la parola giusta al momento giusto.
Un frollino di pochi ingredienti: non più di tre o forse quattro. Non ci sono uova, non ci sono aromi. Niente altro che vada aggiunto a farina, burro e zucchero.
Alla fine da ingredienti basilari, bilanciati tra loro in un modo che non potrebbe essere più canonico, ne deriva un biscotto, tanto gustoso ed elegante da poter essere adoperato per fare un “buon” regalo.

frollino nel sacchetto

 

per circa 30 frollini di 3 cm di diametro
Ingredienti: 200 G farina, 100 g di burro, 80 g di zucchero, un pizzico di sale
Occorrenti: ciotola, spatola, forchetta
Tempo di preparazione: 35 minuti + riposo in frigorifero

Ammorbidite il burro, mescolatelo con lo zucchero e il sale  per ottenere una crema, ma senza incorporare aria. Usando i rebbi di una forchetta aggiungete la farina. Amalgamate in modo grossolano e chiudete ben stretto in pellicola alimentare. Mettete in frigorifero fino a che non si indurisce molto bene. Togliete dal frigorifero, rompete l’impasto nel bicchiere del mixer(se fate a mano in una ciotola) aggiungete 1 cucchiaio di acqua fredda (se necessario) e impastare quel poco che serve ad amalgamare. Stendere l’impasto con il mattarello sul piano leggermente infarinato ad una’ altezza di 4 mm. Sagomate i biscotti della forma desiderata e posateli sulla teglia rivestita con carta forno. Cuocete per 25 minuti a 180°C in modalità statica, placca a metà e portello in fessura. Raffreddate e chiudete in sacchetti o piccole scatole.

frollino senza uovo

Potete in alternativa stenderli molto sottili per ottenere delle cialde oppure ottenere un frollino tagliato e non stampato. Formate con l’impasto dei cordoni, metteteli in freezer per 10 minuti e tagliateli con il coltello ad un’altezza di 4 mm. Posare poi i biscotti sulla teglia dalla parte del taglio. Modalità e tempo di cottura non variano.

frollino tagliato

Un “buon” regalo è sempre gradito. Felice Sabato a tutti!

 

 

 

Yakitori in salsa agrodolce o spiedini di pollo con salsa al miele

spiedini di pollo

Ho imparato che: in Giappone uno spiedino di pollo si chiama yakitori  e che si scrive così 焼き鳥 o almeno lo spero. Suddividendo: cotto-lattina-pollo. Mi pareva più una lattina l’ultimo a destra e il pollo quello in mezzo, ma Google traduttore propone questa e, se qualcuno avesse altre versioni, attendo.
Ho imparato che: dovunque io potrò mai apprestarmi a fare degli spiedini, la prima cosa che dovrò fare è bagnare lo spiedino con acqua, altrimenti non faccio uno spiedino ma un falò.
Ho imparato che: se voglio fare un vero yakitori non devo usare il miele, ma lo zucchero; non l’aceto balsamico, ma la salsa di soia; non lo sherry ma il sakè, un vino di riso fermentato.  In Giappone usano l’aceto di riso che si chiama mirin, non il marsala.
Ho imparato che: alla fine non ho fatto uno yakitori con salsa agrodolce , bensì una spiedino di pollo con salsa al miele. E non è la stessa cosa, e non c’entra Google. Buona preparazione.

Per 4 persone

Ingredienti per gli spiedini: 400 g di petto di pollo, 2 cipollotti, 1 gambo di sedano,1 cucchiaino di fecola di patate, poco succo di limone, pepe nero
Occorrenti: pentolino, pennello, piastra, ciotola, stecchi di legno
Tempo di preparazione: 35 minuti

Ingredienti per la salsa : 1/2 dl di sherry, 2 cucchiai di marsala, 1 cucchiaio di miele, 1 cucchiaino di aceto balsamico, 1 cucchiaino di fecola di patate, poco succo di limone, pepe nero

Mettete a bagno gli stecchi di legno, in modo che durante la cottura non si bruceranno. Preparate il pollo: pulitelo dalle cartilagini, ossa, parti grasse, quindi tagliatelo a pezzi, non troppo spessi. Pulite il sedano e  tagliatelo come il petto di pollo, così fate anche con i cipollotti, eliminando la parte verde e la piccola radice. Preparate gli spiedini alternando le verdure alla carne.

Per preparare la salsa unite gli ingredienti nel pentolino, mescolate e portate ad ebollizione. Fate bollire per 4 minuti, mescolando. Diluite la fecola di patate in poca acqua fredda e unitela alla salsa. Completate la cottura fino a che la salsa non si sarà addensata leggermente.
Scaldate molto bene la piastra o una griglia, disponete su questa gli spiedini  e cuoceteli per 3 minuti; poi spennellateli con abbondante salsa e girateli. Cuoceteli su tutti i lati cospargendoli di salsa prima di girarli. Metteteli in un piatto e  teneteli al caldo coprendoli con pellicola di alluminio.
Serviteli caldi o tiepidi con riso thai cotto al vapore.

Felice giornata!

 

Butta la pasta!

Mio dolce cuoco, butta la pasta!
Butta la pasta, che è l’ora giusta.

La pasta mi sazia senza ingrassare,
basta condire, ma non strafare.

E senza tante complicazioni
sai i bucatini come son buoni!

C’è niente di meglio del pomodoro,
per mangiar sano senza gonfiare.

Mio dolce cuoco, placa le brame:
butta la pasta, che qui “gira” fame!

Sugo con il  pomodoro fresco

sugo di pomodoro

Ingredienti per circa 350 g di sugo: 500 g di pomodori Piccadilly,1 spicchio di aglio,1/2 cipolla dorata,3 cucchiai di olio di oliva,basilico fresco, 3/4 foglie,sale, zucchero
Occorrenti: coltello, tagliere, setaccio a mano

Lavate i pomodori e tagliateli a pezzi*. Rosolate l’aglio nell’olio, unite i pomodori, aggiungete il sale e un pizzico di zucchero. Mescolate, coprite e portate a cottura per almeno venti minuti,  fino a che non si ammorbidiscono. Passiamo al setaccio a mano (se necessario possiamo restringere la salsa facendola cuocere ancora per alcuni minuti scoperta).  La salsa di pomodoro può essere conservata per 3 giorni in frigorifero e per 2 mesi in freezer.  Questa salsa inoltre è un’ottima base per qualsiasi condimento che preveda di aggiungere polpa di pomodoro, come ad esempio questo sugo crudo-cotto.

Bucatini  al sugo crudo-cotto

bucatini crudo cotto

per 4 persone

Ingredienti: sugo di pomodoro fresco (calcoliamo circa 2 cucchiai a testa), olio di oliva,  8 pomodori Piccadilly, 2 prese di sale, pepe nero (facoltativo), 6 foglie di basilico o aromi a scelta, abbondante olio di oliva, pasta formato bucatini
Occorrenti: pentola, scolapasta, ciotola, padella

Laviamo i pomodori e li tagliamo a pezzi o a metà se sono piccoli. In una ciotola versiamo olio di oliva a piacere, aggiungiamo il sale e il pepe, se previsto, uniamo i pomodori, gli aromi scelti e mescoliamo. Lasciamo marinare per almeno 30 minuti.
Per servire: nella padella scaldiamo il sugo di pomodoro fresco, aggiungendo a piacere altro olio e profumando con l’aglio. Scoliamo la pasta e la saltiamo nel pomodoro cotto. A fuoco    spento aggiungiamo la crudaiola e mescoliamo. Serviamo accompagnando con parmigiano grattugiato, se piace.

 

Consigli: *se preferite togliere la pelle ai pomodori, tagliate i piccioli e incideteli a croce. Sbollentateli per un minuto. Indossate dei guanti usa e getta e pelateli. Questa è la tecnica migliore, che trovo perfetta per pomodori più grandi. Poichè la buccia è una buona fonte di nutrienti, la lascio.
Puoi usare qualsiasi altro tipo di pomodoro o alternarli e combinarli.
Per una versione ancora più veloce puoi adoperare per il condimento cotto della passata di pomodoro o poco estratto di pomodoro, sostituendolo al sugo di pomodoro fresco fatto in casa.

Se vedo un pomodoro non posso che pensare all’Estate.  Buona preparazione e felice solstizio a tutti.

I

 

 

 

 

Non è cibo per gli uccelli…forse: polpettine di miglio e verdure

Se chiedete a Caterina di questa novità, vi dirà che mamma non sa più che fare. Se invece domandate a Francesca, a lei, che ha avuto parecchi volatili in casa, vi risponderà che il miglio è cibo per gli uccelli.
“Non mangio cibo per uccelli!”, ha detto la prima.
“Assaggiamo…” si è inserita Francesca, che notoriamente è una  assaggiatutto.
Potessi chiedere il parere ad un uccellino, un uccellino piccolo, di quelli che volano all’impazzata sul campo, da mandare via con lo “spaventatore di uccellini”, mi risponderebbe che il piccantino della ricotta salata gli “pizzica” sul becco. Eh…, non posso indovinarle tutte!E’ vero che: il miglio è riconosciuto come cibo per canarini, bengalini, passeracei e via dicendo. Tuttavia è un ottimo cereale, fortunatamente riscoperto e rivalutato quale fonte di minerali, carboidrati e proteine: fa crescere i capelli, le chiome, le piume, le unghie. Come tutti i cereali può essere sfarinato. Mi ricordo che tempo fa, dopo averlo polverizzarlo, ho fatto dei biscotti buonissimi.

biscotti meini con il miglio
Il miglio è ottimo come sostitutivo del grano nelle pappe dei piccoli. Basta farlo lessare in acqua o in brodo. Poi una volta lessato possiamo frullarlo o lasciarlo intero (è molto piccolo e facilmente masticabile) ed aggiungerlo a passati di verdura o minestre o fare delle polpettine.
La dose era per tre persone. Bene: le ho mangiate tutte io.
Non ho più uccellini, ora. Mi sono rimaste due asinelle e un coniglio, adesso…Che devo fare? Non posso indovinarle tutte, sempre!polpettine di miglio

Ingredienti per 3 persone: 100 g di miglio decorticato lesso, 80 g di verdure miste a piacere, sale, pepe, 50 g di ricotta salata grattugiata, 1 spicchio di aglio, 1 cucchiaio raso di prezzemolo, 1 uovo, 1 cucchiaino di germe di riso*, 2 cucchiai di farina di riso, 2 cucchiai di sesamo

Per lessare il miglio usate una quantità di acqua bollente salata o brodo che sia pari a 2,5 volte il peso del miglio. Prima di versarlo nella pentola lavatelo brevemente. Il miglio non necessita di ammollo preventivo.

Scaldiamo in una padella 2 cucchiai di olio di oliva con lo spicchio di aglio. Uniamo le verdure scelte pulite e tagliate a cubetti. Io ho usato carota, cipolla, sedano, peperone, pomodoro. Cuociamo le verdure fino ad ammorbidirle, aggiungiamo il miglio lesso e lo lasciamo insaporire. Togliamo la padella dal fuoco e lasciamo leggermente intiepidire. Uniamo al composto la ricotta salata, l’uovo, regoliamo di sale e pepe e amalgamiamo cercando di compattare il più possibile. Considerando come unità di misura un cucchiaio, preleviamo il miglio condito e formiamo delle palline grandi quanto una noce. Mescoliamo in un largo piatto il germe di riso, la farina di riso e il sesamo. Paniamo le palline e sistemiamole sulla placca ricoperta con carta forno. Cuociamo in forno preriscaldato a 180°C in modalità statica per 20 minuti, girando le polpettine a metà cottura per dorarle uniformemente. In alternativa potete friggerle in olio di semi di arachide.

*Il germe di riso è reperibile nei negozi di prodotti naturali. Se non l’avete potete fare ugualmente le polpettine, poiché il germe di riso ha una funzione esclusivamente integrativa.

In realtà le polpettine sono leggere e buonissime. Buona giornata a tutti.

 

Un irresistibile profumo di pesche

Oggi, da Giuliana Lomazzi, un gustosa rivisitazione light di una ricetta tradizionale, buoni consigli sul frutto più profumato dell’Estate: la pesca e un suggerimento per la bellezza della pelle.

peshe al forno e farcit 3

 

I frutti maturi al punto giusto sanno sicuramente come attrarre l’attenzione, con il loro profumo e la loro buccia vellutata (proprio come la pelle che ci piacerebbe avere…). Vi propongo di gustarli sotto forma di un gustoso dessert tradizionale di Piemonte e Lombardia, rivisitato per poter entrare a pieno titolo nel light corner di “Mamma che buono”.

Pesche al forno

4 pesche

60 g di cioccolato fondente (minimo 80% di cacao)

succo di mele

3 cucchiai di mandorle macinate al momento

4-5 biscotti con dolcificante naturale

cannella o menta sbriciolata

Dopo aver lavato e asciugato le pesche tagliatele in due e snocciolatele. Scavatele leggermente con un cucchiaino e raccogliete la polpa in una ciotola. Spezzettate il cioccolato e mettetelo in una casseruolina con qualche cucchiaio di succo di mele. Fatelo fondere a fuoco basso senza smettere di rimestare.

pesche al forno farcite 2

Aggiungete le mandorle, la polpa tagliuzzata, la cannella (o la menta) e i biscotti pestati; rimestate bene. Disponete i frutti su una teglia ricoperta di carta da forno e farciteli. Infornateli a 200° per 15 minuti e mangiateli tiepidi o freddi.

Due parole sulle nostre protagoniste

Dimentichiamo le pesche verdastre che compaiono a Natale e concentriamoci piuttosto sui frutti dolci e succosi che arrivano fra giugno e settembre, cioè nel pieno della loro stagione. Ci sono quelle con la buccia “pelosa” e le nettarine, lisce e luccicanti come rosse mele di Biancaneve; entrambe le pesche possono avere polpa gialla o bianca. Le affiancano le polpute percoche, impiegate sia fresche che per la preparazione di conserve grazie alla carne soda che le distingue anche a maturazione (non vorreste essere delle percoche?). Se però volete un frutto davvero profumato dovete preferire quelli a polpa bianca.
Diuretiche e dissetanti, le pesche favoriscono l’eliminazione delle tossine, promuovendo così la disintossicazione. Aiutano la digestione e l’appetito e sono molto utili per l’intestino pigro grazie alla buona presenza di fibre, in particolare pectina. Interessante poi il contenuto di vitamine (C, del gruppo B, e nella varietà a polpa gialla anche A)  e di minerali come fosforo, magnesio, potassio, ferro e zolfo: una vera e propria ricarica per i sali persi con la sudorazione estiva. Da parte sua la ricchezza vitaminica, associata alle proprietà emollienti e idratanti, rende le pesche buone alleate della pelle secca e delicata.
Schiacciate un frutto con una forchetta e applicatelo sul viso per 15 minuti, infine sciacquate con acqua tiepida. In alternativa potete aggiungere alla pesca schiacciata miele o yogurt.

pesche al forno farcit 1

Grazie infinite a Giuliana per il suo sempre utile contributo. Con una raccomandazione: cerca di mettere ancora  consigli estetici, perché sono molto graditi. Alla prossima.

A voi, miei cari lettori, grazie per leggermi e felice giornata.

 

 

 

 

 

Dolcetto mondiale

Oserei definire la Pavlova un dolce mondiale e non per rimanere in tema, ma perché viene da lontanissimo. Ma poi, già che ci siamo, mi viene in mente che questa sera gioca l’Australia.
Nasce non per caso o per errori di procedura, proprio  in Australia, quindi dal “al di là del mondo”. Non ci sono leggende, come capita spesso alle ricette passate alla storia. Qui è tutto vero o quasi.
La tradizione racconta che questa dolcezza  nacque nel 1935, quando lo chef di un albergo di Perth, la preparò per la cena in onore della famosa ballerina russa Anna Pavlova, in città per il suo spettacolo. Incantato da tanta soave bellezza, penso di chiamare questo candido dolce proprio come lei.
Ma non racconta, la tradizione, di come la moglie dello chef, sapendo di questa intitolazione, si arrabbiò moltissimo, perché in tanti anni di vita in comune e con tutto quello che le era toccato di sopportare,  lui non le aveva dedicato mai, nemmeno, un biscottino. Sicché rubò di nascosto gli appunti precisi del consorte e li inviò tramite posta a sua cugina Geffy, giù a Matamata, incaricandola di portare la ricetta al maestro pasticcere del luogo. Geffy che non vedeva l’ora di assaggiare, corse di corsa in pasticceria.
Morale: non sottovalutare mai la velocità della posta e non sopravvalutare la pazienza delle mogli.
Perché poi, da tutto questo, nacque un caos pazzesco, che sfiorò la disputa. Fu tutto un:” Sono stato io… no! Sono stato io… perché lui… perché lei…”.
Insomma non s’è capito ancora se fu lo chef su a Perth incantato da tanta giovanile grazia o se fu il pasticcere amico della Geffy giù a  Matamata a inventare questa delizia.
Morale: stretta la foglia, larga la via. Anche stavolta ho detto la mia!

Pavlova con panna alle fragole efrutta

pavlova 1



Ingredienti: 180 g di albume, 300 g di zucchero semolato, 50 g di zucchero a velo, 10 g di glucosio o miele, 1 cucchiaino di aceto bianco, 1 cucchiaio raso di maizena, 125 g di fragole o frutti rossi misti, 2 cucchiai di gelatina di albicocche o di frutti rossi, 1 cucchiaio di zucchero,  250 g di panna vegetale da montare, un pizzico di sale, frutta mista a piacere
Occorrenti: sbattitore elettrico ciotola molto amplia, setaccino, spatola, cucchiaio, carta da forno, sagoma rotonda (facoltativa)
Grado di difficoltà. medio

Nella ciotola capiente iniziate a montare gli albumi unendo poi tre volte lo zucchero semolato e il miele e l’aceto. Montate fino a che la meringa non risulterà molto soda e alzando la frusta si piegherà a becco d’aquila (bello, mi piace becco d’aquila). Aggiungete a mano lo zucchero a velo e la maizena setacciati. Disegnate un cerchio di cm 18 su un foglio di carta forno, poi giratelo e appoggiatelo all’interno della placca. Con i cucchiai iniziate a riempire il cerchio con la meringa e poi formate i bordi, dovete in pratica ottenere un contenitore. Se lo desiderate potete distribuire la meringa con la sac a poche. Ma non serve essere precisi. Il dolce non lo richiede.
Con la meringa rimasta formate delle meringhe più piccole o dei cestini più piccoli. Infornate a abbassate la temperatura a 120° C, cuocendo la meringa grande per 1 ora e 20 minuti e le meringhe piccole per 50 minuti.

Per preparare la panna alla fragola: lavare e asciugare la frutta. Frullarla con la marmellata e lo zucchero. Portarla ad ebollizione e bollire per 5 minuti mescolando. Lasciare raffreddare molto bene. Montate la panna e unite poco per volta il frullato. Non è necessario unirlo tutto.

Per servire: appoggiate i contenitori sui piatti di servizio. Completate con una dose generosa di panna, altra meringa e  frutta a piacere.

pavlova 2

 

Serate mondiali

Tornano ogni quattro anni, puntuali, non sempre uguali, sono le nostre serate mondiali.
C’è per tutti una grande voglia di azzurro. Se il pomeriggio è troppo lungo, non fa niente perché la sera scenderà, l’azzurro impazzerà e di azzurro impazziremo tutti quanti: grandi e piccini, maschi e femmine, spose e sposi, morosi e morose, belli e brutti, maritati e putti. Avremo un solo grande cuore per i nostri azzurri che, sono sicura, potranno farci sognare.
E per queste serate mondiali consiglio del buon cibo da mangiare con le mani, così che se ci capita di fare il salto fatidico del goal salveremo cibo e  vicini di divano.

Pizzette sfogliate

pizzette

 

Ingredienti per 30 pizzette di circa 8 cm di diametro
400 g di pasta sfoglia pronta in formato rettangolare, 350 g di pasta da pizza, condimento a piacere
Per la pasta da pizza: 300 g di farina di grano tenero (proteina 11%), 150 ml di acqua, 8 g di lievito di birra, 8 g di zucchero semolato, 7 g di sale
Occorrenti: ciotola, mattarello, coppa-pasta, teglie
Tempo di preparazione: 20 minuti + riposi
Grado di difficoltà: medio

In una grande ciotola mescolate la farina, il lievito, lo zucchero e iniziate a mescolare aggiungendo l’acqua. Non appena l’impasto inizierà a formarsi, aggiungete il sale e terminate di impastare. Potete fare l’impasto anche nel mixer o nella planetaria. Trasferite l’impasto in un sacchetto di plastica e lasciate in frigorifero per 90 minuti. Trascorso il tempo stendete la pasta da pizza in un rettangolo largo quanto la pasta sfoglia già stesa ma più lungo di 1/3. Appoggiate la pasta sfoglia sulla pasta da pizza allineandole ai lati. Piegate all’ interno la pasta sfoglia in eccesso e ripiegate a metà il rettangolo ottenuto. Stendete la pasta lungo la chiusura, ripetere l’operazione di piegatura  e stendetela nuovamente. Formate una palla, avvolgetela in pellicola lasciate in frigo per 50 minuti. Ripetere il procedimento di piegatura ancora una volta, riavvolgete l’impasto nella pellicola e lasciate riposare per 20 minuti.
Per preparare le pizzette: stendete l’impasto in una sfoglia alta 5 mm, e foratela con i rebbi di una forchetta. Tagliate dei cerchi con un coppa-pasta, trasferiteli nelle teglie ricoperte di carta da forno  e  distribuite poca   salsa di pomodoro. Mettete in frigorifero per 30 minuti.
Cuocete in forno a 200° per 15 minuti. Estraete dal forno e ultimate la farcitura con mozzarella e origano fresco o basilico. Rimettete in forno e completate la cottura per altri 5 minuti.
Servite queste pizzette con verdure miste tagliate a bastoncino.

Forza azzurri!

 

 

 

 

Rana pescatrice in salsa tapenade

Voglio ringraziare Clara Zani chef-patron del ristorante La Pavona sul sofà per questa ricetta e per l’affetto e la stima che sempre mi dimostra.

C’è un posto magico che forse immaginavo dove mi sarebbe piaciuto andare e dove adesso, dopo che ci sono stata, mi piacerebbe tornare più spesso. È un posto dove in Primavera  c’è un verde rigoglioso che lascia indovinare un’ Estate confortevole, un Inverno di cotone e un Autunno che potresti dipingere. E sembra fatto apposta questo luogo per stare in mezzo alla campagna fertile, appena fuori Mantova. Lì ho degli amici veri che mi aspettano sempre e che è stato facile amare da subito. C’è Clara, che mi piace spiare mentre cucina; c’è Gabriele, che se non ci fosse… e poi c’è Guido, il loro piccolo grande uomo che del bosco sa tutto. In questo posto per me magico, in mezzo al silenzio operoso di una campagna tanto grande da perdermi, Clara, Gabriele e Guido hanno pensato di dare un nido al loro sogno, un piccolo ristorante dove ti senti a casa: La pavona sul sofà.
Non potrai che innamorarti di un posto così!  E, come è stato per me,  apprezzare chi lo vive e se ne prende cura ogni giorno con la stessa passione.
Questa ricetta è una ricetta speciale, ma non è mia. Questa ricetta è speciale perché me l’ha data Clara.
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Rana pescatrice in salsa tapenade

rana pescatrice della Pavona

 

Ingredienti per 4 persone

700 g di rana pescatrice

3 cucchiai di sale grosso

1 cucchiaio di capperi dissalati

2 cucchiai di olive nere tritate

1 cucchiaio di olive bianche tritate

6 filetti di acciuga sotto olio

Abbondante olio di oliva extravergine

2 cucchiai di vino bianco

1 cucchiaio di erbe aromatiche tritate

Pulite la rana pescatrice da tutta la pelle. Cospargetela  di sale grosso e lasciatela riposare per tre minuti; poi sciacquatela abbondantemente in un catino di acqua fredda, cambiando l’acqua per due volte e asciugatela. Preparate un trito grossolano con le acciughe i capperi le olive e mescolatelo con l’olio di oliva e il vino. Massaggiate poi la rana pescatrice con il trito e adagiarla in una pirofila ricoprendola con l’emulsione. Lasciatela a marinare per almeno 2 ore a temperatura ambiente, girandola 2 volte. Accendete il forno a 180°. Coprite la pirofila con alluminio e trasferitela in forno. Cuocete per 30 minuti. Salate e pepate  delicatamente a metà cottura.
Una volta cotta chiudere la rana pescatrice in pellicola di alluminio per 10 minuti. Nel frattempo con il frullatore ad immersione frullare il sugo di cottura fino a ricavarne una crema.

Per servire: private la rana pescatrice della spina centrale e tagliatela a fettine. Colmate il fondo del piatto con abbondante salsa e adagiatevi il pesce. Decorate poi con verdure a piacere brevemente arrostite in padella.

Clara, appassionata somelier, ci consiglia di bere un Vermentino di Gallura, che sembra nato apposta per esaltare la cucina di pesce.

La pavona sul sofà: Via Levatella, 1 46031- Bagnolo San Vito Mantova, Italia
+39 0376 414069
lapavona.blogspot.com


Ah, dimenticavo: i pavoni ci sono davvero! Buona giornata a tutti voi.

 

La vera pasta da strudel

Almeno tre o quattro dei miei amici vantano, tra i loro trascorsi d’amore, una fidanzata austriaca esperta  nel fare lo strudel. Visto che poi austriache o no le fidanzate sono andate, a loro è restato il ricordo di uno strudel dal profumo inebriante e indimenticabile, costruito dentro una pasta croccante e sottilissima. Al punto che tutti – ma forse è tipico – sostengono di non averne mai più mangiato uno migliore.
Tuttavia ci sono diversi modi di fare lo strudel, o meglio differenti tipi di pasta per avvolgere il tradizionale ripieno di mele: la sfoglia, la brisé, la frolla, altre ancora.
Io, da parte mia, sostengo che almeno uno, se non due,  tra i tre o quattro, abbiano subito un dolce inganno. Ma tant’è: l’amore ha i suoi comandamenti cantava Antonello, e le sue piccole frodi culinarie – questo l’ho aggiunto io.
Quella che oggi vado a proporvi è la ricetta  quella vera, probabilmente la stessa delle fidanzate sincere – per le altre esiste tutta quella bella rosa di possibilità di cui sopra.
La pasta per lo strudel è un impasto semplice, caratterizzato da una lavorazione  paziente e da un riposo adeguato, che smorzi tutte le tensioni e la garantisca sottile come un velo, molto probabilmente: memorabile.
A voi, buona preparazione!

strudel con stelle

 

Per 2 strudel dolci da 35 cm di lunghezza

Ingredienti per la pasta

105 g di farina 00, 45 g di farina manitoba, 40 g+20 g di burro fuso, 1 cucchiaio di zucchero,1 pizzico di sale,1 uovo, 3 cucchiai di acqua calda

Ingredienti per il ripieno

5 mele renette o golden, 4 cucchiai di zucchero, 1 cucchiaio di succo di limone, 50 g di pinoli, 50 g di uvetta, 2 cucchiai di rum o marsala, 3 cucchiai di biscotti sbriciolati o pane grattugiato, 30 g di burro

Occorrenti: ciotola, mattarello canovaccio, placca, cucchiaio padella
Tempo di preparazione: 40 minuti + riposo + cottura
Grado di difficoltà: medio

Facciamo la fontana con la farina setacciata e aggiungiamo zucchero e sale.  Nel mezzo della fontana mettiamo nell’ordine: l’acqua, l’uovo, il burro fuso e iniziamo ad amalgamare gli ingredienti con una forchetta.  Quando inizia a formarsi l’impasto lo rovesciamo sul piano di lavoro e iniziamo ad impastarlo.  Questo impasto ha la caratteristica di essere morbido e di indurirsi leggermente mentre lo impastiamo.  Continuiamo ad impastare per almeno dieci minuti, dovremo ottenere un impasto liscio e setoso.  Lo avvolgiamo ben stretto nella pellicola alimentare o meglio ancora lo mettiamo  sottovuoto e lo lasciamo in frigorifero fino al momento di usarlo.   Mentre la pasta riposa prepariamo il ripieno.

Laviamo l’uvetta e la mettiamo a bagno nel rum o nel marsala, per almeno 20 minuti.  Nel frattempo sbucciamo le mele e le tagliamo a spicchi sottili o a cubetti.  Le mettiamo in una ciotola con lo zucchero e il succo di limone.  Mescoliamo e aggiungiamo l’uvetta scolata(teniamo da parte il liquore della bagna) e i pinoli.  Fondiamo il burro in una padella larga e aggiungiamo il pane grattugiato o i biscotti sbriciolati.  Facciamo rosolare per due minuti e versiamo le mele.  Mescoliamo le mele con le briciole e lasciamo sul fuoco per 4/5 minuti, fino a che non si ammorbidiscono e il ripieno non si insaporisce, bagnando ogni tanto con il liquore dell’uvetta.

Togliamo la pasta dal frigorifero e iniziamo a tirarla con le mani e poi con il mattarello, fino a che non avrà uno spessore di 1 millimetro.  Poi prendiamo un canovaccio, o della carta forno e lo infariniamo leggermente, ma in modo uniforme e appoggiamo il nostro impasto.  A questo punto infiliamo sotto l’impasto le nocche delle mani e iniziamo a tirarlo.  Un po’ con le nocche e un po’ aiutandoci con il mattarello infarinato riusciremo ad ottenere un velo di pasta.  Rifiliamo ai bordi con una rotella e pennelliamo con un po’ di burro fuso.  Con l’aiuto di un cucchiaio appoggiamo sull’impasto il ripieno, possiamo scegliere il modo di sistemare la farcitura.  Se la sistemeremo piatta su tutta la superficie avremo un vero e proprio rotolo, se invece la sistemeremo a salame, la pasta farà solo da involucro.  Personalmente preferisco la seconda alternativa.  Il velo di pasta, se ben lavorato, non dovrebbe rompersi. Ma se dovesse succedere, sappiate che prima di metterlo in forno, vanno praticati dei tagli in superficie, per cui qualche strappo è permesso, l’importante è che non sia sul fondo.

Posiamo gli strudel delicatamente sulla placca del forno rivestita con carta forno, pennelliamo con un po’ di burro e cospargiamo con zucchero semolato. Cuociamo in forno statico a 180°C, placca a metà per 25, 30 minuti, fino a doratura.  Se dovesse fuoriuscire un po’ di liquido, tanto meglio: con un cucchiaio raccoglieremo lo sciroppo e glasseremo la crosticina superiore.

Consigli: questo è lo strudel dolce e credo il più tipico.  Possiamo farlo in versione salata, variando i ripieni e cambiando leggermente la ricetta della pasta: sostituiamo il burro con 40 g di olio d’oliva; la procedura di impastamento e la stesura della pasta invece sono le stesse. Inoltre possiamo fare uno strudel ancora più leggero: eliminiamo del tutto l’uovo e il burro, sostituendo lo stesso con pari quantità di olio di semi di mais e aumentando la quantità d’acqua ( 2 cucchiai in più).

Felice giornata!