Chicken roll con salsa pomayò

E ora ci colleghiamo in diretta con la cucina dove si è appena svolta la finale del campionato mondiale “Mai dire fettina 2015″, a voi cucina.
Sì, grazie, buongiorno. Ecco, questo per dire che, sì…è stato un campionato al fulmicotone, che ha tenuto tutti con le acquoline sospese. Alla fine dopo una gara davvero entusiasmante il titolo di campione del mondo è andato al  Chicken roll con salsa pomayò. Ma ecco, un momento, riusciamo a dare la parola al vincitore, al nostro giovane e scatenato campione.
“Sì, ho vinto, io… Sono molto contento. Questo titolo è stata la ricompensa di molti e molti morsi…”
“Va bene, sì, ma ci dica qualcosa di più sulla salsa!”
“Sì, ecco…boh. Ma, veramente non so…Sì, forse .. Me l’hanno messa lì, tipo, per fare un po’ di scena…”
“E il suo nome? Ci hanno detto che è un nome d’arte, è vero?”
“Sì, ecco, infatti io mi chiamo involtino di pollo…ma…non so…mi hanno detto che anche questo è, tipo, no, per la scena…Comunque sono io il vincitore!..”
“Senta, siamo in diretta, Roll, non è che vorrebbe salutare qualcuno prima di essere mangiato?”
“Sì, ecco, grazie…sono, tipo, un po’ emozionato…Vorrei salutare mia nonna Wiener e mio zio Cordon e tutti i miei amici là nel banco…”
“ Grazie Roll e molti complimenti.”
Per il momento qui dalla cucina è tutto, a voi studio…

chicken roll con ripieno di prosciutto e formaggio

Ingredienti
12 fette di petto di pollo, 12 fette di scamorza dolce, 12 fette di prosciutto crudo, un uovo, poco latte, pane grattugiato, 3 cucchiai di maionese, 1 cucchiaio di triplo concentrato di pomodoro, sale, rosmarino, olio di semi di arachide o di olio oliva per friggere.
Vi serviranno: 2 piatti, un cucchiaio, padella, carta da cucina, ciotole
Il tempo di preparazione sarà di 20 minuti

Battete le fette di petto di pollo tra due fogli di carta da forno. Questa è una procedura ottimale che permette di ottenere fette di carne sottili senza romperle, perfetta per ogni tipo di carpaccio anche quello di pesce. Rompete l’uovo in un piatto fondo aggiungete poco latte, un po’ di pepe e battetelo con una forchetta. Preparate il pane grattugiato in un piatto fondo. Adagiate su ogni fettina di pollo una fetta di formaggio e poi il prosciutto. Arrotolate. Passate il rotolo prima nell’uovo e poi nel pane, cercando di ricoprire molto bene. Nella padella scaldate un dito e mezzo di olio assieme ad un rametto di rosmarino. Togliete il rametto e mettete nella padella i rotolini abbastanza distanti da poter essere facilmente girati. Friggeteli girandoli spesso per circa 8 minuti. Scolateli su un foglio di carta da cucina, poi trasferiteli su un piatto caldo e salateli leggermente. Per preparare la salsa mescolate la maionese poco per volta al triplo concentrato. Servite i rolls ben caldi con la salsa a parte.

Il chicken roll è in realtà un involtino ripieno di pollo e verdure il cui involucro è fatto solitamente con pasta sottile. In questa mia libera interpretazione il pollo diventa  l’involucro.

Buona giornata!

 

 

 

Guelfos: il dolce da portare

Non me ne vogliano i Francesi, che pure son tanto meritevoli come pasticceri, ma questo dolcetto è, a dir del vero, intrigante quasi quanto un macaron.
Il guelfos o guelfus o gueffus o sospiro o suspiros (se comprende la variante della glassa) è una rosa infinita di nomenclature per un composto formato da una scarna quantità di ingredienti, non di più e non di meno di tre: mandorle, zucchero e acqua profumata messi assieme con la probabile intenzione di far sospirare (dalla quale potrebbe derivare uno dei nomi). Ed è quasi un mistero capire perché si chiami in molti modi, anche se, tra tanti sospiri, questo è l’ultimo dei pensieri. Sono state formulate, a tal proposito, varie supposizioni, più o meno avvalorate. Opinioni storiche, dicerie fantastiche, teorie romantiche (che poi son sempre le più avvincenti).
La storia ci suggerisce che furono gli Spagnoli, durante la loro lunga dominazione, ad insegnare in Sardegna l’arte del Guelfus, quando lo zucchero, protagonista della ricetta assieme alle mandorle, era diventato un ingrediente di uso comune. Ma a ben pensarci, in Spagna, non esiste niente di simile se non l’evocativo huelvos dolce, evocativo non per ingredienti medesimi ,ma per i fonemi diversi. Oppure esistono i suspiros, che in pratica sono le meringhe e non sono la stessa cosa.
Invece, la fantasia di una brava scrittrice sarda, fa risalire il nome ai tagli di forbice impressi nella carta colorata che lo avvolge: a forma di merli delle torri ghibelline tardo medioevali. Resta infine l’idea romantica: il guelfus prenderebbe il nome da Guelfo della Gherardesca (a dispetto del nome era un ghibellino) che sposa la bella Elena figlia del re Enzo di Sardegna e si trasferisce da Pisa a Villa di Chiesa, l’attuale Iglesias. Ma non ci sono fonti esatte che attestano la nascita del dolcetto nel tardo Medioevo, periodo nel quale lo zucchero era merce assai preziosa usata solo dagli speziali.
Una bella mescolanza, quindi, soprattutto buona, in mezzo alla quale cercare la verità diviene quasi un azzardo. Rimane, però, una certezza: chi ritorna dalla Sardegna non può non portare i Gueffus in valigia, così come non può conservare il suo mare stupendo negli occhi e nel cuore.

GuelfusMandorle 250 g

Zucchero semolato 250 g

Maraschino ( o anice, o mirto) 1 bicchierino (circa 1 dl)

Acqua di fiori d’arancio 1 bicchierino (circa 1 dl)

Acqua 1/2 bicchiere

Buccia grattugiata di un limone

Zucchero semolato per rivestire

Per eseguire la ricetta vi serviranno: mixer, casseruola, bilancia per dosare, gratella

Sono necessari circa 20 minuti e il riposo

Tritate le mandorle con il mixer (è possibile usare farina già pronta). Mettere nella casseruola mezzo bicchiere di acqua , lo zucchero, il liquore scelto, l’acqua di fiori d’arancio e la buccia grattugiata del limone. Portate ad ebollizione e cuocete sempre mescolando per 5 minuti. Aggiungete la farina di mandorle e continuate a cuocere fino a che tutti i liquidi non saranno evaporati. Togliete il composto dal fuoco e rovesciatelo su un largo piatto per raffreddarlo. Quando la temperatura lo consentirà, inumiditevi leggermente le mani, prelevate della palline grandi quanto una noce e arrotolatele tra i palmi. Rivestitele poi con zucchero semolato. Mettetele su una gratella fine ad asciugare almeno per un giorno. Potete avvolgere i dolci in carta velina colorata. Si conservano per molto tempo.

Felice giornata a tutti!